Secondo quanto riportato da un articolo pubblicato lo scorso 15 febbraio dalla NZZ, a firma Helmut Stalder, il livello dei laghi artificiali in Svizzera ha toccato, ad inizio febbraio, i minimi storici. Il 6 febbraio il volume idrico si attestava attorno al 26% delle capacità, mentre nel Ticino e nei Grigioni addirittura poco oltre il 24%.
Un livello inconsueto per la stagione e che ad inizio febbraio dovrebbe invece attestarsi attorno al 40%. A titolo di paragone, durante l’inverno 2015/2016, periodo in cui l’approvvigionamento di elettricità ha toccato momenti critici, le dighe disponevano ancora di una capacità attorno al 35%.
Come si apprende dall’articolo, le riserve d’acqua dovrebbero intanto continuare a decrescere anche durante le prossime settimane. Il normale decorso stagionale prevede infatti il punto più basso della curva altimetrica verso fine aprile, momento in cui le riserve non dovrebbero superare il 15%. Detto in altre parole, la situazione venutasi a creare ad inizio febbraio anticipa di tre settimane il regolare ciclo stagionale.
Ma a cosa sono dovute queste particolari circostanze? Sempre secondo quanto riportato da Helmut Stalder, il quale cita per l’occasione un portavoce della Elcom, lo svuotamento più rapido del previsto dei laghi artificiali è da ricondurre ad una concausa di fattori particolarmente favorevoli che hanno caratterizzato il mercato dell’elettricità in quest’ultimo scorcio di stagione, circostanze di cui hanno immediatamente approfittato i produttori di corrente.
In pratica, il gennaio freddo unito al fatto che molte centrali nucleari francesi non erano in produzione hanno causato delle difficoltà nella fornitura di corrente, specialmente in Francia ed in Italia, spingendo i prezzi fino ad un picco di € 90/Mwh. Durante il mese di gennaio i produttori svizzeri hanno generato più di 2’000 Gwh di corrente, utilizzando nella produzione quasi un quarto delle riserve d’acqua dei laghi artificiali, ciò parallelamente ad un minor sfruttamento delle capacità d’importazione di energia elettrica.
Della particolare situazione ha potuto approfittare anche Repower, la quale, come riferito dal suo portavoce Werner Steinmann, ha prodotto più energia del solito. “Non si tratta comunque di una svolta sul mercato dell’elettricità – tiene a ribadire Steinmann – ma piuttosto del riflesso di una situazione favorevole sul corto termine, che ha causato l’impennata dei prezzi. A medio termine – continua ancora Steinmann – i prezzi non si discosteranno tanto dai valori degli ultimi anni, rimanendo prevalentemente bassi. Una vera svolta non è pertanto ancora in vista.
Quali fattori favorevoli, come peraltro già indicato, egli accenna pure alla temporanea dismissione di molte centrali nucleari francesi per problemi di sicurezza, difficoltà dovute principalmente alla tenuta dell’acciaio degli involucri, il quale potrebbe non trattenere il vapore radioattivo in caso d’incidente. Da notare pure che, come tiene a sottolineare il portavoce di Repower, anche le centrali nucleari svizzere di Beznau I e Leibstadt sono fuori servizio da parecchi mesi, fattore quest’ultimo che ha pure contribuito a rendere più scarsa l’energia in rete, tenendo conto che le due centrali assieme producono quasi la metà dell’energia nucleare in Svizzera.
Riguardo invece la situazione dei nostri laghi, per Steinmann non c’è motivo di preoccupazione, anche perché il livello degli stessi ha subito una minore decrescita rispetto agli altri: “In base ai dati che disponiamo, i nostri laghi si trovano al momento leggermente al di sotto della media annuale; posso comunque confermare che, anche ad inizio febbraio, il livello non è mai stato così basso come riscontrato negli altri bacini idrici della Svizzera”.
Il picco di produzione sembra essersi nel frattempo calmierato, complice anche il clima più mite e una graduale ripresa della produzione in Francia.
Piero Pola
Sono vuoti, sopratutto (come descritto nell’articolo) perché dopo anni di debiti e lamentele da parte delle società idroelettriche, la produzione e la vendita di energia elettrica ha riportato tanti soldi nelle casse delle stesse. Ora c’é da sperare che non facciano come sempre hanno fatto e cioé buttarli dalle finestre in investimenti folli (magari in un qualche paese estero).