L’annuncio dell’adesione del comune di Poschiavo al progetto “Riciclatori della plastica svizzeri“, avvenuto durante la seduta di Giunta del 23 novembre 2020, si è concretizzato con la partenza, a inizio 2021, del progetto pilota del sistema di riciclaggio “Green Plastics“. Lo scorso 5 maggio, sempre durante una seduta di Giunta, il consigliere comunale Carlo Crameri ha fatto un primo punto della situazione, comunicando anche l’implementazione del servizio, resa possibile grazie al superamento della soglia prefissata di vendita dei sacchi (già arrivata a quota 7’000 contro i 6’000 previsti). Il Bernina ha intervistato il consigliere comunale per sapere come procede il nuovo servizio.
Signor Crameri, come procede il progetto pilota per la raccolta plastica a Poschiavo? Lei che ruolo ha?
Il progetto procede bene, forse anche meglio di quanto potevamo aspettarci. Le varie segnalazioni che ci sono pervenute sia da parte della popolazione che dai consiglieri di Giunta, volte ad ampliare il concetto di raccolta e ad aumentare il volume dei sacchi di contenimento (in modo particolare per le aziende), sono stati dei chiari indicatori che la raccolta differenziata delle materie plastiche era una tematica importante per la quale dovevano essere trovate delle soluzioni ottimali a breve termine.
Il ruolo del Capodipartimento, in accordo con il Consiglio Comunale e il reparto tecnico, è quello di promuovere, trovare delle soluzioni e coordinare al meglio sia il servizio di raccolta che lo stoccaggio e il trasporto.
Può spiegarci meglio quando è ufficialmente iniziato il progetto pilota, quando terminerà e cosa accadrà in seguito?
Come già ribadito in Giunta, si è trattato di aderire volontariamente, per un primo anno di prova, ad un progetto proposto dalle associazioni dei riciclatori svizzeri, che con la realizzazione di un centro di raccolta e stoccaggio in Engadina davano la possibilità anche alle valli periferiche di contribuire in modo concreto al riciclo delle materie plastiche.
L’intenzione è di proseguire anche l’anno prossimo come progetto pilota, migliorandolo se necessario in alcuni dettagli, per poi proporlo come parte integrante nel concetto di raccolta e smaltimento dei rifiuti. In tal senso dovrà essere aggiornata anche la legislazione comunale in materia.
Può darci qualche numero del servizio (a maggio erano già stati venduti 7’000 sacchi da 60 lt., quando la previsione annuale era 6’000)?
Ad inizio luglio, con i sacchi venduti e quelli inviati in omaggio, si sono raggiunte 8’500 unità da 60 litri. Nelle prossime settimane saranno disponibili anche sacchi da 110 litri come espressamente richiesto, in modo particolare dalle aziende. Entro fine anno speriamo di raggiungere una richiesta di 10’000 unità da 60 litri, più un certo numero da 110.
Queste cifre permettono al progetto di essere sostenibile non solo dal lato ambientale, ma anche da quello logistico e soprattutto finanziario, adottando lo stesso costo dei sacchi per la plastica a quelli dei rifiuti solidi urbani, dove fino allo scorso anno erano contenute anche le materie plastiche. Abbiamo quindi raggiunto due obbiettivi: il primo è quello di non generare dei costi superiori alla popolazione, il secondo, quello più importante, è contribuire concretamente alla riduzione di diverse tonnellate di Co2, molto dannose per l’ambiente.
Quanto ha contribuito nella scelta di sposare la causa della raccolta differenziata l’iniziativa “Valposchiavo senza plastica” di Daniele Isepponi?
Quella di Daniele Isepponi è stata un’ottima iniziativa che ha contribuito, in primo luogo, alla sensibilizzazione della tematica e di riflesso al successo del progetto.
Secondo lei ci sono altri accorgimenti che la Valposchiavo può adottare per salvaguardare l’ambiente (per esempio la riduzione del traffico veicolare)?
Sono convinto che la Valposchiavo sulla tematica ambientale sia sulla strada giusta, sono infatti molti i progetti che vanno in questa direzione.
Per citare specificatamente il tema del traffico: è già stata sottolineata a più riprese la problematica di quello estivo e la necessità di creare delle circonvallazioni in valle. Personalmente ritengo, però, che a breve/media scadenza dovrà essere oggetto di discussione anche la problematica del traffico sulle strade comunali di montagna. In diversi comuni, anche grigionesi, il traffico verso le zone di montagna è ben definito fra coloro che per necessità possono usare queste infrastrutture e coloro ai quali l’uso è concesso unicamente a determinate condizioni.
Ciò che in Valposchiavo conosciamo ancora poco è il servizio di Autopostale svizzera, denominato Pubblicar, che permette, su tratte ben definite, il trasporto sia individuale che di gruppi.
A cura di Ivan Falcinella