La bellezza delle Madonne vestite

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Mostra aperta fino all’11 marzo 2012
Giovedì 17 febbraio 2012, in un’accogliente sala del Vecchio Monastero a Poschiavo si è tenuta una conferenza sul tema delle statue vestite, argomento della mostra “In confidenza col Sacro”, in corso a Sondrio.

Dopo la proiezioni di un breve filmato che illustra sette diverse processioni svolte in Valtellina, la relatrice Francesca Bormetti, curatrice della mostra, ha saputo intrattenere il pubblico con i racconti degli avventurosi ritrovamenti delle statue, la loro storia e pregevolezza. La relatrice Silvia Papetti, studiosa e ricercatrice, ha invece parlato delle opere dell’intagliatore Giovanni Battista del Piàz (1683-1754). L’interesse per la preziosa Pietà di Poschiavo, opera del citato artista è stata notevole.

Molti sono i ritrovamenti di statue vestite in tutta Europa. Da Bruxelles alla Spagna, dalla Baviera all’Austria. In certe località spagnole si usano tutt’ora e da lì sono state esportate anche in America latina. Un bell’esempio svizzero è la Madonna Nera di Einsiedeln, i cui vestiti venivano cambiati secondo i colori del calendario liturgico.

La ricerca di Francesca Bormetti e degli studiosi che l’hanno aiutata si è basata soprattutto sulle Madonne, ma esistevano anche altre statue vestite di santi e sante o di Bambini Gesù. Queste icone erano molto popolari dal ‘500 al ‘800. Per ora si hanno notizie, grazie ad un lavoro di archivio, di circa novanta statue di cui una quarantina è stata ritrovata, in depositi, chiese secondarie o case private.

Le relatrici: Francesca Bormetti e Silvia Papetti

La ricerca di Francesca Bormetti ha avuto inizio a Mazzo, paesino valtellinese nel 1998. Nel deposito della parrocchia ha infatti trovato una statua che ha attirato la sua attenzione. Da lì è poi partita tutta la ricerca che ha coinvolto altri studiosi, storici, antropologi, storici d’arte e storici di tessuti. La lunga ricerca tra i solai, i depositi e soprattutto tra i documenti delle Chiese valtellinesi ha portato a grandi risultati. Uno studio pioneristico, mai erano state studiate le Madonne vestite della nostra zona. Bensì la tradizione di vestire le statue sia diffusa e studiata in diversi paesi dell’Europa, il feomeno valtellinese si distingue in diverse caratteristiche, non da ultimo per le similitudini fra i visi delle statue e le fisionomie locali. Si trattava di Madonne al passo con i tempi, sempre alla moda con i vestiti dell’epoca. Ripresentavano la bellezza delle donne locali e per questo vennero anche criticate dai vescovi, che nel ‘800 le proibirono, perché poco adatte a suscitare vera devozione. I vescovi sostenevano anche che il rischio di superstizioni fosse troppo alto data la “Confidenza col sacro”, dovevano quindi essere sostituite da altre sculture che non venissero vestite. Le statue, infatti, venivano vestite da donne che spesso donavano alla Madonna le proprie sotto vesti o anche i proprio vestiti. Il rito della vestizione era permesso solo a poche predilette e si svolgeva in modo discreto, ma per i Vescovi il contatto con il sacro era troppo intimo. La popolazione era, anche per questi motivi, molto affezionata alle proprie statue e quindi escogitò dei piani per salvarle nascondendole in chiese secondarie, depositi o case private.

Madonna del Carmine. Frontale, Val di Rezzalo, chiesa di San Bernardo. Foto di Massimo Mandelli

I corredi delle Madonne rispecchiavano la moda locale del tempo per questo i simulacri sono uno studio interessante anche per antropologi e per studiosi di storia della moda e del tessuto. Senza avere addosso i propri corredi, le Madonne, non erano altro che dei burattini. I gomiti e le spalle erano infatti snodabili, per facilitarne la vestizione e la messa in posizione.


Silvia Papetti si è specializzata sull’artista Giovanni del Piàz che dal Trentino nel 1703 si è stabilito a Lovero in Valtellina. Del Piàz si sposò in Valtellina ed ebbe due figlie, la prima Maria Maddalena entrò nel 1738 nel monastero agostiniano della Presentazione della Vergine di Poschiavo come educanda. Nello stesso anno del Piàz fu pagato per scolpire un’Addolorata da adagiare nella cappella del Monastero. Questa statua è scolpita nel legno ed è stata lasciata di legno naturale tranne che per il viso e le mani, dove è stata apportata della cromatura. Durante il trasloco dal vecchio al nuovo monastero anche la statua fu traslocata trovando posto nei corridoi del nuovo monastero.

Pietà di Poschiavo. Foto di Massimo Mandelli

Per la mostra le statue sono state trattate ma non ristrutturate. Sono in mostra a Sondrio nella Galleria Credito Valtellinese. Grazie al grande successo, l’apertura della mostra è stata prorogata fino al 11 marzo 2012. C’è pure al possibilità di visitare la mostra con una guida.

Scarica la locandina!

*Foto in alto a sinistra: Madonna Torre di Santa Maria, chiesa della natività della Beata Vergine Maria. Foto di Massimo Mandelli