Mondiali di sci, Moreno Plozza: “Il free fall della discesa maschile è impressionante”

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I Mondiali di sci visti da un giovane talento di casa nostra. Moreno Plozza, 23 anni di Brusio, ha iniziato a sciare all’età di soli 3 anni e da subito ha capito che questa sarebbe diventata la sua grande passione. Portato alle competizioni già in età scolastica, lo sciatore di Brusio è entrato presto a far parte di una squadra juniores in Engadina, per poi passare al team “Regionalleistungszentrum Oberengadin”, con il quale ha disputato gare in molte località dell’arco alpino, vantando pure piazzamenti di rilievo. Da ricordare, fra l’altro, la sua partecipazione quale apripista alla mitica discesa del Lauberhorn nel 2014.

Fermato da un infortunio al ginocchio lo scorso mese d’ottobre, Moreno non ha potuto disputare la stagione invernale in corso, che lo avrebbe visto debuttare in Coppa Europa. I mondiali di sci a St.Moritz rappresentano per lui un evento speciale, vissuti con l’adrenalina di chi vorrebbe scendere a tutta da quelle piste, ma purtroppo non lo può fare. Le sue impressioni e i progetti riguardo il suo futuro agonistico ci vengono raccontati in questa intervista esclusiva.

Moreno Plozza in allenamento estivo allo Stelvio

Moreno Plozza, i mondiali di sci sono da poco iniziati e già si è entrati nel vivo delle gare. Come vivi l’atmosfera di questo evento a pochi passi da casa nostra?
L’atmosfera non la posso vivere nel migliore dei modi, come mi ero prefissato lo scorso ottobre, quando mi avevano contattato per partecipare quale apripista a delle gare. Personalmente lo trovo un grande evento per tutto il Cantone dei Grigioni e anche per la nostra piccola valle che confina con l’Engadina. Spero che tutti possano trarre dei vantaggi e festeggiare delle medaglie svizzere.

Da tempo ti alleni a livello d’élite e, uno dei prossimi passi potrebbe essere quello di arrivare in Coppa Europa. Cosa mancherebbe poi per scavalcare l’ultima barriera e approdare in Coppa del Mondo?
Sì, esatto, il prossimo passo sarebbe probabilmente stata la Coppa Europa nelle discipline di velocità, ma, purtroppo, dopo avere svolto un grande lavoro di allenamento atletico e sciistico durante il periodo estivo e autunnale, sono caduto violentemente durante un allenamento, procurandomi la rottura del legamento crociato anteriore al ginocchio. Fra l’altro, sempre l’anno scorso, prima di Natale, ho subito uno strappo muscolare, saltando in seguito circa due mesi e mezzo di stagione. La barriera per la Coppa del Mondo dipende tanto dai risultati in Coppa Europa. Ottenere buoni risultati in questa categoria potrebbe darti la possibilità di partecipare…

Torniamo ai mondiali. Tutto è stato preparato nei minimi particolari e non si sono lesinati sforzi per rendere i tracciati perfetti. Tu conosci le piste per averle già affrontate; come giudichi la difficoltà dei vari percorsi?
Chi pratica gli sport invernali conosce molto bene St. Moritz. L’organizzazione di un simile evento comporta ingenti sforzi e lo sfruttamento di molte sinergie, al fine di renderlo spettacolare in tutto il mondo. In questo ambito non bisogna dimenticare il lavoro dell’esercito e dei volontari, senza il quale sarebbe pressoché impossibile svolgere una simile manifestazione. Le piste le conosco bene anche se, in occasione del Mondiale, sono stati inseriti dei salti artificiali per aumentare le difficoltà e lo spettacolo. A livello femminile il super g e la discesa libera sono molto tecniche e complete, mentre i tracciati previsti per le gare di gigante e slalom non sono stati modificati e quindi dipenderà solo dalle condizioni della neve. Per i maschi il tracciato del super g è difficile per il fatto che ci saranno porte “cieche” e la pista movimentata da gobbe e salti. La discesa la trovo molto spettacolare già per la sua partenza con il “free fall”, da 0-140km/h in 6 secondi, inoltre ci sono lunghi curvoni da percorrere nel migliore dei modi; specialmente l’ultima curva, con la compressione prima del pezzo pianeggiante del salto Rominger. Come già detto per le donne, la pista prevista per il gigante non ha subito variazioni, mentre il tracciato previsto per lo slalom non è molto insidioso rispetto ad altre piste del circuito.

