Curare la depressione: capire e non giudicare

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Serata sulla depressione alle scuole di Brusio
“Sei malato? Dove? Non vedo niente di rotto…” Questo il pregiudizio che fa soffrire maggiormente le persone affette dalla depressione.

Molti i presenti nelle palestre di Brusio, venerdì sera, per discutere e saperne di più sulla depressione. “Sono felice di poter salutare così tante persone, il primo passo per curare una depressione è proprio essere informati. Troppo spesso è ritenuta un tabu.” Così ha aperto la serata la signora Manuela Barizzi, responsabile del progetto dell’Alleanza grigionese contro la depressione.

“La depressione può colpire chiunque, nessuno ne è immune, ma si può guarire! Per farlo spesso serve aiuto, come quando si rompe un braccio e il medico lo ingessa. È del tutto normale.” ha poi continuato la signora Barizzi.

Assieme è stato visionato il film norvegese Nord. Purtroppo l’audio non era ottimale ed era difficile cogliere i dettagli dai dialoghi. Il film ha però lo stesso saputo affascinare. Il primo impatto lasciava perplessi, il protagonista Jomar si comportava in modo quasi assurdo per esempio non reagendo, con l’estintore in mano, quando la sua abitazione ha preso fuoco. Da quel momento ha inizio il suo viaggio in motoslitta, fatto di solitudine e incontri. Metafora per un viaggio interiore, alla riscoperta di se stesso. Dopo parecchio tempo grazie a una serie di eventi Jomar scopre di avere una meta, il paese dove vivono la sua ex-ragazza e suo figlio di quattro anni.

Dopo il film è stato dato spazio alle domande del pubblico, così che i presenti potessero veramente conoscere quello che gli interessava. Rispondevano a turno il dottor Andres Ricardo Schneeberger, medico specialista in psichiatria e psicoterapia e medico capo del Servizio psichiatrico ambulatoriale dei Grigioni meridionali, il dottor Mauro Albertini, medico di famiglia, il pastore Antonio di Passa e una signora che ha raccontato della sua esperienza con la depressione. Gruppo eterogeneo che ha così saputo rispondere alle domande più tecniche grazie ai dottori e quelle più emozionali tramite chi ha provato sulla propria pelle come ci si sente a soffrire di depressione.

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“Chi soffre di depressione è sempre stanco, gli manca l’energia perfino per decidere cosa fare. È svogliato, anche sapendo che deve reagire non lo fa, perché gli manca la forza.” Così ha spiegato brevemente i sintomi il dottor Andres Ricardo Schneeberger che il lunedì offre consulenza psichiatrica a Poschiavo.

Chi l’ha vissuta la descrive in questo modo: “Tu vorresti fare qualcosa, ma il corpo non ti segue in quello che tu vorresti realizzare.”


I medici di famiglia sono molto importanti nella diagnosi di una depressione. Il loro vantaggio è di conoscere il paziente anche nel suo ruolo sociale. Spesso sono la prima persona di contatto, in seguito se è necessario, consigliano uno specialista. Come racconta il dottor Mauro Albertini, sono confrontati con la depressione quasi giornalmente.

Per aiutare le persone nel lutto, il pastore Antonio di Passa, ha formato due gruppi. Oltre al suo aiuto le persone hanno così occasione di conoscere altre persone con esperienze simili creando così nuove reti sociali che sono estremamente importanti per un individuo.

La cura

Il medico di casa inizia a curare una depressione con dei farmaci, ma la cosa più importante è capire quale ne sia la causa. Ci sono anche cliniche specializzate per esempio in Engadina. Il famigliare è spesso coinvolto direttamente nelle cure.
Molte volte un depresso non vede una via d’uscita, deve quindi piano piano compiere il proprio cammino fino a ritrovare la serenità. In questo i famigliari devono stargli vicini, si devono sforzare di capire quello che sta provando e mai giudicare. Frasi come “Su dai, fatti forza!” o “Tirati su!” non aiutano, anzi creano sensi di colpa. Basta stargli vicini anche senza dire niente.

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