Un ricordo da inserire nella “Stele della memoria”

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Una toccante storia vissuta e raccontata da Luisa Moraschinelli
Ammirabile il ricordare la storia degli ebrei nella nostra zona di confine, quello che si fa in questi giorni con la messa in posa della “Stele della memoria” in quel di Tirano e precisamente oggi, sabato 1. giugno, con seguito di manifestazioni all’Aprica, come già annunciato dalla pubblicità.

A questi incontri sarà presente anche Alan Poletti, autore del libro Un’altra vita dove sono raccolte testimonianze al di qua e al di là della frontiera. Visto che ci siamo ancora noi (per età pochi) fra le tante testimonianze mi sia permesso aggiungerne una diretta personale che sicuramente nessuno la data e che è sempre presente nella mia memoria di quel tempo. Il ricordo di una bimba in fasce.

Era il periodo in cui i perseguitati ebrei, dopo che quelli rifugiati in Aprica erano già stati messi in salvo, fuggivano dalle città italiane e una delle vie aperte era sempre quella della zona di confini e in questo caso, di Tirano e dintorni, per passare la montagna. Io ragazzina lavoravo in un alberghetto sulla piazza della stazione a Tirano e quindi vedevo arrivare quei fuggiaschi, dall’apparenza signori in vacanza, pernottare una notte o due nell’albergo e poi sparivano. Fra i tanti, una giovane coppia con una bimba in fasce. La terza sera che alloggiavano nell’albergo, di tarda notte, tenuto conto che nel mio servizio c’era da attendere l’ultimo treno, vidi l’insolito trambusto nella cucina dell’albergo, di solito chiusa a quell’ora. Sul tavolo fra pannolini, stesa una bimbetta che, nonostante la tragica situazione sgambettava sorridente, mentre la mamma l’avvolgeva nelle fasce, preparandola al lungo faticoso viaggio sulla montagna. Ad accompagnarli, due giovani passatori che attendevano inquieti nel cortile dell’albergo (albergo dove, guarda caso, alloggiavano i due capi del gruppo di tedeschi a Tirano, e mai li ho visti intervenire su i pur numerosi ebrei che arrivavano, in quei giorni, nell’albergo per essere accompagnati dai passatori).

Certo nessuno ha mai parlato di questo caso, ma sicuramente quella bimba oggi vive senza aver lasciato traccia a Tirano. Rimasta però viva nella memoria di una ragazzetta, quale ero io; è un ricordo vivo e lo è ancora oggi. Nessuno ricorda l’ansia di quella ragazza, per tutta la notte (nella speranza di non vederli tornare indietro) affrontare nella paura quel tragico viaggio come era successo la mattina precedente a due anziani che ritornati indietro, di fronte al pericolo, li ho sentiti dire: “Se dobbiamo arrischiare di cadere sfracellati sulle rocce, tanto vale finire fra le mani dei tedeschi” e ripresero il treno di ritorno da dove erano venuti. Ma la coppietta, con la bimba, non ha fatto ritorno all’albergo e nessuna catastrofica eco si è sentita, quindi hanno superato il confine e si sono messi in salvo. Non conosciamo il loro nome, ma includiamo anche questa bimba, simbolicamente nella Stele, anche se sono forse l’unica a conservare un ricordo di lei, andato a buon fine.


  • Per approfondire l’evento, leggi qui.

 

Luisa Moraschinelli