La stria: chi era?

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Il ricordo di Luisa Moraschinelli
Da tempo non si sente parlare di “strie” o streghe, ma c’e stato un tempo non lontano in cui se ne è parlato e per caso, ne trovo nominata una sul giornale locale e allora ricordiamole anche loro che, almeno da mia esperienza sono state vittime di ingiuste persecuzioni.

Veramente anche se non sono giovane, ma comunque non del tempo della diretta persecuzione alle cosiddette streghe o strie, ancora ai miei tempi, da ragazzina ho avuto modo di conoscerne una, almeno tale era considerata, da voce comune e non solo l’ho conosciuta, ma ho vissuto a tu per tu almeno due stagioni estive, per lavoro fuori casa. Cosa aveva di particolare? Niente. Era una donnetta buona e che, visto la mia giovane età ancora non decenne, in un paese lontana da casa, mi aiutava nei lavori che i padroni mi avevano affidato: la cura di una mucca, di due pecore e il maiale, e quei lavoretti della campagna dove, a fine settimana, la padrona veniva a completare.

La donnetta, già di una certa età, mi dava una mano, per es. a mungere la mucca che evidentemente io non ero capace e poi quando cucinava per sé la polenta o la minestra, mi permetteva di aggiungere una manciata di farina o riso o pasta, e così, mangiando assieme me la cavavo. Alla sera dopo quel piatto di minestra e un pezzo di pane e formaggio, mi faceva recitare il Rosario con lei e poi io andavo nel letto della stanzetta lì vicino e lei si intratteneva fino a tardi a filare (ancora con la rocca) e cantarellava da sola: “La viulèta la va, la va, la va, la va, la va, la và…”

Cosa c’entra tutto questo con le strie? Per me niente. Tutto era normale, ma erano le bambine del vicinato, che incontravo sul pascolo durante la giornata, che mi dicevano: “Ta gh’e miga paüra a sta an cà cun quèla dona, ca l’e ‘ n’na stria?”* E per completare l’informazione, visto la mia incredulità a quanto dicevano, aggiungevano: “Si, la fac’ deleguà an um cuma la nef al sol”. Cosa intendessero con questa ultima spiegazione, io non l’ho mai capito.

Comunque questa informazione non ha influito su di me, visto che nella pratica, quella donna non aveva niente di diverso di una buona donnetta di montagna. Comunque non mi feci influenzare da quella opinione pubblica a danno ingiustificato di quella anziana e ancora a quei tempi, non così lontani, non era unica a essere ritenuta una donna dai poteri occulti, così considerata nella società in cui vivevamo. Questa esperienza e altre nel corso della vita, mi hanno fatto pensar che le cosiddette streghe o strie, erano solo frutto di un accanimento, di un giudizio negativo su donne che stavano “sul suo” come si usa dire e forse anche superiori alle altre e era proprio in questa loro vita ritirata, che non capendole a fondo, le isolavano e non solo, attribuivano loro dei malefizi che non avevano ragione di essere.

L’era della persecuzione, alle cosiddette streghe o strie da tempo è passata, ma nella pratica qualche cosa è rimasto se pur con meno accanimento. All’osservatore non sfuggono certi atteggiamenti e giudizi negativi verso un ragazzo della compagnia, nelle scuole o anche nella contrada, o anche di adulti nelle associazioni o nel vicinato. Individui sui quali cadono giudizi errati, vengono isolati e a fatica devono combattere contro l’idea generale di essere “quello che porta iella” o altro, persino rendendolo colpevole del tempo bello o brutto che sia.

 

Luisa Moraschinelli


*Non hai paura a stare con quella donna, che è una strega? Che ha fatto sciogliere un uomo come la neve al sole?