Dalla Babele alla Pentecoste (anche nella promozione linguistica)

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Due sono le metafore bibliche forti, riguardanti il plurilinguismo. La prima, dall’Antico Testamento, è quella di Babele, il nome della città i cui abitanti sfidarono Dio, costruendo una torre che voleva raggiungere il cielo e furono poi puniti, facendo sí che parlassero lingue diverse, in modo che non potessero piú capirsi l’un l’altro. La confusione linguistica si è riflessa anche nelle nostre lingue moderne. In italiano, Babele è diventato sinonimo di confusione e disordine, così come in francese, pure in tedesco ha un significato negativo e in inglese rappresenta una miscela confusa di suoni o voci. Una delle applicazioni per l’apprendimento di piú lingue da parte di piú utenti, esistente dal 2007, ha preso in prestito questo nome in modo positivo.

Nella nostra società occidentale, quando piú lingue coesistono in un’area, decidiamo di regolare la situazione attraverso norme, a partire dalla Costituzione, leggi, regolamenti interni delle amministrazioni statali o delle aziende private. Questo è il caso della plurilinguismo nel Canton Grigioni, che è sostenuto dalla Costituzione, dalle leggi federale (dal 2007) e cantonale (dal 2006) e abbondantemente finanziato. Ed è proprio a questo punto che diventa necessario implementare un sistema che permetta al finanziatore di sovvenzioni di controllare l’uso corretto delle risorse. In particolare, e qui entriamo nell’attualità, nel mese di marzo di quest’anno il Controllo federale delle finanze (CDF) ha pubblicato una relazione sulla promozione delle lingue dell’Ufficio federale della cultura; si tratta dell’uso delle risorse che finiscono nei cantoni plurilingue, i quali a loro volta devono dimostrare se le sovvenzioni concesse vengano utilizzate correttamente. Per il Canton Grigioni, ciò significa che le risorse devono essere utilizzate per promuovere il romancio e l’italiano. Nel 2019, l’Ufficio federale della cultura ha incaricato il Centro per la democrazia di Aarau di valutare le misure per la salvaguardia e la promozione della lingua e cultura romanica e italiana. Ciò ha portato a quattro raccomandazioni, tra cui la “promozione delle competenze linguistiche all’interno dell’amministrazione cantonale, per garantire la comunicazione in tutte e tre le lingue nazionali e evitare discriminazioni“. Nel mese di ottobre 2020, il Cantone ha pubblicato un compendio di “misure per il rafforzamento continuo della promozione linguistica nei prossimi anni”. Nella sua valutazione, il CDF sottolinea che si dovrebbe dare maggiore importanza alle priorità strategiche della promozione linguistica anziché alla divisione dei compiti tra la Confederazione e il Cantone, affinché “gli effetti e le conseguenze attese dei finanziamenti siano definiti per ciascuna delle aree finanziate. Gli obiettivi e gli indicatori stabiliti dovrebbero poi essere inclusi negli incarichi futuri di prestazione“.

Se si vuole seguire questa raccomandazione nel nostro Cantone, le ottanta misure proposte dal Governo per promuovere le lingue dovrebbero essere integrate con indicatori e obiettivi misurabili, in modo da poter valutare se le misure adottate hanno avuto effetti positivi o meno. Anche le responsabilità all’interno dell’amministrazione, la rendicontazione e le finanze dovrebbero essere regolate in modo chiaro.

Anche il lettore attento avrà ormai capito quanto complesso sia il sistema di promozione statale del plurilinguismo. Forse stiamo affrontando l’intera questione del plurilinguismo dalla prospettiva babilonese dell’Antico Testamento, che vede la presenza di piú lingue soprattutto come “confusione e disordine” e quindi la necessità di definire leggi e istituire sistemi di controllo dettagliati, anziché abbracciare la seconda metafora biblica, quella del Nuovo Testamento, che abbiamo ricordato qualche giorno fa: quella della Pentecoste, in cui l’intervento divino ha dato a tutti il potere di parlare lingue diverse, affinché tutti potessero capire il messaggio.
In questo risiede la ricchezza linguistica che viviamo anche nel nostro Cantone, osservando la stessa cosa da prospettive linguistiche diverse e potendo cosí capire meglio. Pertanto, vale la pena investire nell’apprendimento delle lingue, anziché costringere tutti a una sola lingua. La ricchezza culturale del Canton Grigioni risiede proprio nella capacità di guardare al mondo da diverse prospettive linguistiche. Pertanto, vale la pena investire nell’apprendimento delle nostre lingue: comprenderemo meglio il mondo.


Luigi Menghini

(articolo apparso nella versione tedesca, nell’edizione del Bündner Tagblatt del 1° giugno 2023)