Cornelia Müller, il pensiero sul virus e sul futuro culturale

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Cornelia Müller e Mira Spengler - Foto di Christian Zemp

Ai tempi del coronavirus anche una macchina ben oliata come Uncool, con i suoi numerosi artisti in residenza (attualmente la residenza di Mira Spengler si era prolungata vista la quarantena), deve affrontare un repentino cambio nel modo di concepire e presentare concerti ed eventi culturali senza assembramenti. L’eclettica Cornelia Müller ci spiega il suo punto di vista sulle cause che hanno portato a questa pandemia e su quelli che saranno i prossimi passi per la cultura in Valposchiavo. 

Cornelia, personalmente, cosa ne pensa di questa pandemia?
Per prima cosa vorrei ringraziare di cuore tutti quelli che si impegnano, con grande rischio personale, a curare e salvare gli ammalati e tutti quelli che in questo periodo aiutano a tenere aperti i negozi di alimentari e la farmacia.

Non è la prima né l’ultima pandemia che colpisce l’umanità. Questa volta il virus sembra abbastanza aggressivo e molto virulento. Siccome le strutture sanitarie non sono per niente preparate a una pandemia con questi numeri, si è deciso di rallentare la diffusione e stare a casa, lavarsi le mani spesso e tenersi a distanza dal prossimo. Si vede che questa tattica porta meno infettati, ma durerà probabilmente a lungo termine (in più si rischia una recessione economica per il fatto che una notevole parte dell’economia si è fermata per settimane o mesi)…

Da constatare, generalmente, è il fatto che le strutture sanitarie erano sottoposte alla logica capitalista: si deve guadagnare, si devono ridurre al minimo le spese e aumentare il profitto. Questa logica non è adatta per le strutture sanitarie né per tante altre strutture sociali, come per esempio le scuole, la cultura ecc. Si dovrebbe sempre partire dall’esigenza e mai dai costi… Si dovrebbe anche anticipare le situazioni di pandemia, che rimangono una minaccia grazie al nostro modo di produzione mondiale.

Vorrei ricordare che le nostre società funzionano grazie al lavoro gratuito/volontario in maggior numero offerto dalle donne che non sono del tutto pagate per il lavoro domestico, per la sorveglianza e l’educazione dei bambini e per il sostegno pratico del marito/partner (a dirla tutta anche le donne che lavorano sono pagate meno per lo stesso lavoro rispetto agli uomini). Senza questo lavoro gratuito le nostre società crollerebbero…

Si apprende che mancano materiali per combattere la pandemia. Mancano le mascherine per proteggersi almeno in minima parte dal virus. Mancano i test che potrebbero identificare chi si è infettato e chi ha sviluppato anticorpi contro il virus. E mancano i vaccini, che potrebbero combattere il virus con successo. In Svizzera si è deciso di non utilizzare su tutto il territorio questi test per identificare chi si è infettato dal virus, di conseguenza il virus può diffondersi facilmente anche perché non sempre palesa tutti i sintomi conosciuti nell’infettato. Mi sembra che abbia più senso utilizzare questi test in un modo molto più ampio, per essere in grado di identificare le persone infettate e a rischio e per prendere le misure adatte. In questo contesto, un esempio da imitare sarebbe la Corea del Sud, come ho appreso leggendo le notizie internazionali [per le notizie lette da Cornelia clicca qui, Ndr].

A questo punto mi chiedo: Quali sono i fattori che portano a questa situazione?
Ho trovato un video molto interessante su questa tematica (in inglese) del
Dr. Michael Greger (per il video clicca qui). La nostra tipologia di produzione alimentare è la maggior responsabile della pandemia e anche della distruzione del pianeta. La sovrapproduzione di carne in allevamento industriale di polli, maiali e bestiame, l’uso regolare di antibiotici per questi animali a causa delle condizioni povere ha l’effetto di rendere gli agenti patogeni resistenti e crea delle malattie difficilmente trattabili nell’uomo. L’uso di erbicidi, pesticidi, fungicidi sui campi ci fornisce cibo contaminato, porta alla scomparsa di insetti, uccelli e destabilizza notevolmente l’equilibrio della natura. Per me è scioccante come è peggiorato il mondo della produzione di cibo, anch’esso sottoposto al profitto invece che alla qualità. Per fortuna che la Valposchiavo si è dedicata alla produzione biologica!

