INCONTRO ristruttura la sede diurna

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Al via il restauro della sede principale (struttura diurna) dell’INCONTRO che fa rifermento all’Associazione MOVIMENTO: una presenza viva e necessaria in Valposchiavo
Con un comunicato del 28 ottobre il Governo ha reso nota l’approvazione del progetto di trasformazione e ristrutturazione della sede dell’INCONTRO (Associazione MOVIMENTO) a Poschiavo. Si tratta di uno storico edificio realizzato nel 1825, già sede della scuola della Comunità evangelica riformata, che dal 1998 ospita l’associazione.
Con questo intervento di restauro, vi saranno una ristrutturazione completa, un aumento dello spazio a disposizione dell’utenza, grazie anche all’ampliamento e allo sfruttamento del sottotetto, e un innalzamento del vano ascensore, che permetterà agli utenti un accesso conforme alle norme in materia di disabilità ai nuovi spazi.

Verrà inoltre totalmente ripensato il sistema di riscaldamento, che da elettrico passerà a pompa di calore ad aria/acqua, sostituendo dunque un impianto ormai obsoleto.
Un intervento del valore di 1.424.100 CHF, cui il Cantone partecipa con un contributo pari al massimo all’80% del valore, cioè a 1.139.300 CHF.

Abbiamo sentito Josy Battaglia, responsabile di sede dell’INCONTRO e membro di direzione dell’Associazione MOVIMENTO, per chiedergli un commento a caldo sulla decisione cantonale.

Qual è la vostra reazione a questa notizia?
Innanzitutto siamo molto felici perché sono molti anni che aspettiamo il buon esito di questo progetto. Si tratta dell’ultima tappa di un processo importante iniziato nel 2015, quando abbiamo acquistato l’immobile, nel quale precedentemente eravamo in affitto. Anche allora il Cantone ci ha sostenuti con un contributo pari all’80%, quindi si tratta di un completamento e di una fiducia rinnovata. La nostra associazione non esercita a scopo di lucro infatti e opera su mandato di prestazione e autorizzazione d’esercizio cantonale, e al tempo stesso deve dimostrare di anno in anno una sostenibilità economica. Per noi questo credito attesta dunque come la struttura sia necessaria, funzionante sotto più punti di vista, e quindi vada sostenuta da parte delle autorità cantonali. Una bella conferma per un servizio rivolto a persone con disabilità in una regione della periferia alpina.  

Come mai si è dovuto attendere fino a oggi?
In effetti su questo progetto abbiamo iniziato appunto a ragionare da tempo, addirittura una decina di anni fa. L’iter burocratico e amministrativo in questi casi è complesso, e il Cantone giustamente ha voluto e dovuto espletare tutti i criteri di valutazione prima di dare il via libera definitivo. Ora, finalmente, ci siamo, e questa conferma come detto ci dà ulteriore motivazione per il lavoro futuro.

Nel frattempo, come siete cresciuti negli anni?
Siamo cresciuti molto. Siamo partiti 23 anni fa con 5 utenti che aderivano a un’offerta di accompagnamento diurna per due mezze giornate la settimana. Oggi ci sono una cinquantina di utenti che frequentano il centro diurno e il laboratorio protetto, con frequenza che varia da una mezza giornata per taluni fino 5 giorni interi la settimana per altri, fra i quali 13 utenti che vivono e usufruiscono anche di un accompagnamento presso il nucleo abitativo. Se è vero che il grado di civilizzazione di una società si misura anche dall’attenzione che questa riserva alle persone più fragili o in difficoltà, la presenza di una struttura come la nostra in Valposchiavo dovrebbe essere motivo d’orgoglio per tutti i cittadini. Per me lo è certamente.  

Oltre al tema fondamentale di offrire un servizio del genere in periferia ve ne sono anche altri, come quello occupazionale. Oggi offriamo un impiego in ambito sociale a 22 collaboratori con contratto a tempo indeterminato, che prestano servizio a percentuali varie. Tre quarti di questi collaboratori risiedono in Valposchiavo, il che significa mantenere nella regione anche professionisti qualificati e persone con esperienza nell’ambito della relazione d’aiuto.

E quindi ora che succede allo stabile e alle vostre attività di accompagnamento?
Il nostro obiettivo è quello di partire prima possibile con i lavori, speriamo già a inizio 2022. Ora, dopo la bella notizia arriva una nuova sfida, che prevede il trasloco di gran parte dell’attività durante i lavori di ristrutturazione che dureranno almeno 4 mesi. In parte, per quanto riguarda il centro diurno, ci siamo già trasferiti presso lo stabile dove si trovò un tempo l’ex maglieria poschiavina, in via Olimpia 6 a Poschiavo, e in seguito dovremo trasferire anche gran parte del laboratorio provvisoriamente in uno spazio esterno. Le difficoltà legate alla situazione pandemica però sono servite da palestra, sconvolgendo sì buona parte della nostra quotidianità lavorativa, ma rendendoci al contempo ancora più flessibili e adattabili a un nuovo contesto e a una nuova gestione degli spazi. Certo, ne avremmo fatto volentieri a meno, ma cerchiamo di trarre profitto da questa esperienza per il prossimo periodo di lavori in corso e conseguenti disagi operativi. Contiamo di concludere i lavori per la metà del 2022, in modo da poter ripartire con slancio, e speriamo con impatto sempre minore dovuto alla pandemia, in modo che sia per noi una vera e propria rinascita.

Maurizio Zucchi
Membro della redazione