“Le trame dell’anima”: l’arte intrecciata dello scultore Angelo Boninchi

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Angelo Boninchi, L’opera levigata a mano da un blocco di serpentino della Valposchiavo

(cs) Una serie di nodi che si susseguono tra di loro con un senso di inevitabilità, creando una trama visiva che sfida la staticità della pietra, raccontando una storia di connessioni, conflitti e risoluzioni. Così si può riassumere in breve la nuova opera artistica dello scultore Angelo Boninchi che ha da poco visto la luce nell’atelier di Poschiavo. La pietra, con la sua durezza e la sua resistenza, contrasta con l’intensità e la delicatezza dell’intreccio. Ogni nodo scolpito nella pietra narra di un viaggio interiore. “Il materiale stesso della pietra – spiega l’artista – conferisce un senso di solidità e permanenza, ma allo stesso tempo la delicatezza delle forme sembra voler rompere questa rigidità, lasciando intravvedere l’anima che si fonde con il mondo”. La scultura levigata a mano riproduce una trama di nodi. Ogni nodo, rappresenta un’esperienza di vita che, sebbene faticosa e dolorosa da affrontare, contribuisce a costruire la nostra identità e a rafforzare la nostra resilienza. Un momento di sofferenza, di sfida o di perdita, ma allo stesso tempo, l’intreccio suggerisce che queste difficoltà non sono isolate, ma fanno parte di una rete più ampia, che ci collega gli uni agli altri e ci fornisce la forza di andare avanti. L’opera diventa una riflessione sul fatto che l’anima, pur ferita e segnata dal tempo e dalle esperienze vissute, è capace di trovare un suo nuovo equilibrio, dove la complessità del vissuto non è più fonte di sofferenza, ma di forza e resistenza. L’artista utilizza un approccio innovativo alla scultura in pietra che segna una svolta nel suo percorso artistico caratterizzato da una fusione tra tradizione e sperimentazione attraverso l’uso di un linguaggio simbolico e una tecnica che si allontana dalle convenzioni classiche. La pietra è infatti un materiale solitamente pesante e statico, ma attraverso l’uso di nodi e intrecci, lo scultore vuole esprimere una sensazione di movimento e allo stesso tempo di fragilità. Creare nodi in pietra nella scultura significa l’uso di tecniche di scavo, cesellatura e scolpitura in modo che la pietra sembri quasi malleabile e in movimento, sfidando l’idea che la pietra sia un materiale rigido e immutabile. La trama di nodi in serpentino dà vita ad un’opera che gioca con la percezione di solidità e vuoto, creando un contrasto tra la forza del materiale e la leggerezza del concetto. Nella scultura tradizionale, la pietra è spesso scolpita per creare figure realistiche o forme geometriche precise. L’uso del nodo e dell’intreccio nella scultura in pietra vuole rompere con lo schema di queste convenzioni, portando la materia ad una nuova dimensione espressiva. “La scelta di rappresentare un intreccio di nodi levigato a mano – conclude Angelo Boninchi – rappresenta non solo un’innovazione tecnica, ma anche un’innovazione concettuale attraverso un materiale che per secoli è stato associato alla solidità e alla permanenza, ma che in questo contesto appare fluido, dinamico e carico di significato”.

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