Moreno Plozza in gara allo Stelvio l’estate scorsa

Se potessi partecipare, in quale disciplina vorresti gareggiare?
Visto che mi piace molto la velocità, direi in super g e in discesa.

Hai già provato la partenza più ripida del mondo? Cos’è importante fare per vincere la paura della velocità?
Personalmente la partenza “free fall” non l’ho provata, ma ho solo fatto una ricognizione. Nel 2014 era stato previsto il recupero della discesa di Garmisch proprio a St. Moritz, ma, causa il maltempo, dopo aver effettuato la ricognizione dalla partenza originale “free fall”, la gara è stata annullata. Comunque, anche solo per averla provata in ricognizione, posso garantire che è molto impressionante. Infatti, i primi 50 metri, hanno una pendenza di 45 gradi. Per vincere la paura della velocità ci vuole un po’ di esperienza e allenamento. Le difficoltà possono essere la gestione della velocità stessa (circa 140 km/h) e l’affrontare la prima curva a sinistra, prima del tratto pianeggiante.

Moreno Plozza (con la tuta verde) in ricognizione sul “free fall” di St.Moritz nel 2014

Una volta la Svizzera era una “Skination” per eccellenza e sfornava giovani talenti a iosa. Da anni non è più così e, a parte poche eccezioni, i nostri atleti faticano a piazzarsi nei primi 10. Perché, secondo te, un paese come il nostro, che vive di sport invernali, non è più in grado di far crescere una generazione di talenti?
Molto difficile dare una risposta. Posso al massimo parlare degli ultimi 10-15 anni, prima non so bene come erano messi gli Svizzeri; però, da come ho sentito dire, erano molto forti. Comunque, vista la concorrenza, raggiungere in ogni gara dei piazzamenti nei primi 10 è un’impresa ardua. Inoltre posso pure garantire che il materiale a questi livelli gioca un ruolo fondamentale sia per la particolarità dei tracciati che per le qualità della neve. Per quanto riguarda invece il discorso legato al fatto di far crescere generazioni di talenti, posso affermare che al giorno d’oggi non è facile sia dal lato finanziario che di personale a disposizione; e penso qui agli allenatori. Gestire il tutto nel migliore dei modi, sin dai primi anni di sport, comporta un impegno non indifferente di tutte le parti coinvolte (atleta/famiglia/lavoro/studi ecc.). Inoltre, come in tutti gli sport, il livello è già molto alto sin dall’inizio.

Quante medaglie vinceranno i nostri atleti a St.Moritz?
Realisticamente penso si possano conquistare 5-6 medaglie.

Un’ultima domanda: quale sarà il futuro agonistico di Moreno Plozza?
Al momento non riesco a dare nessuna risposta. Nella mia testa, dopo l’intervento, mi sono prefissato di tornare come prima il più presto possibile. Come si può notare, negli ultimi anni gli infortuni sono aumentati, taluni in modo anche grave. Le ginocchia, per uno sciatore, sono indispensabili, perché tutti i carichi e le inclinazioni nelle curve si concentrano proprio su questi arti. Per uscire da un infortunio come il mio so che occorre avere pazienza e dedicare molto tempo alle terapie, ma sono consapevole che si possono trovare anche delle cose positive, che ti fanno capire che il lavoro svolto può venire ripagato. In questo momento non resta che pensare positivo e poi si vedrà.


Piero Pola