Le donne e il tempo

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Nicoletta Noi-Togni - Fonte: TiPress

C’è tempo e tempo. E il tempo c’entra con l’8 marzo e con le donne. Che nel nostro Paese stanno sempre ancora pagando il fatto di essere state riconosciute pensanti e facenti, politicamente parlando, solo nel 1971. Questo a livello nazionale in quanto (e sembra un paradosso ma non lo è) in certe piccole comunità rurali si conferiva già prima di questa data competenza e responsabilità politica alla donna. Oggi queste capacità non sono più – perlomeno dichiaratamente – messe in discussione. Però….continuiamo ad arrancare attraverso gli anni. Quindi, poiché gli anni sono tempo, la questione della parità tra donna-uomo, o come io preferisco dire del “pari valore”, è legata al tempo. A questo punto ci si potrebbe dire “mettiamoci tranquille ed aspettiamo”. Eppure no, ci sono questioni per le quali il tempo non c’è più. Sono quelle eminentemente concrete della pari retribuzione per il pari lavoro, degli asili nido e della collocazione dei bambini nel post scuola che oltretutto ci costa la diminuzione delle nascite (vogliamo far finire il mondo?), ecc. Per non parlare delle dinamiche legate alla violenza che dobbiamo combattere in tutti i modi. Questioni queste che possono – e vanno – affrontate subito perché, come dicevo, il tempo non c’è più. Accanto a queste ci sono questioni che riguardano il tempo e le donne molto più sottili e immateriali ma altrettanto importanti e determinanti. Il comportamento stesso delle donne che inevitabilmente è anch’esso cambiato dal 1971, proprio sulla scia di queste nuove possibilità, di questo nuovo mondo che si è aperto davanti a loro con il diritto di voto ed eleggibilità. Parlo qui evidentemente delle donne in politica, un “soggetto”  che osservo da anni partendo dalla mia stessa esperienza e del quale ultimamente credo di aver capito qualcosa in più (forse). Un comportamento dicevo che mi irrita e mi ha spesso irritata perché – oltre essere poco simpatico – è anche dannoso. Chiaramente non parlo di tutte le donne in politica ma di quelle (certe) che appaiono spesso nei media. Dell’arroganza e supponenza delle diverse Moser e Galladé e delle giovani donne di “Libero”, per citarne solo qualcuna. Un atteggiamento che so benissimo di aver assunto già anch’io in politica e forse la mia irritazione viene proprio da questo. Dal vedermi riflessa in loro e dal capire quanto sia sbagliato. Eppure, proprio perché dopo l’irritazione viene la riflessione, credo che anche questa sia una questione di tempo. L’esperienza ha bisogno di tempo e dobbiamo concederlo alle donne in politica oggi perché il cammino è lungo e difficile anche per loro. Fermo restando che andare avanti dobbiamo. Con fermezza, consapevolezza, conoscenza. Mettendo la misura nel comportamento, l’etica nelle parole e la giustizia nei fatti.


Nicoletta Noi-Togni