Sono trascorsi quasi 12 mesi dall’approvazione, tramite votazione comunale brusiese, del credito d’investimento per il centro inerti Motta di Miralago e del relativo contratto di concessione. Ora il progetto è in fase di realizzazione. I lavori di scavo per l’installazione degli impianti sono pressoché terminati. Ora si aspetta il permesso di costruzione per l’installazione propria degli impianti. Oltre alla realizzazione del centro inerti, progetto seguito dal Comune di Brusio, la Regione Bernina sta valutando due opzioni (Mota da Miralago II e Val Pedröl) per garantire una gestione corretta di una discarica per materiali di scavo in esubero.
Il gruppo operativo che si sta occupando del progetto per la discarica è costituito dal capoprogetto Gilbert Berchier, dal pianificatore incaricato Silvio Werder, dello specialista Paolo Lanfranchi, dai responsabili tecnici comunali Moreno Crameri (Poschiavo) e Franco Crameri (Brusio); è sostenuto da Elvira Hug (studio ecowert gmbh) par l’aspetto ambientale a Motta di Miralago e da Romano Costa (studio abenis AG) per Val Pedröl.
Il concetto di sviluppo per la discarica è stato presentato durante la seduta dello scorso 16 luglio della Conferenza dei sindaci, che riceverà la documentazione completa in agosto. Il prossimo passo sarà l’inoltro all’Ufficio per lo sviluppo del territorio, per la procedura dell’esame preliminare della pianificazione regionale.
Prima di avere a disposizione, fra 20 anni, il sito definitivo della discarica all’interno del perimetro stesso del centro inerti di Mota di Miralago, saranno necessari alcuni passaggi: per i prossimi 3-4 anni, infatti, per coprire il fabbisogno urgente di spazio in discarica si utilizzerà il sito di Pozzolascio; dopo la chiusura del sito di Pozzolascio è prevista un’altra soluzione transitoria, per i successivi 18-20 anni, ossia l’utilizzo del deposito in Val Pedröl oppure a Motta di Miralago (Motta di Miralago II). La scelta tra le due opzioni è attualmente oggetto di valutazione.
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Per quanto riguarda il deposito in Val Pedröl è stato eseguito un primo studio di fattibilità che, a conti fatti, evidenzia due criticità. La prima riguarda un rischio relativo alla caduta massi; per questo motivo si è pensato, eventualmente, all’installazione di un vallo provvisorio. La seconda criticità concerne la presenza di una zona di protezione del paesaggio che limiterebbe in forte misura la capacità del sito: volendo scostarsi dalla zona interessata, dai 170’000 m3 di capacità si passerebbe a 5’000 – 7’000 m3. Un’eventualità, quest’ultima, certamente non percorribile. Per questo motivo si punterebbe ad utilizzare la zona di protezione, prevedendo, però, delle adeguate misure di compensazione.
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Uno studio di fattibilità, realizzato dalla Pagani+Lanfranchi SA per l’aspetto tecnico e dalla “Ecowert” per l’aspetto ambientale, ha interessato anche il progetto relativo al deposito denominato Motta di Miralago II. Rispetto a questa soluzione, che prevede una realizzazione in quattro fasi, vengono sottolineate le sinergie che, eventualmente, verrebbero a crearsi con il centro inerti Motta di Miralago: uso economico dello spazio, doppio uso del terreno, sinergie delle infrastrutture e accesso comune (impianto di lavaggio delle ruote, parcheggio macchine, fornitura di acqua di servizio, ecc. ) sono solo alcuni dei vantaggi elencati nello studio preliminare.
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Naturalmente, non sono stati sottovalutati anche gli aspetti critici, che riguardano principalmente la protezione del paesaggio; quest’ultimo, infatti, è stato evidenziato, subirebbe impatti sia temporanei che permanenti. Per questo motivo è stato proposto un uso del suolo, nell’area paesaggistica protetta, limitato a circa 5.800 m2 con un conseguente allargamento della zona di protezione del paesaggio di circa 7.800 m2. Comunque sia, è stato evidenziato che gli interventi inevitabili sul paesaggio comporteranno un conseguente obbligo di compensazione, previsto in zona Runc con la manutenzione e la riparazione dei muri a secco (misure da definire in un progetto di dettaglio). Solo a questo punto la discarica Motta II potrà essere classificata come ecologicamente sostenibile.
“Per l’elaborazione del concetto – spiega il capoprogetto Gilbert Berchier – abbiamo potuto contare sul sostegno tecnico di Paolo Lanfranchi, specialista nel campo e di Romano Costa, che aveva valutato i numerosi possibili siti per il Comune di Brusio nel 2015 e per il Comune di Poschiavo nel 2017. Le due difficoltà maggiori – aggiunge – stanno nelle valutazioni ambientali e nella coordinazione pianificatoria”.
Verrà trovata una soluzione idonea? “Una soluzione – conclude Berchier – deve essere trovata per il periodo seguente la chiusura a Pozzolascio. La soluzione perfetta non esiste. Un passo importante sarà il risultato dell’esame preliminare da parte del Cantone, che aspettiamo per l’autunno 2021”.
Marco Travaglia
Approvo pienamente l’idea di Reto Capelli!
Politici SVEGLIATEVI!!! Che è ora!!!
Mi sembra di capire dall’articolo che si tratti della riproposizione della discarica Li Cui spostandone l’ubicazione. in sostanza si vuole creare sulla Mota a nord della zona già data in concessione, uno spazio supplementare per depositare materiale di scavo facendo prima una estrazione ulteriore di centinaia di migliaia di m3. ( vedi superficie gialla sul disegno). Tutto questo spazio è necessario perchè la discarica è pensata regionale, dunque per tutta la Valle dall’Ospizio Bernina fino a Campocologno. Una discarica regionale così grande vien calcolata per una durata di minimo 20 – 25 anni. Calcolando 8000-10000m3 all’anno sarà dunque di ca. 200’000 m3 e probabilmente sarà in parte visibile guardando da nord, mentre pian piano si riempie fino a che sarà rinverdita.
Questa soluzione non è ecologica perchè porta a uno spostamento delle masse di materiale da nord ( Passo del Bernina e Parte nord del Comune di Poschiavo) verso sud alla Mota da Miralago. La soluzione ideale invece per una Valle oltretutto priva di Circonvallazioni, dove il traffico passa completamente nei paesi, sarebbe quella di creare una discarica a nord di San Carlo che potrebbe contenere tutto il materiale della zona nord del Comune di Poschiavo e del Passo Bernina (stima ca. 70%) e l’ulteriore ca. 30 % proveniente da Brusio e zona sud del Comune di Poschiavo depositarlo alla Mota da Miralago. Lo spazio necessario alla Mota sarebbe in questo caso di soli ca.60’000m3-80’000m3 e basterebbe probabilmente lo spazio che si viene a creare con l’estrazione ( calcolato in ca. 15’000 m3 all’anno) Le sinergie che ci sono alla Mota da Miralago puntualizzate ed elencate nell’articolo sono presenti anche a nord con il Centro di riciclaggio Abrüsu. Per concludere la soluzione più equa, più ecologica e pratica e con meno traffico sulle strade è chiaramente quella con due discariche e spero che i nostri politici la vorranno sostenere.