Dai Salis di Tirano ai Serassi di Grosotto
Lo scorso autunno erano stati il Palazzo Besta e la chiesa romanica di san Pietro a Teglio, sabato scorso le mete della visita organizzata dalla comunità riformata valposchiavina sono state il Palazzo Salis di Tirano e gli organi Serassi del santuario della Madonna delle Grazie e della parrocchiale di sant’Eusebio di Grosotto.
Quante volte scendiamo in Valtellina dalla Valposchiavo per fare degli acquisti? E magari per andare al mercato, il giovedì mattina, a Tirano? E mentre si conoscono e frequentano negozi, officine o cantine, capita di non badare al fatto che oltre confine ci sono luoghi e monumenti d’arte, di cultura, di memoria e di bellezza degni di nota.
Come in Valposchiavo, anche in Valtellina negli ultimi decenni molto è stato fatto per valorizzare quanto di pregevole e valido si trova sul territorio. Il centro storico di Tirano, ad esempio, è stato ampiamente recuperato, e molti palazzi e vie hanno parzialmente ritrovato l’antico aspetto. E proprio nel cuore della città, spicca l’imponente Palazzo Salis, risalente – nella sua disposizione attuale – al 16. secolo. Proprietà di una famiglia che ha fatto anche la storia dei Grigioni, il Palazzo – interamente restaurato nel corso degli ultimi vent’anni – offre un percorso attraverso sale decorate con affreschi ed arredate con oggetti d’epoca, un curatissimo giardino all’italiana, le cantine e la ghiacciaia cinquecentesche. Guide competenti e preparate completano la visita con informazioni che schiudono al visitatore interessanti scorci sulla storia della dimora e dei suoi abitanti.
Risalendo la valle, a Grosotto i riformati valposchiavini sono stati accolti dalla Fabbriceria della Beata Vergine delle Grazie. Scopo della visita era quello di vedere e soprattutto sentire gli organi Serassi del paese: Grosotto ha infatti il privilegio di avere ben due Serassi, strumenti costruiti nella seconda metà dell’Ottocento dalla celebre ditta bergamasca. I Fabbricieri di Grosotto hanno illustrato i capolavori barocchi del Santuario: l’ancona monumentale – che a breve sarà oggetto di un attento restauro -, una tela raffigurante la Sacra Famiglia, opera di Marcello Venusti, e naturalmente l’organo – suonato poi magistralmente da Moreno Pozzi, organista della chiesa riformata della Valposchiavo. E sulla sommità della cassa lignea che decora lo strumento, una statua del re Davide, il biblico compositore dei Salmi, del tutto simile a quella che si trova a Brusio, a decorazione del Serassi della chiesa evangelica.
Attraversato l’abitato, i riformati valposchiavini sono stati accolti presso la chiesa di sant’Eusebio dal parroco, don Andrea Cusini. Sullo strumento della parrocchiale, il maestro Pozzi ha eseguito ancora alcuni brani mettendo in risalto le caratteristiche di uno strumento che, al pari di quello del santuario, comprende registri che imitano il suono di un’intera banda musicale.
E sul sagrato della chiesa, dove ai visitatori è stato offerto un gradito rinfresco, cristiane e cristiani di diverse confessioni si sono calorosamente stretti la mano.