Gli allevatori valposchiavini ed europei di ovini e caprini (e non solo) si difendono contro la propagazione incontrollata del lupo

I governi dei paesi europei non possono più ignorare il disagio crescente tra le popolazioni di montagna. In tutta Europa, chi è colpito dal fenomeno si mobilita contro le politiche fallimentari sui grandi predatori. I falò di sensibilizzazione, unitamente a quelli accesi sulle pendici del Sassalbo e a Pany in Prettigovia, venerdì scorso, mandano un chiaro messaggio al nostro Governo e al Consiglio d’Europa: è ora di intervenire con misure concrete per regolare il numero di lupi nel nostro cantone, in Svizzera e in Europa.

Cansumé, 13 settembre 2019: con questo gesto simbolico, gli allevatori locali, i loro amici e simpatizzantihanno lanciato insieme un segnale chiaro soprattutto contro la propagazione incontrollata del lupo nel nostro cantone e la possibile colonizzazione da parte dei grandi predatori anche della nostra Valle.

La propagazione senza freni dei grandi predatori nei Grigioni, in Svizzera e in Europa colpisce soprattutto le regioni di montagna. Solo nell’anno corrente, il numero di branchi di lupi in Svizzera è aumentato da tre a otto. Di conseguenza anche il numero delle predazioni è in continua crescita. Ad esempio in Francia, il governo ha indetto delle misure d’emergenza per arginare la piaga del lupo. Nella Germania orientale, le tradizionali greggi nomadi sono minacciati dal lupo. È necessaria una politica sui grandi predatori coordinata e pratica, sia in Europa che in Svizzera.

È già sono stati fatti i primi passi. Fresca fresca è la notizia che sia il Consiglio degli Stati sia il Consiglio Nazionale hanno deciso che determinati lupi potranno essere abbattuti anche nelle bandite di caccia e nelle riserve. E poi la revisione della legge sulla caccia offre tuttora alla Svizzera la grande occasione di regolare autonomamente la gestione dei grandi predatori ed evitare delle condizioni inaccettabili come quelle che ci sono nei Paesi vicini.

La proposta di declassamento dello stato di protezione del lupo deve essere inoltrata nuovamente e con decisione dal Consiglio Federale al Consiglio d’Europa.

Le associazioni ATsenzaGP-GR e CH ci tengono a mettere in guardia sulla grandissima pericolosità di continuare a posticipare gli urgenti adattamenti della Convenzione di Berna per la conservazione incontrollata a tutti i costi dei grandi predatori. Secondo l’associazione CH, l’uscita dalla Convezione di Berna sarebbe la soluzione migliore e più promettente per il futuro. Già nel 2010, il Consiglio Federale ha ricevuto un mandato in questa direzione dalla Mozione Fournier “Revisione dell’Articolo 22 della Convenzione di Berna”.

Anche il ricchissimo patrimonio faunistico del Cantone dei Grigioni è in pericolo. Ad esempio, il branco di lupi del Calanda (con cinque nuovi cuccioli nati nel 2019) consuma almeno 300 ungulati (cervi, camosci, caprioli, stambecchi) all’anno. Se questo succedesse anche in Valposchiavo, il danno sarebbe ingentissimo e la libera pascolazione degli ovini in piccoli gruppi sulle nostre terre alte, nonché il nostro tipo di nomadismo in verticale con gli animali da reddito sarebbero finiti per sempre. La libertà, la felicità estiva, i grandi spazi aperti a disposizione di questi ultimi sarebbero pure definitivamente persi. Il loro destino sarebbe la recinzione, la permanente chiusura in stalla, l’allevamento tipo batteria, “la gabbia”. Tutto quello che allevatori bio autentici, consumatori rispettosi del benessere e della dignità delle creature del Pianeta e veri animalisti combattono da sempre.


Associazione per territori senza grandi predatori Grigioni, sezione valposchiavina

1 COMMENTO

  1. Mi chiedo quando e come quei 4000 (quattromila) capi di ovini che ogni anno cadono dalle rupi svizzere verranno ricordatii! Sebbene comprendo le preoccupazioni degli allevatori mi sembra anche giusto di rammentare questa cifra.