Uno studio svolto l’anno scorso da Agroscope e dalla Scuola universitaria di scienze applicate di Zurigo (ZHAW) ha affermato che il rischio di burnout, ovvero l’esaurimento dovuto allo stress tra agricoltori e contadini è doppio (12%) rispetto alla media elvetica (6.1%). I valposchiavini Renzo Tosio e Pierino Rada confermano queste difficoltà riscontrate nel settore primario. I dati della ricerca sono stati raccolti tra oltre 4000 contadini, un gruppo che rispecchia a grandi linee la struttura agricola svizzera.
Tra le cause di questo rischio elevato figurano la situazione finanziaria: spesso, infatti, gli agricoltori devono affrontare investimenti elevati per l’acquisto di macchinari e infrastrutture e i debiti diventano importanti. Una differenza tra gli agricoltori di montagna, come quelli in Valposchiavo, e quelli che lavorano in pianura riguarda i pagamenti diretti: vista la maggiore mole di lavoro dovuta all’asperità del terreno, i contadini di montagna ricevono pagamenti diretti più vantaggiosi, il che li rende più indipendenti dall’andamento del mercato. I contadini di pianura, che riescono a produrre di più con meno sforzi, invece, dipendono dall’andamento del mercato e un abbassamento dei prezzi dei prodotti può avere conseguenze devastanti per la situazione finanziaria di un’azienda.
Un’altra causa che può portare al burnout è la mancanza di tempo libero. “Specialmente in inverno, – afferma Renzo Tosio, contadino di Poschiavo – quando le mucche sono in stalla, è difficile riuscire a ritagliarsi del tempo per sè stessi o per la famiglia, in quanto bisogna sempre essere presenti. Prima, – aggiunge Tosio – quando lavoravo come macellaio, avevo spesso due giorni liberi di fila, cosa che mi permetteva di staccare completamente sia psicologicamente che fisicamente; adesso, invece, le ore libere che ho a disposizione sono sempre frammentate”.
Pierino Rada, responsabile dell’Associazione Agricola Poschiavo riferisce invece che all’interno dell’associazione il tema è conosciuto, anche se è difficile dire quanto sia presente in valle. “Bisogna dire – afferma – che negli anni il lavoro del contadino è cambiato parecchio: i ritmi sono diventati sempre più serrati e le misure da adottare più severe. Inoltre, una volta gli agricoltori rappresentavano una maggioranza, mentre oggi siamo sempre meno e farsi ascoltare è più difficile”.
Altre cause legate al burnout emerse dallo studio sono lo stato generale di salute, così come i conflitti derivanti dallo stretto legame tra lavoro e famiglia.
Trovare un rimedio a questi problemi è spesso difficile, però, come per altre professioni, imparare a gestire lo stress può essere di grande aiuto: “Quando sento di essere stressato solitamente faccio sport – precisa Renzo – per me è un buon metodo per riuscire a staccare completamente in poco tempo e aiuta molto a rilassarsi”.
Alice Isepponi