1. Agosto in Piazza, tra festa, folclore e patriottismo

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Una Festa Nazionale all’insegna della tradizione, quella svoltasi martedì sera in Piazza a Poschiavo. Al cospetto di un numeroso pubblico, tra cui anche molti turisti e persone giunte da fuori valle, per l’occasione salutate nelle quattro lingue ufficiali dal Cancelliere Nicola Passini, in veste di cerimoniere, il programma della serata si è svolto nella consueta alternanza di discorsi ufficiali ed intermezzi musicali, magistralmente interpretati dalla Filarmonica comunale di Poschiavo, supportata per l’occasione da una maiuscola esibizione dei propri tamburini, come pure dal suono del corno delle alpi.

Ospite d’onore di una splendida serata estiva, che ben si coniugava con il caratteristico folclore di festa all’aperto tipica del Primo Agosto, il Consigliere Nazionale PDC di Zugo, Gerhard Pfister, invitato a Poschiavo per l’allocuzione ufficiale.

Un discorso, quello del Presidente del PDC Svizzero, incentrato sulla forza di una nazione che negli anni ha saputo assurgere a modello di prosperità e stabilità e le cui prospettive sono ancora le migliori che un Paese possa offrire: “In quasi tutti i confronti, la Svizzera si colloca tra i migliori paesi in termini di prosperità, sicurezza, istruzione, innovazione, basso tasso di disoccupazione, finanze sane, fiscalità e libertà”.

La Svizzera, a detta di Pfister, trova molta ammirazione all’estero per l’innata capacità del suo popolo nel saper decidere in modo pragmatico e responsabile e la cui sovranità non è solo un concetto retorico ed astratto: “La Svizzera del 2017 non è la regola nella storia dei Paesi, ma l’eccezione in assoluto, un caso senza eguali”

Un discorso, quello di Gerhard Pfister, coronato da un lungo applauso e preceduto da un intervento introduttivo proposto dal Podestà Alessandro Della Vedova il quale, soffermandosi dapprima sul non facile periodo politico e congiunturale attraversato in questi ultimi anni dal Comune di Poschiavo, ha poi concluso le proprie riflessioni soffermandosi sull’importanza di salvaguardare l’aspetto plurilingue e culturale sia in Svizzera che nel nostro Cantone, nella convinzione che, nel Cantone dei Grigioni, ci sia bisogno di Valposchiavo: ”Il nostro Cantone è finanziariamente molto solido, con riserve per circa 2.5 miliardi di franchi; però fa fatica, poiché è grande, disomogeneo e multiculturale e, spesso, quest’ultimo aspetto, non viene capitalizzato a dovere. Auguro quindi al Cantone che possa trovare quella verve e quello spirito tipici della Valposchiavo e mi permetto d’aggiungere che sia il Cantone dei Grigioni che la Svizzera hanno bisogno di italianità.”

Interessante e degno di nota l’ultimo stralcio dell’intervento di Della Vedova il quale, prendendo spunto dall’accorato appello sulla salvaguardia del plurilinguismo, afferma ancora quanto segue: “Sapete che la Valposchiavo, almeno così si vocifera, è in lizza per posizionare, il prossimo anno, uno dei suoi uomini in Governo. Non sappiamo se questo si avvererà, ma se così fosse sarebbe evidentemente un bene non tanto per la Valposchiavo, ma per l’intero Cantone dei Grigioni, perché non può mancare l’italianità all’interno di un organo politico così importante.”

La parte ufficiale, prima dello spostamento a Le Prese per i tradizionali fuochi d’artificio e la festa popolare, si è poi conclusa sulle note del Salmo Svizzero intonate dalla Filarmonica comunale di Poschiavo diretta da Gioacchino Sabbadini.

Splendida la sinfonia, praticamente assente, purtroppo, la vocalità da parte del popolo. Forse il testo è veramente troppo difficile, ma cambiare, come ben ribadito anche da Gerhard Pfister nel proprio discorso, non dovrebbe essere propriamente in cima alle priorità del Paese.


 

Con quest’ultimo contributo mi congedo dagli affezionati lettori. Si conclude qui la mia splendida esperienza professionale presso la redazione del Bernina, che ha avuto inizio nel giugno del 2015. Lascio un lavoro che in tutto questo tempo mi ha seguito come un’ombra, mi ha regalato tante soddisfazioni ed ha arricchito le mie giornate, permettendomi di crescere sia umanamente che intellettualmente.
Poter raccontare la nostra valle è stato per me un privilegio: ho imparato a conoscerla più a fondo, a vivere realtà a me sconosciute, ad ascoltare la gente e coglierne i suoi bisogni. Ho vissuto in prima persona la straordinaria vitalità di una piccola regione periferica che combatte ogni giorno la sua battaglia per emergere da una posizione che non sempre la favorisce e che prova ad emanciparsi, capitalizzando al meglio i pochi mezzi a sua disposizione, da un mondo sempre più globale e centralizzato.
Ho cercato di raccontare la valle senza mai dar nulla per scontato, comunicando in modo semplice e sperando d’essere riuscito a farmi capire. Mi dispiace e mi scuso se talvolta ho urtato qualcuno nei toni, ma nel mio lavoro ci ho sempre messo il cuore.
Ringrazio Marco e Ivan per lo splendido rapporto, l’amicizia e la collegialità, così come tutti gli altri colleghi di redazione e il Comitato dell’associazione “IL BERNINA”,  per l’ottima collaborazione e l’incondizionato appoggio che mi hanno sempre conferito.
Lascio il Bernina per intraprendere una nuova sfida professionale, ma la redazione rimarrà sempre parte di me stesso.

Piero Pola