Avete anche voi ogni tanto l’impressione che ci sia qualcosa nell’aria che non quadra?
Questa sensazione mi è sorta la settimana scorsa scorrendo qualche notizia internazionale, nazionale e locale: mentre nel mondo e a Berna si andava in piazza per il clima, il Governo grigionese riceveva il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Sembra che uno dei temi discussi fosse la richiesta lombarda di tenere aperta la Forcola di Livigno in occasione dei Giochi olimpici invernali del 2026.
A qualcuno dei partecipanti dell’incontro di Coira sarà venuto in mente di suggerire ai nostri amici di Livigno (e per onestà intellettuale anche agli amici di Samnuan) che il loro modello di sviluppo è totalmente insostenibile? Dai segnali internazionali si deduce l’entrata in una fase decisiva riguardo all’abbandono dell’energia fossile, mentre il modello di Livigno continuerebbe a basarsi sulla distorsione del prezzo dei combustibili. Alla luce di questa totale incoerenza perdono d’importanza perfino i motivi, giustificabili, enunciati per il rifiuto di un’apertura invernale della Forcola e non ha senso neppure parlare di possibili eventuali benefici.
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Eppure, l’occasione dei Giochi Olimpici potrebbe essere sfruttata per ridisegnare la geografia di questa porzione delle Alpi Centrali. In un qualche cassetto, forse, giace ancora l’idea di un tunnel ferroviario fra Lagalb e Livigno sotto la Val Minur. Una sfida ingegneristica probabilmente tecnicamente affrontabile. Gli scogli da superare sarebbero probabilmente altri. Non da ultimo, ovviamente, portare tutti a bordo di un’avventura simile, impresa ardua soprattutto considerando che per gli amici engadinesi vorrebbe dire doversi mettere in relazione con i cugini poveri di Livigno, oltre che con i cugini poveri della Valposchiavo, con i quali già devono condividere il trenino del Bernina.
Tuttavia, come tutti ben sappiamo, qualche sfida di tanto in tanto fa bene: per rimanere allenati e per mantenere la competitività. Anche nel resto del mondo, le regioni concorrenti non dormono sugli allori e sfornano sempre nuove idee. Una sfida questa che potrebbe essere interessante per la Regione (del) Bernina.
E il Passo della Forcola? Lo chiudiamo al traffico motorizzato e ne facciamo un paradiso per i ciclisti che vogliono allenarsi in santa pace senza correre il rischio di essere investiti dopo ogni curva.
Gianluca Giuliani