APE, Michela Giudici nuova monitrice

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Dal gennaio 2018, dopo una lunga ricerca, l’APE ha finalmente trovato un monitore. Si tratta di Michela Giudici di Tovo S. Agata, in Valtellina. Dopo aver conseguito il diploma ad indirizzo linguistico si è laureata alla facoltà di Psicologia dell’Università di Pavia. Ha continuato la sua formazione seguendo un master in ambito psicologico per poi completare il ciclo di studi con la scuola di specializzazione in Psicoterapia. Durante questo periodo ha avuto la possibilità di lavorare come educatrice in diversi contesti (scolastico, extrascolastico e domiciliare). Al momento, oltre ad essere impegnata con l’associazione APE, comincerà una collaborazione con l’Appoggio Famigliare di Poschiavo. Per quanto riguarda la Valtellina collabora con lo studio multidisciplinare Spazio Salute di Grosio in qualità di psicologa.

 

Qual è il bilancio dei tuoi primi mesi di attività? Sei soddisfatta? Cosa c’è ancora da migliorare?
Il bilancio dei primi mesi di attività è sicuramente positivo; fin da subito mi sono sentita accolta e supportata dai volontari dell’associazione; la sinergia e il clima di fiducia reciproca che si sono creati sono stati fondamentali per partire con il piede giusto.
Si dice che ci sia sempre da migliorare e sono d’accordo; la direzione che stiamo seguendo è quella giusta anche grazie ai feedback che riceviamo dalle famiglie e dalla comunità. Nel mese di settembre ricominceranno le attività; il calendario di quest’anno è davvero ricco di appuntamenti interessanti; chi volesse partecipare ad un’ attività di prova è il benvenuto.

Come giudichi, a livello di utilità sociale, l’attività dell’APE?
Dal mio punto di vista l’attività che svolge l’associazione APE ha un’utilità non indifferente.
Insieme alle altre associazioni del territorio offre a bambini e ragazzi l’opportunità di vivere delle esperienze in un contesto semplice ma denso di valori. Il contatto con la natura è uno dei punti cardine della filosofia dell’APE; rispetto, spirito di gruppo, condivisione, solidarietà e ovviamente divertimento sono gli altri ingredienti che contribuiscono a rendere l’esperienza scout così interessante e completa.
Quello che offre l’APE è un ambiente “sano” dove i ragazzi possono incontrarsi e fare delle esperienze insieme in maniera responsabile e divertente.

Cosa ti piace di questo lavoro e cosa ti piace della Valposchiavo?
Quello che più mi piace di questo lavoro è la possibilità di stare con i ragazzi in una dimensione naturale, semplice ed essenziale. Quando ti trovi in un bosco, lontano dalla valanga di stimolazioni alle quali siamo ormai sottoposti tutti i giorni, i sensi trovano finalmente spazio per percepire e le menti per incontrarsi, per condividere, per fare esperienze reali. Così può diventare un’avventura preparare un pranzo sulla riva di un fiume senza l’aiuto di strumenti se non di un pentolone.
Oppure sedersi tutti intorno al fuoco di campo prima di andare a dormire può essere un’alternativa ben più emozionante a televisione e pc.
Per quanto riguarda la Valposchiavo sicuramente apprezzo l’interesse che gli enti e le associazioni manifestano per i giovani. Credo sia un punto di forza fondamentale per recuperare lo svantaggio geografico con il quale questa valle si trova a fare i conti.

Credi che la tua esperienza nell’APE possa durare per diversi anni?
L’esperienza con l’APE durerà sicuramente altri due anni, allo scadere dei quali decideremo il da farsi. Se nel frattempo qualche giovane scout deciderà di mettere a disposizione il suo tempo e le sue energie per l’associazione lascerò volentieri il testimone.
Comunque vada sono certa che continuerò a dare il mio contributo all’associazione anche in forma volontaria. Come diciamo noi: “una volta scout, per sempre scout.”


A cura di Marco Travaglia

 

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione