Nella serata del 6 giugno, in Casa Besta, sede della Biblioteca comunale di Brusio, sono iniziati i Martedì letterari di Brusio, una preziosa componente di Lettere fuori dal festival, il progetto pilota che prepara il terreno per il festival letterario autunnale Lettere dalla Svizzera alla Valposchiavo. Sara Catella, scrittrice della Svizzera italiana, ha presentato Le malorose — Confidenze di una levatrice.
L’ideatrice e coordinatrice del festival letterario dedicato alla valorizzazione della produzione letteraria svizzera e della ricchezza culturale del plurilinguismo, Begoña Feijoó Fariña, ha accolto i presenti nella suggestiva cornice della sala della Casa Besta che ospita la biblioteca comunale, dando il via al ciclo di serate dedicate alla letteratura I martedì letterari di Brusio.
Chiara Balsarini ha poi preso la parola per instaurare subito un interessante dialogo attorno all’opera dell’autrice ospite, Sara Catella, che presentato al pubblico il suo libro d’esordio Le malorose — Confidenze di una levatrice. Attraverso la lettura di alcuni estratti e la discussione dei temi, dei personaggi e delle storie contenute nel racconto, i presenti hanno potuto intravvedere alcuni scorci unici nella realtà femminile di inizio Novecento.
Il libro, edito nel 2022 da Casagrande, vede infatti come protagonista Caterina Capra, levatrice in una remota Valle di Blenio agli inizi del secolo scorso che, al capezzale del parroco di paese, don Antonio, infermo e privato della parola, si abbandona ad un monologo in cui confida – e condanna – con voce sincera ma vigorosa, la durezza della vita femminile di inizio Novecento.
Pur non essendo un romanzo storico ma un atto creativo, come sottolinea l’autrice, la figura di Caterina è tuttavia esistita. Nata dagli scatti di un fotografo ambulante intento ad immortalare le persone comuni e la vita popolare, Caterina riprende vita, un secolo dopo, grazie alla penna di una nuova voce della letteratura svizzera, che le dona l’immagine di una donna forte ma sofferente, con dei pensieri e delle emozioni represse pronti ad emergere in una fervente rivelazione della condizione femminile del tempo.
In un ribaltamento delle parti, la prepotenza maschile, rappresentata dalla figura di don Antonio, viene celata e, mentre il parroco è ammalato e muto e i giorni che passano, Caterina trova il coraggio di affrontarlo con pensieri e domande che la affliggono. La protagonista si abbandona dunque ad un lungo monologo dove, per una volta, una figura femminile prende la parola e fa eco alle voci silenziose delle donne del tempo, svelando le sfide nascoste e le lotte interiori che hanno plasmato le loro vite.
Il primo dei Martedì letterari ha dato così spazio ad un’opera che cattura, anche attraverso il suo impasto linguistico plasmato dal dialetto, diretto e radicato nella realtà, l’essenza delle ansie, delle paure e delle speranze delle donne offrendo, in un discorso corale, uno sguardo intimo e sincero su una parte preziosa e spesso trascurata della storia femminile. Una protesta frutto di un dolore antico, femminile, su cui soffermarsi anche nel presente.
Conclusa la presentazione dell’opera, un rinfresco ha dato occasione al pubblico di continuare il dialogo — letterario e non — in un momento di scambio. I prossimi martedì letterari[https://ilbernina.ch/2023/05/29/i-martedi-letterari-di-brusio/], sempre alle 20 negli spazi della biblioteca comunale di Brusio, daranno spazio prima alla poesia di Leopoldo Lonati, il 13 giugno, e poi di nuovo alla narrativa, con il romanzo Un inverno a Instanbul di Angelika Overath.