Disabilità utopia e resilienza in scena a Poschiavo

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Annie Hanauer-A space for all our tomorrows © Caroline Minjolle Steps 2022

La Festa Danzante edizione 2023 appena conclusa a Poschiavo, è stata all’insegna dell’inclusione, non solo nell’esibizione di venerdì pomeriggio in piazza che ha visto mettersi in gioco l’associazione Movimento ( Poschiavo ed Engadina), ma anche nello spettacolo  “A space for all our tomorrows” proposto alle palestre comunali il sabato sera, e replicato la domenica alle 17.00.

Suggestivo il titolo,  “uno spazio per tutti i nostri domani”, suggestiva la locandina, con un intreccio di corpi tra cui riconoscevi  una protesi di braccio e delle stampelle, suggestivo il palco allestito in palestra: fondali scuri, luci fredde tratteggiate e una nebbia persistente ad annullare tutti i contorni.
Con queste tre informazioni mi sono seduta tra il pubblico ad assistere allo spettacolo, pronta ad accogliere quel che passava e a lasciarmi stupire. 
Ecco, forse dovrei lasciare qualche pagina bianca per dire al meglio il tempo che mi ci è voluto per decantare e  decifrare lo spettacolo. Dopo il lungo applauso finale, a dire il vero, erano tanti i visi perplessi, toccati, ma disorientati del pubblico.
A modo mio proverò a raccontarvelo questo spettacolo, ben sapendo che ogni espressione artistica è sempre ermetica e insieme aperta  a interpretazioni diverse e anche contrastanti.
In scena una cantante ( Deborah Lennieh, voce splendida) e tre danzatori : Laila White, poliomielitica agile e flessuosa, sostenuta da due stampelle, Annie Hanauer, regista e coreografa dello spettacolo, armoniosa nel suo corpo con una protesi al braccio sinistro, e Giuseppe Comuniello, non vedente e, giuro, non si notava.

Apparsi come dal nulla gli artisti sono entrati in scena insieme alla musica e al canto. Per tutto lo spettacolo i loro corpi, non privi di armoniosità e bellezza, sono stati avvolti da una nebbia che ha filtrato anche la poca luce proposta, rendendo tutto  molto surreale.  Filo conduttore dello spettacolo era il tema dell’utopia. Voci e lingue diverse raccontavano probabilmente immagini personali di possibili utopie, i corpi intanto interpretavano una loro traduzione. Uno spettacolo toccante per la disabilità messa in gioco con tanta bravura e poesia, ma senza una vera evoluzione, e che lasciava comunque allo spettatore un senso di cupezza un po’ disarmante. Avrei voluto veder sciogliersi quella nebbia, vedere nitidi i contorni dei corpi, invece qualcosa mi è rimasto imploso dentro.
Porto sicuramente a casa il messaggio di resistenza, di forza e di coraggio di questi artisti, che malgrado certi limiti fisici non si sono lasciati scappare i loro sogni, li hanno inseguiti e raggiunti, mostrando abilità e armonie incredibili. Sicuramente ci hanno dimostrato che loro, uno spazio per i loro domani, lo hanno trovato.

Annie Hanauer-A space for all our tomorrows © Caroline Minjolle Steps 2022

Per il resto, mi attacco, come fosse un’ancora, all’etimologia della parola Utopia che significa, non-luogo: potrei allora trovare un senso a quel mio  (e non solo mio) smarrimento finale, riconoscere in quella nebbia la rappresentazione di quel non-luogo e  accettare, forse con un senso di speranza, quel finale che ha visto inghiottire e svanire dentro un indefinibile fondale tutti i danzatori.

L’associazione Riverbero, organizzatrice dell’evento, ci sta allenando a spettacoli di qualità, ma che spesso chiedono al pubblico lo sforzo di uscire dalla propria comfort-zone,  di esplorare  nuovi orizzonti, magari inusuali.  Anche come spettatore dunque devi metterti in gioco, ma è sempre un arricchimento.