Interpellanza Jochum: un’idea di successo con un grande potenziale

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La digitalizzazione e il telelavoro rappresentano un’opportunità per rafforzare l’italiano e vincere la sfida demografica.

La risposta del Governo all’interpellanza Jochum concernente digitalizzazione, telelavoro, decentralizzazione rappresenta per il Granconsigliere e Podestà di Poschiavo un indubbio successo politico e personale, ma anche un’opportunità per tutta la Valposchiavo, da capitalizzare attraverso una serie di atti concreti.

Durante l’ultima sessione parlamentare, Giovanni Jochum aveva presentato un’interpellanza riguardante la digitalizzazione e il telelavoro, con particolare riferimento alle zone periferiche. La Valposchiavo ha mostrato, già da oltre un decennio, una pionieristica vocazione alla tecnologia: basti pensare a progetti come il Polo Poschiavo, ma anche alle diverse imprese di settore, tra cui la stessa testata Il Bernina, che hanno anticipato una tendenza in corso nell’intero cantone.

Forte di un’esperienza radicata a livello regionale, durante la recente crisi dovuta al COVID-19, il Comune di Poschiavo ha sperimentato con successo il telelavoro e altrettanto hanno fatto, con esiti positivi, importanti realtà economiche come, ad esempio, la Ferrovia Retica.

Articolata in quattro domande (è possibile leggere il testo integrale dell’interpellanza e le relative risposte sul sito del Cantone), l’interpellanza, dopo aver richiesto un punto sulla situazione e un bilancio sul telelavoro nella prima parte, suggeriva, con il terzo e il quarto quesito, che il telelavoro rappresentasse un’opportunità per promuovere la rappresentanza delle minoranze linguistiche e per la decentralizzazione di alcuni posti di lavoro nelle zone periferiche.

Nella sua riposta, il Governo accoglie e fa proprie le considerazioni di Jochum, sottolineando a sua volta l’importanza della digitalizzazione e del telelavoro da un lato per la salvaguardia delle lingue italiana e romancia a livello cantonale, dall’altro per la possibilità di svolgere a distanza e con profitto diversi compiti amministrativi.

Senza aver la pretesa di dare suggerimenti, viene da pensare che già da ora vi sono alcuni ambiti, come quello delle traduzioni dei documenti cantonali, che potrebbero essere svolti anche in Valposchiavo o nelle altre regioni italofone del Cantone, senza richiedere una presenza a Coira.

Parole incoraggianti, quelle del Governo, alle quali vanno però fatti seguiri dei fatti specifici. Abbiamo pertanto chiesto a Jochum come giudichi le risposte ricevute e come intenda rilanciare la promozione della digitalizzazione, telelavoro e decentralizzazioni nel prossimo futuro.

Da quando sono in Gran Consiglio mi impegno affinché i membri del Governo e del Parlamento vengano maggiormente sensibilizzati sulla necessità di rafforzare i comuni e le regioni di periferia. Quale Podestà di Poschiavo ritengo essenziale avere una buona collaborazione con l’amministrazione cantonale e mantenere il più competenze e potere decisionale possibili decentralizzati.

Notiamo un continuo aumento della centralizzazione nei vari settori d’attività cantonali a Berna e comunali a Coira. Da una parte, se penso per esempio alla sanità o alla scuola, ciò è necessario per avere regole allineate tra gli enti pubblici, dall’altra le regole e le leggi valide per tutta la Svizzera non tengono in considerazione le particolarità del territorio e della situazione effettiva delle diverse regioni. La realtà della Valposchiavo è diversa da quella dei grandi centri. La popolazione è in continua leggera diminuzione e notiamo un invecchiamento.

L’esperienza fatta durante il periodo di emergenza COVID-19 mi ha indotto a inoltrare l’interpellanza concernente la digitalizzazione, il telelavoro e la decentralizzazione.

Grazie alle risposte ricevute sappiamo che anche a livello cantonale l’esperienza è stata positiva. 2520 collaboratori hanno avuto la possibilità di lavorare da casa, più di 1000 in contemporanea anche tramite accesso da remoto. Questo potenziale va sfruttato e rafforzato in modo da facilitare il contatto diretto e tra amministrazioni comunali e amministrazione cantonale tramite la tecnologia di comunicazione già in uso. Inoltre, esiste il potenziale concreto di decentralizzazione di posti di lavoro. Il tutto a vantaggio dei comuni e del cantone. Una migliore collaborazione velocizza le pratiche e fa risparmiare soldi. Posti di lavoro decentralizzati portano persone ad abitare nelle valli, dando un sostanziale contributo alla vita di paese. Scuole, sanità, artigiani e commercianti, associazioni, eccetera, tutti possono trarne beneficio.

I punti che suggerisco con le domande 3 e 4 sono importantissimi per noi. La nostra cultura italiana riceverebbe un sostegno supplementare e lo sviluppo demografico potrebbe avvicinarsi di nuovo allo sviluppo medio cantonale. Il fattore cultura, come evidenziato nella risposta del Governo, è già parte integrante del programma di Governo 2021-2024, ora si tratta di concretizzarlo. Se nella fase di attuazione il Governo tiene conto anche della decentralizzazione e dell’uso ottimale della digitalizzazione abbiamo già raggiunto alcuni obiettivi. Chiaramente, le risposte del Governo, pur essendo positive, e di questo ne sono grato, lasciano ancora ampio spazio di manovra nella modalità e tempistica di esecuzione.

Nella sua risposta del 18 ottobre 2019 alla mia interpellanza concernente lo sviluppo delle regioni periferiche e la collaborazione con gli uffici cantonali, il Governo ha affermato di dare grande importanza al rafforzamento di comuni e regioni. Cito: … “A ciò si aggiungono il cambiamento delle esigenze della società, la crescente complessità dei compiti, lo sviluppo demografico ed economico proprio nelle aree periferiche: questo è il motivo per cui nel quadro della riforma dei comuni il Governo si impegna a favore del rafforzamento del comune in veste di istituzione. Solo comuni forti sono in grado di affrontare in maniera efficace e autonoma le sfide che si pongono”. Con la risposta alla mia ultima interpellanza egli ha evidenziato l’eccellente funzionamento del telelavoro durante la pandemia ed è stato dimostrato che l’infrastruttura in uso lo permette. Se ci fossero delle ulteriori necessità di miglioramento, sarebbe anche possibile attingere dal credito di 40 milioni di CHF per la digitalizzazione approvato lo scorso anno dal parlamento.

Dal mio punto di vista ci sono tutti i presupposti per fare i prossimi passi concreti in tempi ragionevolmente brevi. Se ciò non dovesse accadere, il parlamento avrà la possibilità, tramite un ulteriore atto parlamentare, di chiedere al Governo l’implementazione di misure concrete nel senso dell’interpellanza.

Maurizio Zucchi
Membro della redazione