Nel novembre del 2018, accanto alle rubriche fotografiche del nostro portale, “Ferrovia del Bernina” e “Foto dei lettori”, è stata creata una raccolta di scatti ritraenti la fauna del nostro cantone denominata “Foto di Carlo Tuena”.
Dopo una terza edizione lanciata nel marzo del 2021, riproponiamo una quarta galleria. Il fotografo amatoriale originario di Poschiavo, infatti, non ha cessato di rincorrere questa sua grande passione e ci propone ora altre nuove immagini. Oggi pubblichiamo la prima della quarta serie.
“Come già avevo raccontato nella nostra prima intervista del 2018 (per conoscere meglio il fotografo “in bulgia”, residente a Bonaduz, clicca qui) – racconta Carlo Tuena – la mia passione per la natura e in special modo per la fauna ha le radici nella mia gioventù. Già allora passavo tanto tempo nei boschi e in montagna ad osservare e studiare la selvaggina”.
Secondo Carlo, il fotografo è importante per studiare e capire il comportamento del resto della fauna in confronto all’uomo. “Questa mia passione – aggiunge – esiste tuttora. In più, oggi ho tanto tempo a disposizione e questo fatto aiuta il fotografo a perfezionarsi e a volte a mettere a fuoco momenti speciali della natura”.

Le foto che proponiamo a partire da oggi sono il risultato, più o meno, degli ultimi due anni di lavoro. “Sinceramente – afferma Carlo – devo dire che fa piacere ricevere degli apprezzamenti da parte dei lettori del Il Bernina. Questo rappresenta un po’ la paga del fotografo… “.
Lo scatto che più piace a Carlo? “Difficile a dire – conclude – quasi tutte le foto hanno una loro storia. Sinceramente la foto del cuculo o della civetta nana sono state per me una grossa sorpresa. Il cuculo per esempio è molto prudente e vederlo è già difficile: fotografarlo è quasi un’eccezione. Fotografare poi una civetta nana d’inverno su un’alpe, nella neve, in controluce, è quasi un miracolo (si sa che la civetta nana non caccia di notte, come le altre civette, ma all’imbrunire o anche di giorno).
Carlo Tuena è un fotografo con un suo stile molto particolare, oltre che avvincente. Riconosco immediatemnte le sue fotografie, anche senza leggere la didascalia. Perché? Perché Carlo riesce ad andare oltre il semplice (anche se non sempre facile) scatto statico, ma entra nella dimensione dinamica del soggetto che riprende, il più della volte animali. Riesce a fissare sulla pellicola il momento in cui l’animale fa un movimento. E in quel centesimo o millesimo di secondo si capisce benissimo che cosa stia facendo l’animale. Basta ammirare la fotografia dei due esemplari di cerve femmine che allattano i piccoli per rendersene conto. NOTEVOLE!