Italiano nelle scuole di commercio, bicchiere mezzo pieno (o mezzo vuoto)

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Franco Milani

La scelta della prima lingua oltre a quella nazionale regionale per gli apprendisti di formazione commerciale è stata negli scorsi mesi al centro di un largo dibattito, che ha coinvolto anche le organizzazioni linguistiche.

La formazione, secondo il nuovo disegno adottato, prevede come lingua nazionale regionale il tedesco (infatti le scuole con questo indirizzo ricardono tutte sul territorio tedescofono) e in più altre due lingue.

Inizialmente, nel primo disegno di riforma, si era pensato a una formazione con una sola lingua oltra a quella regionale nazionale, a scelta tra un’altra lingua nazionale o l’inglese. Ciò avrebbe enormemente penalizzato la lingua italiana, ovviamente.
La scelta sulle lingue è stata demandata ai Cantoni. Il Governo ha definito l’inglese come prima lingua straniera per tutte le scuole commerciali, mentre per la seconda la situazione è diversificata secondo le differenti scuole secondo il piano seguente.

  • Scuola professionale di Davos: italiano
  • Scuola di commercio KV di Coira: in linea di principio italiano. Agli apprendisti che hanno concluso la scuola dell’obbligo con il francese viene proposto il francese.
  • Scuola professionale commerciale della Surselva: in linea di principio italiano. Gli apprendisti che hanno concluso la scuola dell’obbligo con il romancio possono scegliere il romancio a livello di prima lingua. Questo vale anche per la maturità professionale durante l’apprendistato (MP 1).
  • Scuola professionale commerciale dell’Engadina Alta: in linea di principio italiano. Gli apprendisti con l’italiano quale prima lingua frequentano le lezioni di italiano a livello di prima lingua e all’occorrenza possono frequentare una lezione supplementare di sostegno in tedesco. Agli apprendisti che hanno concluso la scuola dell’obbligo con il romancio viene proposta una lezione supplementare di romancio alla settimana.

Il Bernina ha raggiunto il Presidente della Pro Grigioni Italiano Franco Milani per chiedere un commento a caldo sulla decisione.

Vi siete negli scorsi mesi spesi su questo tema. Siete dunque soddisfatti delle decisioni raggiunte? Avreste voluto di più o qualcosa di diverso?

Non siamo soddisfatti perché, per decidere come affrontare la riforma, il governo non si è orientato alla prassi in uso nei cantoni bilingui, bensì alla soluzione adottata da quelli monolingui. In pratica volevamo che venisse scelto l’italiano come prima lingua “straniera”, e non l’inglese. Ciò sarebbe stato in linea con quanto hanno deciso cantoni bilingui come Berna, Friburgo e Vallese che danno la precedenza alla lingua dell’altra comunità linguistica cantonale e adottano l’inglese come seconda lingua straniera.

Siamo invece soddisfatti per essere riusciti a garantire un trattamento di favore alla lingua italiana nella scuola professionale di Samedan. Positivo è pure il fatto che il numero di lezioni per la seconda lingua è superiore a quello per la prima e che la valutazione venga fatta separatamente e non congiuntamente a altre materie. Infine vogliamo ringraziare la Deputazione grigionitaliana in Granconsiglio che su nostra sollecitazione ha presentato già nel febbraio scorso una interpellanza in proposito.

Maurizio Zucchi
Membro della redazione