PyeongChang da record per la Confederazione

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La cerimonia di chiusura dell'Olimpiade in Sud Corea. Immagine da: www.olympic.org

Ultima domenica di gare a PyeongChang, ultima giornata olimpica: la settimana che si chiude ha portato alla Svizzera nuove medaglie, aggiornando il medagliere a quindici, proprio come a Calgary nel 1988.

 

Albe di emozioni per tutti gli appassionati. Ora le Paralimpiadi

Ben tre i trionfi d’oro per lo Sci Alpino, nella combinata femminile con Michelle Gisin; nel Team Event, la gara a squadre miste (Wendy Holdner, già bronzo nella combinata, Denise Feierabend, Ramon Zenaeusern, Daniel Yule e Luca Aerni), per la prima volta alle Olimpiadi; nel gigante parallelo snowboard con il grigionese Nevi Galmarini. Sci alpino, curling, freestyle, snowboard: ecco le discipline che nell’ultima settimana di competizioni hanno regalato emozioni intense, pur con la difficoltà degli orari, talvolta davvero proibitivi.

Seguire una gara olimpica in diretta ha imposto sveglie antelucane ma per gli appassionati ne è valsa la pena; penso alla combinata alpina, con la discesa libera prima e lo slalom speciale dopo, combattuto come accade di rado nelle gare di Coppa del Mondo, con colpi di scena che hanno stravolto i pronostici della partenza.

Sono sempre impressionata dagli atleti che si cimentano nelle combinate; ci vogliono capacità davvero speciali, attitudini tecniche specifiche, concentrazione e tattica. Discesa libera e speciale non sono solo tecnicamente agli antipodi, lo sono anche dal punto di vista della condotta di gara. L’audacia richiesta dalla discesa impone gradualità del gesto tecnico, capacità di leggere e memorizzare il terreno, scorrevolezza e velocità; lo slalom richiede prontezza, rapidità del gesto tecnico, reattività. Nell’una come nell’altra disciplina, il coraggio della tecnica si trasforma in accelerazione. Cambia, e molto, anche il campo visivo: campo lungo, lunghissimo e ampio nella discesa libera, campo stretto e incalzante nello slalom, “un palo via l’altro” da anticipare con il braccio per conservare la traiettoria giusta degli sci. Chi fa meno strada, o si dimostra più scorrevole, ferma prima il cronometro.

Immagine da: www.valposchiavo.ch

Lo sci alpino è un dialogo incessante con i centesimi di secondo, quelli che ti scorrono nella testa e si depositano nei muscoli e quelli che scandisce il cronometro, unico giudice delle prestazioni. Affascinante, non c’è che dire ed è una situazione elettrizzante, che tuttavia la vita può riservarci anche nel lavoro.

Tempus fugit: tra un’alba e l’altra, trascorsa a seguire le gare, è arrivato il momento di salutare con un velo di malinconia PyeongChang e accogliere Pechino, la sede delle Olimpiadi invernali del 2022. Ancora una volta, l’Asia sarà il centro delle discipline invernali e chissà che tra quattro anni le squadre di quel continente non abbiano modo di migliorare il proprio medagliere. Per adesso, almeno dal punto di vista dei risultati, il centro del mondo è nel Vecchio Continente, in Norvegia e nell’arco alpino.

Attenzione però, PyeongChang è già pronta per le Paralimpiadi. Il saluto, quello finale, è rimandato a marzo. Per tutti noi appassionati di sport invernali ci sono ancora giorni di emozioni!


Chiara Maria Battistoni