Multinazionali: è l’ora delle responsabilità

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Ragazzo che coglie frutti in una piantagione di cacao in Costa d’Avorio - Immagine da: www.amnesty.ch

Non è una novità: fuori dai confini svizzeri alcune multinazionali dimenticano il rispetto di regole fondamentali in materia di diritti umani e protezione ambientale. Liberia: popolazioni autoctone cacciate dalle proprie terre con i bulldozer per creare piantagioni di alberi del caucciù; Zambia: nubi di diossido di zolfo, altamente tossico, invadono una città mineraria causando gravi malattie e decessi; Perù: la presenza di una grande miniera ha contaminato aria, acqua e terra con metalli pesanti che causano gravi malattie soprattutto nei bambini. Sono solo alcuni esempi di scandali che hanno coinvolto imprese con sede in Svizzera negli ultimi anni.

È proprio per mettere fine al comportamento spregiudicato di queste multinazionali che si sentono al di sopra delle leggi che è nata l’iniziativa per multinazionali responsabili, espressione di cittadine e cittadini svizzeri che credono che un’economia rispettosa delle persone e dell’ambiente sia possibile. Le imprese non si devono limitare a incassare i profitti, chiudendo entrambi gli occhi di fronte alle violazioni e alle distruzioni causate dal proprio operato: devono rispondere delle proprie azioni.

I dirigenti delle multinazionali in realtà dispongono già degli strumenti necessari per un’accurata valutazione dei rischi in termini di violazioni dei diritti umani o di danni ambientali legati alle attività della propria azienda. La maggior parte delle imprese svizzere rispettano già le regole e i protocolli, proteggendo le persone e l’ambiente e tutelando il marchio di qualità “Made in Switzerland”.

Se però una multinazionale si arricchisce sfruttando il lavoro minorile, o inquinando i fiumi indispensabili per il sostentamento di intere comunità, deve essere chiamata ad assumersene la responsabilità e rispondere delle proprie azioni. Questi fatti gravi avvengono in paesi in cui spesso dilaga la corruzione e dove lo Stato è poco presente: le persone colpite hanno pochissime possibilità di ottenere un indennizzo.

L’iniziativa per multinazionali responsabili è stata lanciata nell’aprile 2015 da una coalizione che allora includeva 66 organizzazioni, ha raccolto oltre 120’000 firme ed è stata consegnata alla Cancelleria federale il 10 ottobre 2016. Oggi la coalizione che sostiene l’iniziativa conta 130 organizzazioni, un Comitato borghese, un Comitato degli imprenditori e un Comitato delle Chiese, oltre a 350 comitati locali, diffusi in particolare nella Svizzera tedesca e romanda.

Il 29 novembre 2020 entrerà nella storia: per la prima volta infatti viene sottoposta la popolo un’iniziativa nata per volere della società civile, delle cittadine e dei cittadini e delle organizzazioni nelle quali sono impegnati. L’iniziativa non rappresenta partiti politici né interessi particolari. Si tratta di giustizia e dell’immagine del nostro Paese.


Gruppo Amnesty Valposciavo