Camillo Paravicini visto da vicino

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NON SI PUÒ NON INTERPRETARE!

Giovedì 27 maggio 2021 lo storico dell’arte Marc Antoni Nay e il curatore del Museo d’Arte dei Grigioni Damian Jurt hanno accompagnato un gruppo di interessati italofoni attraverso la mostra «Camillo Paravicini. Severo, ma giusto». Grazie allo scambio fra esperti ed amatori i dipinti di Paravicini si sono presentati sotto una luce verosimilmente nuova.

L’artista Camillo Paravicini è ospite del Museo d’Arte dei Grigioni con una mostra personale realizzata grazie al premio artistico Manor. Curiosa di conoscere da vicino l’opera dell’artista originario di Poschiavo, la Pro Grigioni Italiano ha organizzato una visita guidata a questa sua esposizione.

La presentazione ufficiale della mostra avvisa il visitatore che Camillo Paravicini «mette in discussione con umorismo e imprevedibilità tutto ciò che nel settore artistico è considerato vero o certo». Nel cosiddetto «laboratorio» del museo, allestito per l’occasione alla maniera di una pinacoteca classica, l’artista presenta una ventina di dipinti ad olio di piccolo formato, disposti attorno ad una struttura centrale che funge da panca ma che è anche parte integrante dell’allestimento artistico.

Seduti su questa panca e attorniati dalle figure grottesche che popolano diversi dei recenti dipinti di Camillo Paravicini, i partecipanti alla visita guidata si sono presto calati in un ruolo che non pensavano di dover assumere. Infatti, dopo aver presentato l’artista e brevemente illustrato il concetto della mostra, Marc Antoni Nay ha invitato i partecipanti a scegliere un’opera e sviluppare un racconto attorno ad essa. Il famoso assioma di Watzlawick secondo cui «non si può non comunicare» è stato tramutato in «non si può non interpretare» e nel giro di pochi minuti gli iscritti hanno costruito delle narrazioni in grado di stupire forse anche l’artista stesso. Stimolati nelle loro potenzialità immaginative, i partecipanti di questo esperimento hanno raccontato di giganteschi mostri marini tirati a riva tramite movimenti estenuanti ed infiniti, di fantocci trascinati da correnti di fango o sprofondanti nella sabbia, ma pure di riposi pomeridiani in palazzi barocchi dell’Italia meridionale e di piogge di lava che predirebbero la fine della civiltà contemporanea. Le contestualizzazioni del curatore Damian Jurt, che seguivano i racconti immaginari, hanno potuto confermare diverse delle impressioni suscitate nei partecipanti e aggiungere ulteriori chiavi di lettura.

Il dialogo fra esperti ed amatori ha permesso di guardare le opere da prospettive diverse e indirettamente di riflettere, anche con un certo umorismo, sull’arte in generale.

La mostra «Camillo Paravicini. Severo, ma giusto», rimane aperta fino al 15 agosto 2021.


Pgi Coira