Il liutaio Francesco Cortesi: un artigiano per l’arte

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Francesco Cortesi, classe 1988, lavora come liutaio. Una professione che, anche se ha una componente artistica importante, è prevalentemente artigianale. Il liutaio è quindi un artigiano, mentre il musicista è l’artista vero e proprio.
Per Francesco, il primo avvicinamento al legno, la materia prima, avviene quando frequenta la scuola di ebanista a Tirano. Contemporaneamente, nei pomeriggi scolastici ha avuto la possibilità di avvicinarsi al mondo del restauro nella bottega dell’antiquario e restauratore Perrucci a Tirano, dove principalmente lavora su mobili antichi.
Il vero e proprio approccio alla liuteria però è avvenuto quando ha iniziato a studiare presso la scuola Bottega di Parma. Una scuola molto più pratica, rispetto ad altre in Italia, dove la teoria la si apprende lavorando direttamente al banco di lavoro.
Nel 2013 Francesco ritorna a Poschiavo, dove apre un piccolo ma ben attrezzato laboratorio per la costruzione e il restauro di violini, viole e violoncelli.

Come mai hai deciso di ritornare a Poschiavo per aprire la tua liuteria?
Innanzitutto ho scelto Poschiavo perché vi sono nato ma non vi ho quasi mai vissuto per davvero, avendo lasciato la valle quando ero ancora un bambino. Quindi si può dire che per me è stato un ritorno alle radici. Poi anche la famiglia e la tranquillità di una valle di montagna sono stati dei punti a favore.
Inoltre, bisogna dire che, sebbene in Italia siano presenti le scuole di liuteria più importanti al mondo, poter vivere di questa attività sarebbe risultato molto più difficile rispetto che in Svizzera.

Qual è la clientela a cui ti rivolgi?
Generalmente i miei clienti sono svizzeri. Ideale per un liutaio sarebbe poter lavorare su commissione, costruire uno strumento sapendo già sin dall’inizio che verrà acquistato da qualcuno. La costruzione di un violino impiega alcuni mesi di lavoro; per gli strumenti più grandi le tempistiche possono addirittura raddoppiare: quindi, lavorare su commissione da molta più sicurezza. Finora però sono sempre stato piuttosto fortunato.

Quali sono state le difficoltà?
All’inizio è stato difficile perché lavorando in un mercato di nicchia bisogna avere un po’ di pazienza e umiltà affinché si diventi conosciuti, regola che vale anche per altre professioni.
Un altro aspetto per me difficile è stato riuscire a gestire il mio lavoro. Essendo indipendente e non avendo colleghi sono completamente libero nella scelta degli orari e trovare un ritmo efficace non è stato così evidente.
Guardando alla clientela, invece, lavorando in una località di periferia perdo gran parte del lavoro di manutenzione siccome i clienti non sono sempre disposti ad affrontare il lungo viaggio fino a Poschiavo per interventi di minore importanza.

Qual è un aspetto del tuo lavoro che ti piace particolarmente?
Un aspetto che mi piace molto è che, partendo da una semplice e grezza tavola di legno, si può arrivare ad un oggetto leggero, fine ed elegante. A prima vista il legno può sembrare una materia poco plasmabile: però, sotto la durezza degli strumenti si trasforma, si assottiglia e si leviga, assumendo forme barocche e dando vita a suoni melodiosi. Guardando uno strumento finito non si riesce quasi a immaginare il punto di partenza, ovvero il legno grezzo, un concetto che si rispecchia anche in altri aspetti della vita.

Il futuro invece cosa ti riserva?
Per i prossimi anni sicuramente continuerò la mia attività a Poschiavo; in un futuro più lontano non escludo un trasferimento in un’altra città, ma non ci sono progetti concreti…


A cura di Alice Isepponi

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