Il Dr. Michael Greger spiega che con l’addomesticazione degli animali, circa 10’000 anni fa, si sono sviluppati numerosi virus. Per esempio il morbillo ha origine dal bovino, il vaiolo dal cammello, la pertosse dal maiale, la febbre tifoide o tifo dalla gallina, l’influenza dall’oca, la lebbra dal buffalo indiano e il raffreddore comune dal cavallo. Negli ultimi 50 anni le malattie cominciavano ad avviarsi verso il declino grazie all’igiene e alla penicillina. A partire dal 1975, però, nuove malattie (più di una trentina) sono cominciate a risalire parecchio. La ragione? Abbiamo cambiato il modo di allevare gli animali e le loro vite. Per esempio, in America, la malattia di Lyme/borreliosi deriva da una zecca che vive su un topo (white footed mouse) che normalmente è cacciato dalla lince rossa e dalla volpe. Se l’uomo causa la riduzione del numero di predatori naturali, il topo e la zecca possono riprodursi e diffondersi.

Le malattie si diffondono anche grazie alla riduzione della foresta equatoriale (Sudamerica) per la produzione di carne (Hamburgerizzazione), o per il legno (Africa). L’ebola, per esempio, deriva dalle scimmie e dai primati che servono come cibo in queste zone africane, cannibalizzando il nostro compagno primate! Per esempio, l’AIDS/HIV deriva dalla carne di animali selvatici infettati (scimpanzé) e ha ucciso 25 milioni di persone. I mercati in Asia offrono carne di animali selvatici e anche chicchi di caffè allo sterco di volpe, che hanno portato al virus SARS. Il virus del Nilo occidentale viaggia maggiormente su uccelli che vengono venduti come animaletti da compagnia e cosi il virus si diffonde facilmente dappertutto. Abbiamo cambiato il modo di vivere agli animali, oggi anche quelli selvatici vivono come quelli domestici. Il nostro rapporto con gli animali è drasticamente cambiato. Oggi l’allevamento, soprattutto di galline e maiali, è industriale. I pollai industriali hanno la potenza di far emergere dei super ceppi di influenza. Nel 1918 l’influenza aviaria ha infettato 50/100 milioni di persone e il 50% degli infettati hanno perso la vita. Oggi la Cina ha 63’000 fabbriche, alcune di esse hanno 10 milioni di galline.

L’OMS individua le seguenti cause per la pandemia attuale:

  • Globalizzazione
  • Movimento di massa di uomini e merce
  • Sviluppo rapido
  • Urbanizzazione
  • Deforestazione
  • Consumo eccessivo di prodotti animali
  • Pratiche zootecniche, allevamento intenso
  • Mercato di animali selvatici
  • Fallimento dei sistemi sanitari
  • Grande attenzione alle cure curative
  • Trascuratezza della salute pubblica
  • Uso eccessivo di antibiotici (70% usati per l’allevamento intenso)
    a
    Le mutazioni del virus si sviluppano da punte a bassa patogenicità ad alta patogenicità sotto condizioni di allevamento industriale di galline e forse anche maiali. Trasmissione da animale a animale e poi da umano a umano. Gli allevamenti di animali sono ideali per la diffusione del virus e le sue mutazioni.

All’inizio, l’influenza aviaria cominciò innocuamente. È stata presente per milioni di anni nell’intestino di papere (base acquatica) senza causare sintomi nelle papere. Quando il virus si è diffuso su altri animali, per esempio galline (su un mercato con animali viventi), per sopravvivere è mutato, perché le galline non sono animali acquatici. Il virus si è cercato un altro organo, come per esempio i polmoni, ed è diventato un virus a trasmissione aerea. Negli allevamenti di polli la trasmissione è garantita, siccome i polli sono immobilizzati uno vicino all’altro.

