Dal chiarore che penetra sotto le tende chiare, ancora chiuse, capisco che la luce è cambiata. I primi raggi illuminano li Cresti da Vartegna, che già sfoggiano una lieve incipriata bianca sulle cime. È tornato il bello, in questa valle dalla magica luce. Agguanto la macchina fotografica ed esco.
Mi muovo in lungo e in largo alla ricerca degli stessi scorci che furono fotografati un tempo. “Suchen Sie jemanden?” mi chiede una signora vedendomi titubante, con la Nikon al collo. In effetti quasi mi sento un po’ turista, alla ricerca di paesaggi che oggi stanno scomparendo.
Mi dicono che fino agli anni ’70 i “runchet” sui lati della valle erano ancora in gran parte coltivati; con alberi da frutta oppure grano, patate… addirittura c’era l’uva! Oggi di questi terrazzamenti resta poco, alcuni sono stati rifatti, altri giacciono sepolti dalla vegetazione che cresce, dal bosco che incombe.
Guardo i muri a secco e mi viene il mal di schiena solo a pensare alla mole di lavoro svolta da chi ci ha preceduto. Sarebbero da mantenere, questi muri, anche solo in rispetto degli artigiani passati.
Il paesaggio culturale e rurale della Valposchiavo, con i suoi elementi caratteristici come i muri a secco, i terrazzamenti, gli “scelé” o “crot”… è un patrimonio incredibile che abbiamo ereditato. Questo paesaggio non solo impreziosisce la valle esteticamente, ma ne racconta la storia e stimola la curiosità del viandante.
A questo scopo, sabato 28 ottobre alle ore 17:00 nascerà Terra Nostra, associazione che vorrà occuparsi di recuperare e valorizzare il nostro paesaggio, sensibilizzandone la popolazione.
E come cantano i “Bardane le Rouge”, coppia di musicisti viandanti che trascorreranno l’inverno in valle:
Yo soy de donde voy
Con alegría de donde vine
(Sono di dove vado
Con l’allegria di dove provengo)
Per Terra Nostra, Elisa Bontognali