Matteo 5,5
Sermone del 10 ottobre 2021
La beatitudine dichiara il falso? La terra non è dei mansueti, al contrario, la terra è dei forti, di chi usa la violenza, dei prepotenti, dei predatori.
Gesù si è forse sbagliato? No, ha voluto aprirci gli occhi su una realtà nascosta, che è la realtà di Dio. Secondo Dio, la terra è dei mansueti.
Secondo Nietzsche no, ed è ora di finirla con questo cristianesimo religione di deboli, religione di schiavi: il forte deve crescere e vincere, il debole deve scomparire, soccombere. “Meglio un giorno da leoni che cento giorni da pecore”, gli fa eco un grande ammiratore, Benito Mussolini.
Secondo Dio la terra è dunque dei mansueti. Nella Bibbia, da Abramo in poi, di chi si serve Dio? A chi promette la terra? Chi è chiamato da Dio a essere erede della terra? Il Salmo 37 canta la fede degli umili, dei poveri, dei mansueti, ai quali è promessa la terra, ai quali la terra appartiene. Gesù è il mansueto per eccellenza: cacciato, crocifisso, ma non sconfitto perché risorto. Essere cristiani significa, in definitiva, credere che la beatitudine dei mansueti è vera.
Attenzione: la mansuetudine non è una questione legata al carattere, alla psicologia individuale, ma è una questione di fede. Non si tratta della mansuetudine legata alla debolezza, alla paura, allo spirito di sottomissione. La mansuetudine, intesa in senso cristiano, è opera dello Spirito.
Chi sono i mansueti? Forse non sono i vincenti, ma i felici sì. Non solo una felicità personale, privata, silenziosa, appartata, ma uno stile di vita pubblico non più all’insegna della furbizia, del grido, della violenza, della sopraffazione, uno stile di vita che non segue le regole del mercato, della pubblicità, del denaro, dello sfruttamento. Perché il mansueto ha conservato la saggezza secondo cui il fine non giustifica i mezzi, perché i mezzi sono già parte del fine.
Mitezza allora non vuole dire debolezza, ma dirittura morale, coraggio, sincerità, rettitudine, capacità di discernimento e anche intelligenza. Soprattutto, nonviolenza. In altre parole, i mezzi veri per un fine giusto.
Lo Spirito che informa i mansueti opera nella fede, nella speranza e nell’amore.
Nella fede: credo che la terra appartenga ai poveri, e che la chiesa sia una comunità di militanti che lottano e che sono pronti a perdere. “Chi perde la propria vita la ritroverà”.
Nella speranza: in un mondo senza fiato, nervoso, teso, impaziente, disordinato, la fede cristiana è il lungo respiro, è la forza tranquilla, la “perseveranza”.
Nell’amore: i mansueti formano una chiesa che può essere paragonata a un incudine. Non è il martello che batte insistente, è l’incudine, che dura di più, che non cede, che alla lunga risulterà vincitore.
Gesù, in Matteo, dice: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime”. Gesù parla di un “giogo” di cui doversi fare carico, anche se si aggiunge che è un giogo “agevole” e il cui peso è “leggero”.
Una virtù stretta, la mitezza: esile, sottile. Un cammino arduo, per chi non ha paura.
Pastore Paolo Tognina