I Grigioni fanno le vacanze solo in tedesco e in inglese

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La «Marke Graubünden» ha presentato a fine marzo la versione rielaborata del marchio del nostro Cantone. Questo marchio di proprietà del Cantone dei Grigioni è stato creato ed elaborato da una ditta di Flims. Esiste dal 2003 e viene utilizzato oggi da oltre 70 concessionari. Da quando esiste è stato vieppiù criticato, in particolare dalle minoranze italofone e romance del Cantone per il fatto che questo marchio esiste unicamente in tedesco. Ed ora, dopo diversi mesi di lavoro e riflessione, ci vien presentato il marchio rielaborato: «Graubünden». Grazie mille!

Il nuovo marchio – «Regionenmarke neu gedacht. Neue, entschlackte Markenstruktur. Modernisiertes, frisches Erscheinungsbild.» – che il nostro Cantone detiene e paga, nur auf Deutsch! Il sito internet www.marke.graubuenden.ch, solo in Tütsch! La presentazione (accessibile in video) e la comunicazione ai media: German only. Così gli ambasciatori del marchio, i due stambecchi Gian e Giachen – o meglio Tschian und Tschiatschen – parlano unicamente Püntnertüsch!

Questo marchio monolingue è uno smacco per l’identità plurilingue del Cantone dei Grigioni ed è un affronto per le comunità romance e italofone. Il marchio monolingue ha conseguenze negative per le diverse istituzioni che su questa falsariga lo utilizzano, in particolar modo per le istituzioni pubbliche che, come il monolingue «Kantonsspital», si presentano in una sola lingua e basta.

Il monolinguismo si rende specialmente ridicolo nella comunicazione di «Graubünden Ferien». Dopo un anno di pandemia, salvato da turisti svizzeri nelle stagioni estive e invernali, la pagina dell’ente come tutte le sue informazioni sono unicamente in tedesco e inglese. Mi chiedo veramente quanto i nostri direttori turistici capiscano del trilinguismo grigionese – e qui vale la pena ricordare che nei Grigioni ci sono anche turisti grigionesi – per non parlare del plurilinguismo svizzero! Non solo per questioni linguistiche o di rappresentanza, ma anche nella prospettiva di un marketing che vuole rinforzare i legami tra clienti e destinazione (customer relationship marketing), rimane evidente che il francese e l’italiano, accanto al tedesco, dovrebbero essere per questo sito una necessità minima!

Un marchio monolingue tedesco, che non propone neanche nel suo lancio delle versioni in italiano o romancio o una versione plurilingue, non rappresenta il nostro Cantone ed è dannoso non solo per l’identità grigionese ma anche per la sua economia. Peccato che la rielaborazione del marchio non sia stata l’occasione per sviluppare un nome e una presentazione trilingue.


Rico Valär