Identità e quarta lingua, Cassis: Svizzera sia se stessa, bandiera quadrata come nessun altro

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La Svizzera deve rimanere se stessa, alla stregua della sua bandiera, che – unica – insieme solo a quella della Santa Sede – “è e rimane quadrata, anche se non si adatta ai pennoni del mondo”: lo ha affermato oggi il consigliere federale Ignazio Cassis, in un discorso a Zuoz (GR) per i 100 anni della Lia Rumantscha.

“L’armoniosa croce bianca su fondo rosso non cambia. Anche l’asse verticale, da ovest a est, e l’asse orizzontale, da nord a sud, sono della stessa lunghezza e larghezza”, ha detto il ministro degli esteri, stando al testo scritto del suo intervento. “Perché
ci prendiamo cura gli uni degli altri” e “possiamo esserne fieri”.

Cassis ha sottolineato come quella in Alta Engadina sia stata l’ultima tappa di un viaggio di tre giorni che lo ha portato in tutte le regioni linguistiche. Non peraltro senza polemiche: non a tutti è infatti piaciuto che in tempi di dibattito climatico il
58enne sia arrivato a Melide, per un riunione della sezione cantonale del PLR, con un elicottero militare, prima di trasferirsi poi a Chiasso per la cerimonia del Primo Agosto.

È comunque la coesione che fa della Svizzera il paese più innovativo del mondo, ha detto Cassis a Zuoz. Per battere nuove strade a suo avviso occorrono iniziativa e coraggio, bisogna saper superare gli ostacoli. “Anche le sfide per il mantenimento del
romancio sono grandi, ma voglio dirvi: non lasciatevi scoraggiare!”. Perché, ha sottolineato il consigliere federale ticinese, “la Svizzera ha bisogno del romancio!”.

“La varietà linguistica e culturale è un elemento chiave della nostra identità, ha proseguito l’ex medico. “Dobbiamo costantemente cercare l’unità nella diversità: è uno sport nazionale! In nessun altro paese al mondo la Costituzione conferisce alla pluralità culturale un significato più elevato che in Svizzera. Ed è giusto che sia così”.

Cassis ha fatto anche riferimento ai rapporti fra romancio – “cinque idiomi” – e italiano nei Grigioni e al no opposto dal popolo nel settembre 2018 all’iniziativa popolare “solo una lingua straniera nelle scuole elementari”. “Un cantone trilingue non può essere dato per scontato”, ha osservato. “Ci vuole molto lavoro e comprensione reciproca per preservare questo cantone unico nel suo genere”, ha aggiunto, mettendosi a disposizione nel caso dovesse essere necessaria un’opera di mediazione.

Cassis ha anche indicato che nelle prossime settimane alcuni collaboratori del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) saranno nei Grigioni per meglio spiegare la politica estera della Svizzera. E ha lanciato pure l’idea di una “settimana della lingua romancia”, per far sì che la quarta Svizzera sia maggiormente al centro dell’attenzione.


Ats