Brusio, discussione ancora aperta sul futuro dell’ambulatorio medico

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La pausa estiva non ha sopito la discussione intorno al futuro della sanità pubblica nel territorio di Brusio. Come in altre realtà caratterizzate da una densità di popolazione in progressivo calo, anche in questa porzione dell’arco alpino ci si interroga sulla miglior forma possibile di erogazione dell’assistenza, a fronte della inarrestabile riduzione dei piccoli ambulatori di paese a favore di centri specialistici al servizio di aree più ampie.

Un tema all’attenzione del Gruppo di lavoro (GL) creato in seno al Consiglio Comunale di Brusio che, proprio nell’ultima seduta, è tornato a soffermarsi sulla questione: al centro, l’intervento del consigliere Pietro Della Cà che ha passato in rassegna i punti discussi nell’incontro con il Presidente del nuovo Centro Medico SA (CMSA).
Sulla base delle informazioni/condizioni ricevute, il GL sarà ora in grado di fare il prossimo passo presso il Consiglio di Fondazione (CF), rispettivamente CSVP, così da poter giungere alla firma di un accordo tra il Comune e la CMSA per la gestione dello Studio Medico a Brusio (SMB).

La decisione andrà presa entro il primo marzo del prossimo anno, ma il futuro di questo servizio è ancora ben lontano dall’essere delineato, come conferma il sindaco Arturo Plozza, ormai prossimo alla scadenza del mandato (le elezioni si svolgeranno ad ottobre), ma certamente impegnato a dipanare il bandolo di questa intricata matassa.

Anche perché, nonostante non di sia ancora giunti ad una decisione definitiva, il confronto sul piano amministrativo ma anche e soprattutto con la cittadinanza, é stato fin da subito vivace e partecipato: ”Se ne parla già da due anni – ricorda oggi Plozza – perchè la prospettiva di perdere il nostro ambulatorio é stata percepita fin da subito come un chiaro danno; per questo si é arrivati a parlare di “centro satellite” e punto di appoggio, attivando immediatamente le necessarie verifiche e il dovuto dialogo con i soggetti preposti. Tuttavia, CSVP era stato chiaro già allora – fa notare il sindaco – spiegando che il nuovo centro era stato concepito proprio per coprire le necessità di tutta la valle; se il nostro Comune avesse voluto mantenere comunque un proprio medico o un ambulatorio di prima urgenza, avrebbe dovuto attivarsi autonomamente”.

Proprio per questo è stato creato il gruppo di lavoro che, condotta la necessaria analisi del problema, ha prospettato alcuni possibili scenari, inclusa la possibile fruizione della ex scuola di Campocologno per la creazione, appunto, di un centro satellite.
“Un’idea che abbiamo valutato fermandoci lì – ricorda ancora Arturo Plozza – perchè servirebbe un investimento grosso, frangente al quale si aggiungono i noti e gravi problemi che affliggono il reperimento di medici sia a livello locale che nazionale”.
Ecco perché si é fatto di nuovo il punto: “Il dottor Mauro Albertini, referente dell’associazione dei medici che lavorano presso il CSVP, ha chiesto a che punto fossero le nostre riflessioni in merito, per poter eventualmente attivare la ricerca delle figure mediche necessarie”.

Questo il quadro: medico di famiglia sia a Brusio che a Poschiavo, Albertini eserciterà in futuro presso il centro medico – per il quale é accreditato – ma ciò non esclude che si possa avere comunque un ambulatorio a Brusio, nel quale i dottori potrebbero essere presenti almeno qualche ora al giorno e per qualche giorno a settimana.

“Non va però dimenticato – sottolinea Plozza – che i medici giá accreditati al centro non hanno certo necessità di svolgere anche attività ambulatoriale; fatta questa premessa, il nostro gruppo di lavoro ha comunque avviato tutte le possibili verifiche di fattibilità sia in merito all’ipotesi di un nuovo spazio a Campocologno, sia nel caso in cui si volesse usufruire dell’attuale ambulatorio nel quale riceve il dottor Albertini o, ancora, creare invece qualcosa nell’ex edificio scolastico. Certamente siamo in una fase di “work in progress” – tiene a specificare – ma questo non toglie che bisognerà decidere in tempi brevi, soprattutto se si volesse fare un investimento importante per il quale sarebbe necessario avviare tutte le procedure previste per la copertura finanziaria dell’operazione”.

Insomma, bisogna procedere, perché a sei mesi dalla scadenza, si ragiona ancora nel campo delle ipotesi: “É chiaro che sarebbe bello salvaguardare la localizzazione periferica – conclude il sindaco – ma dobbiamo essere consapevoli che sarà difficile, anche perché qualunque medico deve giustamente avere un bacino d’utenza sufficiente. Sul fronte politico siamo naturalmente a livello di idea, ricerca, valutazione, strategia; alla fine sarà una questione che dovranno risolvere i nuovi amministratori. So benissimo che i nostri 1’200 cittadini sono rassicurati dall’essere seguiti dalla medicina di famiglia, di avere un dottore che ci conosce da sempre – ammette – ma non possiamo nasconderci che quando ci succede qualcosa di serio andiamo in posti molto specializzati e magari, per una gamba rotta, la prima fermata che facciamo è a St. Moritz. Abbiamo a Poschiavo un’offerta molto valida – aggiunge – e andarci oggi non è più come cento anni fa… cambia il sistema, certo, ma dobbiamo ammettere che sono cambiate anche le condizioni di spostamento e le comunicazioni”.