126 pagine di libro. Scritte con una cattiveria che mi verrebbe da suggerire all’autrice un buon terapista… uno spaccato di vita newyorkese… ma così strano da non saperlo descrivere. Qualcuno di voi lo ha letto? Io l’ho trovato angosciante per la freddezza e la totale mancanza di emozioni “normali”. Solo tanta cattiveria gratuita. Non lo consiglio. Sembra non finito oltretutto. Il gesto più eclatante del libro rimane sospeso. Senza una fine.
Boh!
Renata è un’adolescente grassa, stropicciata, disordinata e molto infelice. E ha delle ottime ragioni per esserlo: il padre, un avvocato di successo nella New York degli anni d’oro, è scappato con una giovane ragazza francese, lasciandola in balia della matrigna in uno splendido attico di Park Avenue. La matrigna è distrutta dalla fine di un matrimonio che credeva noioso ma felice, spaventata dalla solitudine e dalla sua età. La rabbia e il desiderio di vendetta si concentrano su due cose: l’attico con vista mozzafiato e il destino della figliastra grassa, che esce dalla sua stanza solo per preparare dei muffin che divora compulsivamente da sola, in cucina. Le ultime pagine del libro ci svelano quanto Renata conosca i segreti di famiglia più nascosti e indicibili; nella scelta tra una matrigna orribile e un padre egoista, sceglie una terza strada, forse senza ritorno. Il ritratto dei tre protagonisti, Arnold, Renata e J, è così potente ed esatto da farci rabbrividire.
di Yvonne / pagina fb