Il virus da innocuo è diventato mortale. L’allevamento di polli ad alta intensità è un ambiente perfetto per generare il virus virulento dell’influenza aviaria. Non si sono mai visti dei virus nascere da polli che sono tenuti all’aperto. Perché? Fattori che contribuiscono allo sviluppo del virus sono: ambienti sovraffollati, la facilità di trasmissione da un ospite immobilizzato all’altro, la ventilazione, il buio, la sporcizia (feci dappertutto), lo stress che paralizza il sistema immunitario e la mancanza di luce solare che distruggerebbe il virus effettivamente (in 30 minuti). La produzione di stile industriale può portare alla contaminazione dell’ambiente, può contaminare l’aria, il suolo, gli insetti, i roditori, il trasporto. La biosicurezza è pari a zero, per esempio la contaminazione tramite mosche rimane sempre un rischio ovvio. La soluzione sarebbe trasformare questi allevamenti in unità molto più piccole, con minore densità, favorire qualità anziché resa industriale e diminuire considerevolmente il consumo di carne (anche per aiutare il clima). Il modo in cui trattiamo gli animali può avere implicazioni globali per la salute pubblica. (Per consultare il sito contro gli allevamenti di massa clicca qui).

Mira Spengler e Cornelia Müller – Foto di Christian Zemp

Come sta vivendo questa situazione? 
Sto bene e finora sono sana. Per me personalmente non cambia molto, perché come indipendente lavoro già da casa. Il mio lavoro è maggiormente sostenuto tramite progetti come Artisti in Residenza e altri progetti che sono in fase preparazione e di sviluppo.

Nei panni di madrina di Uncool, cosa è cambiato e cosa cambierà?
Al momento ho delle disdette dai musicisti provenienti da New York. I voli sono cancellati per l’Europa. Allora cerco di riempire le date delle cancellazioni con altri musicisti interessati che sono sani e vivono più vicino. Ci tengo almeno a continuare ad offrire ai musicisti la residenza e a cercare di trovare un’alternativa per i concerti.

Attualmente i concerti sono sospesi. Però offriamo dei brani e video musicali online al pubblico di Poschiavo e non solo. Abbiamo pubblicato sul sito uncool.ch un video della violinista Mira Spengler che ha prolungato la sua residenza qui a Poschiavo, anche perché è molto affezionata alla bellezza di questa valle. Sul suo nuovo sito internet offre vari brani e video da godersi: https://miraspengler.com/audio%2Fvideo.

Afi Sika Kuzeawu, proveniente da Berna, bassista e cantante, sarà la prossima musicista per la residenza dal 28 aprile fino al 20 maggio. Lei mi scrive: “I miei pensieri sono maturati ulteriormente e Poschiavo sarebbe un posto da sogno per girare un video musicale con tanti paesaggi. Il mio lavoro consisterebbe nel creare lo scenario, provare una coreografia di danza, scrivere la sceneggiatura, poi girare il video, montare e finire. Sarebbe un ottimo prodotto che la gente della regione potrebbe guardare più volte. Ho scritto io stessa la musica e l’ho già registrata in studio”. I video saranno poi disponibili sul sito uncool.

Pensa che il futuro dei concerti e degli eventi culturali sia a rischio? 
Il futuro è imprevedibile. Per tornare al quotidiano ci vorrebbe la sicurezza che la pandemia sia passata e che non c’è più rischio di infettarsi con il coronavirus. Allora armiamoci di tanta pazienza! Intanto godiamoci il silenzio, il canto degli uccelli, l’aria non inquinata e la musica che ci offre internet. Allego un mio brano improvvisato sul piano con il canto del merlo. Buon ascolto.

Per ascoltare il brano clicca qui.


A cura di Ivan Falcinella

Ivan Falcinella
Membro della redazione