Come ogni anno il Natale è arrivato puntuale. I primi segni del suo arrivo si sono fatti sentire già a metà novembre, quando i volantini pubblicitari hanno riempito le cassette delle lettere di mezza valle. Sono comparsi poi gli addobbi e i calendari d’avvento, in vendita nei negozi. Infine, come per magia, sono apparse le decorazioni di Natale, appese un po’ per tutto il paese e, in piazza, l’albero è spuntato come un fungo.
Come vivevano il Natale i nostri nonni?
Dopo tutto questo trambusto è finalmente arrivato il Natale, per la gioia, o lo stress, di tutti. Anche casa mia è stata messa in subbuglio dall’arrivo del Natale. Come in molte altre famiglie, anche da noi la tradizione vuole che questa festa si passi dai nonni.
Penso che il Natale sia una di quelle feste a cui ognuno attribuisce un significato particolare; c’è chi lo vive in modo più religioso, chi lo passa con la propria famiglia e chi invece non lo ama particolarmente e pensa che sia una festa rovinata dal commercio. Uno di questi giorni, mentre pensavo a quali regali avrei potuto fare, mi sono chiesto com’è cambiato il modo di vivere questa festa negli ultimi cinquant’anni. Come il Natale era vissuto prima dell’arrivo della televisione e dei film, che tanto hanno influenzato il modo in cui le persone passano questa giornata. Per trovare una risposta a queste domande ho fatto la cosa più semplice ed efficace che mi è venuta in mente: chiedere a mia nonna come si viveva il Natale quando lei era bambina.
Ho la fortuna di vivere nella stessa casa dei miei nonni, quindi devo solamente salire un piano di scale per farle le mie domande. Trovo mia nonna in cucina, intenta a preparare il pranzo. Si chiama Vilma Isepponi e ha vissuto a Poschiavo per più di 85 anni. Quando le chiedo come passava il Natale da bambina, mette da parte le patate che sta sbucciando e si siede con me al tavolo della cucina, felice di potersi immergere nei ricordi.
Subito mi dice che ora tutto è diverso, i suoi primi ricordi risalgono alla fine degli anni ’30, e da allora molte cose sono cambiate. Innanzitutto, in paese non si appendevano le decorazioni, ma in cambio le nevicate erano quasi sempre abbondanti, dando al tutto un’atmosfera ancora più magica. Per togliere la neve dalle strade non c’erano ancora gli spazzaneve motorizzati, ma si usava una particolare slitta, dotata di una lastra di ferro e trainata da cavalli. Questo sistema un po’ rudimentale non era efficace come i moderni macchinari, e sulle strade rimaneva sempre uno strato di neve, ideale per andare con la slitta.
Come tutte le famiglie dell’epoca, anche quella di mia nonna era molto numerosa e il Natale si festeggiava solamente con i genitori e i fratelli. Nonostante non ci fosse tutta la famiglia allargata, erano sempre in 10 o in 12. Era una festa attesa da tutti; ogni anno decoravano l’albero, con addobbi e candele, ma non c’erano i calendari d’avvento, le lucine elettriche o le altre cose che si fanno oggi. Traditional dating may be quite tricky and often requires a lot of effort, besides it does not always get you the results you have been longing for.
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Per pranzo si preparava qualcosa di speciale, e delle volte c’era persino una torta, considerata quasi un lusso all’epoca. La sera tutti si riunivano attorno all’albero acceso, per cantare delle canzoni o recitare delle poesie, spesso imparate a scuola. I bambini ricevevano delle arachidi, dei mandarini o qualche mela. Delle volte c’erano anche dei regali, ma erano cose pratiche come maglioni e calzini. Ancora più raramente si ricevevano dei giocattoli, ma dovevano essere condivisi con i fratelli.
In poche parole era una festa molto più semplice e legata al significato vero del Natale, e cioè la nascita di Gesù. Oggi ci si è allontanati un po’ dal significato originario, che rischia di essere messo in secondo piano da tutte le nuove mode che si sono aggiunte negli ultimi anni. Vedendo però come mia nonna ricorda volentieri questa festa, non ci vuole molto a capire che sono del tutto superflue, e che ci si può divertire anche senza.
Daniele Isepponi