
Insieme ai cacciatori, i guardiacaccia grigionesi hanno abbattuto 48 lupi tra settembre 2024 e gennaio 2025. Due branchi sono stati eliminati. Secondo il Canton Grigioni, l’obiettivo è ridurre le predazioni di animali da reddito nella prossima stagione di estivazione.
“Sulla base delle informazioni a nostra disposizione riteniamo che i branchi Vorab e Fuorn in quanto tali non esistano più. Finora la situazione nel branco del Lenzerhorn rimane poco chiara”, ha dichiarato Arno Puorger, caposezione grandi predatori presso l’Ufficio per la caccia e la pesca (UCP), citato nel comunicato odierno.
Nel branco del Vorab sono stati uccisi 8 esemplari, 15 invece in quello del Fuorn, che viveva in parte nel Parco nazionale svizzero. L’eliminazione di quest’ultimo era stata richiesta e poi approvata dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) a seguito dell’uccisione di due bovini in Bassa Engadina.
Risultati delle analisi del DNA
L’abbattimento del branco del Fuorn era stato contestato dal Parco nazionale, secondo il quale uno dei due bovini era stato ucciso da un esemplare che non faceva più parte del branco.
L’analisi del DNA ha confermato che una femmina di un anno è responsabile di una delle due predazioni, ha dichiarato Puorger a Keystone-ATS. L’UCP non ha però prove che questo esemplare, abbattuto nel tardo autunno dell’anno scorso, non facesse più parte del branco.
Nel secondo bovino sono anche state rilevate delle tracce di DNA di lupo, ma la qualità non era sufficiente per identificare l’esemplare o gli esemplari. Tramite le informazioni delle fototrappole, delle tracce trovate e il fatto che il branco vivesse in questa zona hanno portato l’UCP a supporre che i lupi del Fuorn fossero responsabili anche del secondo attacco, ha aggiunto Puorger. Un’opinione condivisa dall’UFAM, che ha autorizzato tutti gli abbattimenti.
La richiesta del Parco nazionale svizzero
La presa di posizione del Parco nazionale svizzero non si è fatta attendere. In una presa di posizione i responsabili del parco si rammaricano che non sia stata trovata una soluzione più costruttiva. Nella fase di autorizzazione, il parco ha contattato l’UFAM che però non ha voluto ascoltarlo. L’UCP ha così proseguito con l’eliminazione dell’intero branco, malgrado 37’000 persone ne avessero chiesto lo stop immediato in una petizione.
Così facendo, il Cantone ha accettato il fatto di abbattere anche lupi di altri branchi, non coinvolti nell’uccisione dei due capi di bestiame. Secondo le analisi del DNA, tre dei 15 lupi uccisi in Bassa Engadina non facevano infatti parte del branco del Fuorn.
Il Parco nazionale ribadisce nella nota odierna di non essere contrario all’uccisione di esemplari problematici. Ma tali abbattimenti devono basarsi su risultati scientifici. Con l’eliminazione dell’intero branco del Fuorn le autorità hanno violato la protezione dei processi naturali del parco. La riserva naturale chiede ora maggiore moderazione e cooperazione nella gestione futura dei lupi.
Dieci branchi nei Grigioni
Rispetto al 2024 al momento si contano dunque un branco e mezzo in meno, ha affermato Puorger. Attualmente su suolo grigionese vivono dieci branchi. Quelli transfrontalieri vengono contati come mezzo branco.
Oltre all’eliminazione dei due branchi, sono stati uccisi altri 17 esemplari nei branchi dello Stagias, Moesola, Calderas, Muchetta, Rügiul e Älpelti. Un esemplare solitario è stato abbattuto nella zona del Rheinwald. Le uccisioni sono state tutte autorizzate dall’UFAM. In totale si trattava di abbattere 66 esemplari. Da inizio settembre 2024 a fine gennaio 2025 i guardiacaccia ne hanno abbattuti 44. Altri quattro sono stati eliminati dai cacciatori durante la caccia alta e quella speciale.
Meno animali da reddito uccisi
Il numero di predazioni di animali da reddito da parte dei grandi predatori è diminuito per la seconda volta consecutiva. Nel 2024 sono stati uccisi 213 capi, nel 2023 erano 267. L’obiettivo è quello di ottenere una coesistenza duratura tra l’essere umano e il lupo. “Osservando l’evoluzione della situazione, stiamo facendo buoni progressi”, ha continuato Puorger. Quest’evoluzione è dovuta oltre alla costante protezione delle greggi e altri fattori anche alla regolazione del lupo.
“Confidiamo che le autorità grigionesi non mettano a rischio la popolazione di lupi”, ha scritto Pro Natura interrogata dall’agenzia Keystone-ATS. La protezione delle greggi, secondo l’organizzazione, rimane la misura più importante per garantire la coesistenza. Il Consiglio federale ha però deciso di ridurre i finanziamenti. Pro Natura si aspetta ora che il Canton Grigioni compensi la mancanza di contributi e non si concentri “unilateralmente” sull’abbattimento dei lupi.