Progetti solidali e locali: “Repower dà una mano” continua

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Il progetto “Repower dà una mano” ha dato un contributo significativo alla ristrutturazione della capanna APE, un punto di riferimento per gli scout di Poschiavo. In occasione del 120° anniversario, attraverso questa iniziativa, Repower ha sostenuto la costruzione di muri di contenimento e uno spazio per grigliate, migliorando la sicurezza e la convivialità del luogo. L’opera, realizzata con l’impegno di volontari ENO nonostante le difficili condizioni meteo, è stata accolta con entusiasmo. Durante l’assemblea dell’ENO, l’azienda è stata ringraziata per il suo prezioso supporto, essenziale per promuovere i valori educativi e sociali dello scoutismo. Abbiamo posto qualche domanda alla multinazionale di Poschiavo per conoscere più da vicino il progetto.

Quali sono le motivazioni principali che hanno spinto Repower a sostenere l’ENO e l’APE nell’ambito dell’iniziativa “Repower dà una mano”?
L’obiettivo della campagna “Repower dà una mano” era quello di dare un contributo positivo ad alcune società o organizzazioni attraverso il volontariato. L’APE è un’organizzazione che fa molto per i giovani della valle e un’area barbecue è un luogo d’incontro. Per questo abbiamo ritenuto l’idea dell’APE degna di essere sostenuta.
Nell’anno dell’anniversario, Repower ha sostenuto e realizzato un totale di dodici progetti nel Cantone. Ad esempio, abbiamo organizzato una giornata sugli sci a Laax per i bambini malati di cancro, abbiamo costruito un ingegnoso orto rialzato per i bambini in sedia a rotelle nella nostra officina di Bever, abbiamo costruito una recinzione per l’associazione di pescatori di Sumvitg e abbiamo pulito le sponde del Landquart in Prettigovia.
In Valposchiavo abbiamo riparato la turbina dello storico mulino di Aino per la Fondazione Musei Valposchiavo, abbiamo costruito un parco giochi nel bosco per l’asilo nido di Nido Borgo e la già citata area barbecue per l’APE.

Come vengono selezionati i progetti che Repower decide di supportare con questa iniziativa?  
Tutte le proposte sono arrivate direttamente dai dipendenti di Repower. Nel selezionare i progetti, per noi era importante che le attività dessero un contributo positivo alla società e che i nostri dipendenti potessero dare una mano in prima persona. L’obiettivo di “Repower dà una mano” non era il sostegno finanziario, ma il lavoro. Nell’anno dell’anniversario, ogni dipendente di Repower ha potuto dedicare un giorno lavorativo alla campagna “Repower dà una mano”. In totale, l’anno scorso i dipendenti Repower hanno dedicato 690 ore a progetti comunitari.

Oltre al contributo finanziario, ci sono stati dipendenti di Repower coinvolti attivamente nei lavori per la capanna APE?
Sì, alcuni nostri dipendenti del reparto Esecuzione si sono dati parecchio da fare. Il responsabile del progetto era Mauro Isepponi, che è stato affiancato per l’occasione dai colleghi Daniele Kalt, Mario Schlegel, Luca Dorsa, Emanuele Micheletti, Aristide Trabucchi, Luca Lanfranchi, Matteo Costa, Gerardo Cristiano e Diego Lardelli.

Che cosa è stato fatto concretamente? Quanto materiale è stato impiegato? Qual è stato l’importo della spesa?
L’associazione APE progettava da tempo la ristrutturazione della facciata esterna della capanna e il rinnovo della recinzione esistente. Grazie al sostegno di Repower, l’APE ha potuto costruire anche un’area barbecue. Per tutti i lavori sono stati utilizzati esclusivamente materiali locali, forniti da aziende della valle. Repower ha sostenuto il progetto con oltre 80 ore di lavoro e un contributo finanziario una tantum di circa 15.000 franchi svizzeri.

L’iniziativa “Repower dà una mano” è legata esclusivamente al 120° anniversario o verrà proseguita in futuro con altri progetti solidali?
Visto il grande successo e il feedback positivo, continueremo la campagna “Repower dà una mano” anche quest’anno. Tuttavia, su scala più ridotta e con un numero minore di progetti. In futuro ci piacerebbe partecipare a un progetto per regione all’anno. I progetti non sono ancora stati selezionati. Tuttavia, il concetto rimane lo stesso: come team, vogliamo dare un contributo positivo alla società attraverso il volontariato.

La costruzione dei muri di contenimento con gabbioni in rete rispecchia un approccio sostenibile. Quanto è importante per Repower che i progetti supportati abbiano un impatto ambientale positivo? 
Per Repower la sostenibilità non è solo una parola d’ordine, ma svolge un ruolo importante in tutto il nostro lavoro. In questo caso occorre precisare che la tipologia dei muri è stata scelta dall’APE. Siamo naturalmente lieti che l’associazione abbia optato per una soluzione sostenibile.

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione