Fra meno di un anno il Comune di Brusio cambierà assetto; alla scadenza elettorale decadrà il governo guidato dal Presidente Arturo Plozza ed il paese si incamminerá verso un nuovo corso che – comunque vada – comporterà dei cambiamenti rispetto alla continuità dell’attuale azione amministrativa, protrattasi per oltre un decennio e passata attraverso svolte epocali fra cui la recente pandemia.
Una svolta sulla quale il sindaco uscente esprime già oggi una serie di valutazioni piuttosto precise.

Arturo Plozza, potrebbe indicare, senza pensarci troppo, tre caratteristiche che vorrebbe avesse il nuovo sindaco di Brusio?
Aperto, ovvero disponibile ad ascoltare le esigenze dei cittadini e quindi riconoscibile nel suo ruolo di rappresentante della collettività; onesto – anche se suona scontato – ovvero onesto con sé stesso così come nel portare avanti le priorità e il bene comune.
La terza non é necessaria: se ha queste due siamo giá a cavallo!
Da qui a quando terminerà la sua ultima legislatura, cosa le sta a cuore portare a termine? Cosa vorrebbe vedere definitivamente realizzato prima di passare il testimone?
Se dovessi portare a termine tutto ciò che desidero, dovrei ricandidarmi per altri 12 anni, facendo il bis di un mandato che é stato una novità assoluta, essendo stato io il primo ad rimanere in carica per un lasso di tempo così lungo nell’arco di tre legislature, dopo la riforma che ne ha esteso la durata.
Ma lo dico con ironia e senza rimpianti; é giusto andare a termine, ormai il mio contributo l’ho dato e tutto ciò che rimane aperto sará materia di lavoro per chi verrà dopo di me.
Quali sono allora, anche in prospettiva, i progetti che da semplice cittadino di Brusio si aspetterà di vedere realizzati?
È chiaro che i progetti più importanti e rilevanti non scadono con le legislature. Su tutti spicca certamente quello di Motta di Miralago con tutta la gestione degli inerti e del deposito, questione su scala regionale ed essenziale per la nostra valle.
Accanto a ciò la questione sicurezza: i due valli di protezione, a Campascio e nell’area del campo sportivo, nelle aree cioè in cui é essenziale la prevenzione della caduta sassi.
Le infrastrutture, del resto, sono sempre in primo piano, a cominciare dalle strade, dalla gestione dell’acqua e dell’elettrico.
Questo ci porta direttamente a parlare anche dei risvolti economici. Come siamo, posizionati e cosa immagina per gli anni a venire?
Come sindaco ho sempre sentito in modo preciso la responsabilità della gestione del Comune e della sua amministrazione.
In particolare, proprio per le finanze, penso di poter dire che stiamo bene: siamo uno fra i 101 comuni grigionesi con tasso fiscale basso, fermi all’85 per cento ormai da anni.
Oltre a questo, siamo il comune svizzero con il prezzo della corrente fra i più bassi in assoluto, a beneficio dei cittadini ma anche delle aziende.
Infine, non abbiamo debiti; quindi mi correggo, siamo messi benissimo!
Cosa, invece, è ancora migliorabile?
Se dal capitolo finanze passiamo a quello della qualitá di vita, non possiamo ignorare il fatto che permangono problemi non risolvibili a breve termine. Io stesso non mi sono risparmiato, ma alcuni processi rimangono preoccupanti, a cominciare dal calo demografico: si diminuisce e si invecchia, si nasce poco e si emigra tanto. Il risultato é che senza giovani non ci sono posti di lavoro e chiudono i servizi.
Problemi ai quali bisogna lavorare continuamente, benchè non siano specifici di un mandato amministrativo.
È risaputo che questi ultimi anni sono stati costellati da contrasti con il Consiglio comunale che, in più occasioni, l’ha messa in minoranza. Come mai queste differenze di vedute e quanto hanno inciso sul suo lavoro?
Le differenze di veduta fanno parte del lavoro di un politico, visto che parliamo di una democrazia e non di una dittatura.
È chiaro che possono esserci idee discordanti, ma questo non mi ha mai scoraggiato più di tanto…anche se a volte può essere stancante.
Queste fatiche non hanno comunque reso meno incisivo il mio impegno ed il mio operato. Certo, la prima notte dopo un consiglio tormentato, é sempre stata una notte insonne e di pensieri; ma dal giorno dopo il lavoro é sempre andato avanti, forse anche con maggior lena di prima.
Aggiungi, come notazione, che il consiglio é diventato un pochino più politico andando avanti negli anni… alla naturale discussione si é via via aggiunto un gioco di partiti che ha creato nuove modalità e nuovi modelli di lavoro: va bene così.

Brusio, come ricordava, è un Comune finanziariamente solido e le prospettive per il futuro sono in questo senso buone anche se è difficile far crescere la popolazione con conseguenze anche sui servizi di base. Cosa non si è fatto in passato per anticipare questa tendenza e determinare un nuovo orientamento?
La parola magica é continuità. Bisogna continuare a lavorare e interessarsi a questi problemi. Se parliamo solo di soldi ma non abbiamo qualitá della vita non andiamo avanti; é necessario avere una visione complessiva e sempre aggiornata, ad esempio nel settore della sanità e della socialità.
Non è facile gestire queste cose in una valle discosta come la nostra, lo so fin troppo bene, ma non ci si può fermare nè fossilizzare.
Questi problemi non vanno dimenticati ma sempre analizzati con ottica di miglioramento e senza creare false aspettative: nessun sindaco ha la bacchetta magica, purtroppo, nessuno può risolvere questioni epocali come il calo demografico in un attimo.
Il tema di una fusione con il Comune di Poschiavo è definitivamente cancellato dall’agenda?
Non sarò il sindaco della fusione: questo ho detto dodici anni fa e ho mantenuto il mio intento; non come presa di posizione personale, ma come espressione di una volontà precisa da parte della nostra gente. Non c’é e non c’é mai stata la volontà di essere cancellati; non ho mai ricevuto sollecitazioni da parte dei nostri cittadini per una eventuale fusione.
La strategia è del Cantone, che ha progressivamente ridotto il numero dei comuni. Ovviamente i nostri due comuni sono molto diversi, a cominciare dalle dimensioni, ma ciononostante posso dire che siamo capaci di collaborare e di confrontarci; dinamiche che già funzionano benissimo, quindi non è essenziale procedere con una fusione anche se magari prima o poi un tavolo ci sarà.
Quali sono, dal suo punto di vista, gli altri temi di cui si parlerà nei prossimi anni?
Collegato a quello dello sviluppo demografico, abbiamo anche il tema del frontalierato e della forza lavoro: con le nostre sole forze sarebbe difficile andare avanti.
Per non dimenticare la depurazione delle acque, a cui abbiamo lavorato sodo specialmente negli ultimi due anni, così come é stato grande l’impegno nella pianificazione locale per la quale si é approdati ad un programma molto dettagliato.
E sopra a tutto, a Brusio rimarrá sempre alta l’attenzione ai pericoli naturali. Basti vedere cosa é successo in Turchia: sembra retorico dirlo, ma non si impara mai niente dal passato; così come non impariamo mai dalle guerre, dimentichiamo anche che le montagne franano e che se per qualche anno o decennio non succede niente, ciò non deve indurci ad abbassare la guardia.
Un ultimo desiderio per il “suo” comune?
Spero che il cambio della guardia non diventi un problema politico. Con il sindaco, finiscono il loro mandato anche alcuni consiglieri; ecco, mi auguro che ci siano dei giovani – e ne abbiamo di molto bravi e preparati – disposti a mettersi al servizio della comunità. Serve un ricambio e che sia di qualità; al momento il sasso nello stagno l’ho lanciato rendendo attento il consiglio rispetto alla scadenza di ottobre.
Confido che nel “mio” amato comune ci sia un numero sufficiente di giovani leve che si occuperanno della nostra cosa pubblica.