Truffe informatiche, quali sono e come prevenirle?

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Immagine da depositphotos.com

Essere connessi in rete con il mondo intero è ormai diventata la quotidianità. Acquisti online, Social Network, scambio di corrispondenza, operazioni bancarie e tanto altro, avvengono oggi più facilmente tramite “Internet” che nel concreto nella vita reale. Se da un lato della medaglia questo è molto comodo, dall’altro ci espone a nuovi rischi che nel passato, senza una “connessione”, non esistevano. Stiamo parlando delle tante truffe e furti di dati che, soprattutto dopo l’esplosione degli smartphone e dei “Social”, vengono subite da qualsiasi categoria di cittadini.
Per cercare di fare un po’ di chiarezza su questo fenomeno Il Bernina ha contattato e intervistato Ivan Piani, vicedirettore di ecomunicare e informatico qualificato.

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Ivan, oggigiorno sentiamo sempre più parlare di truffe informatiche: molti di noi ne hanno avuto conoscenza diretta (subendole o evitandole per poco). Da esperto informatico ci puoi descrivere le più comuni?
Le truffe informatiche possono colpire chiunque utilizzi dispositivi e servizi online, sicuramente le più comuni sono:

• Phishing: una delle truffe informatiche più diffuse che consiste nell’invio di email, messaggi o siti web contraffatti che sembrano provenire da istituzioni o aziende legittime. L’obiettivo è quello di indurre le persone a condividere informazioni sensibili come password, numeri di carta di credito o altri dati personali.
• Ransomware: si tratta di un particolare tipo di malware che infetta il dispositivo della vittima e crittografa tutti i file, rendendoli inaccessibili. I truffatori solitamente richiedono il pagamento di un riscatto per avere nuovamente i propri documenti o file personali.
• Truffe delle criptovalute: con la crescente popolarità delle criptovalute (per esempio i Bitcoin), sono emerse anche truffe associate ad esse. Queste truffe possono coinvolgere falsi portafogli digitali, scambi fraudolenti o schemi di investimento ingannevoli che promettono guadagni elevati.

Entrando più nel dettaglio e parlando del fenomeno delle email truffa (Phishing): tutte mirano a ottenere i dati personali della vittima, ma puoi chiarirci cosa fa l’autore della truffa una volta ottenuti i nostri dati?
Una volta ottenuti i dati personali della vittima, quasi sempre tramite una truffa di tipo Phishing, l’autore può rubare l’identità, commettere frodi finanziarie, accedere agli account online o vendere i dati a terze parti interessate. Le conseguenze possono essere gravi, tra cui danni economici e compromissione dell’identità digitale della vittima. La protezione delle informazioni personali è essenziale per prevenire questi problemi.

Esiste un modo per accorgersi immediatamente se siamo vittima di una truffa informatica?
Purtroppo, non è sempre facile capire se si è stati vittima di una truffa informatica. Alcuni casi sono più evidenti, altri molto discreti o invisibili, per questo è fondamentale la prevenzione. Tuttavia, se sospettiamo di aver subito un furto di dati, il tempo è un elemento fondamentale, oltre a modificare le password (specialmente quelle più sensibili), occorre rivolgersi ad un tecnico informatico che possa fare un’analisi del dispositivo. Nei giorni seguenti, sarà importante controllare regolarmente i conti bancari, le carte di credito e le transazioni finanziarie per individuare eventuali attività sospette o non autorizzate.

E un modo per prevenirle? Qualche programma speciale?
I migliori software per prevenire le truffe informatiche si chiamano “Attenzione” e “Diffidenza”, funziona per tutti i dispositivi e soprattutto il codice è open-source. Scherzi a parte, la prima regola è quella di essere sempre lucidi e vigili, le truffe esistono da sempre, e non solo online. I software disponibili sono molti, inoltre è importante mantenere i dispositivi sempre aggiornati e prestare massima attenzione alle richieste di informazioni personali o pagamenti online. Se qualcuno avesse dei dubbi sul proprio grado di protezione è bene che si rivolga al proprio tecnico informatico di fiducia.

Ivan Falcinella
Membro della redazione