Giro d’Italia in Valposchiavo, il pensiero del promotore Pierluigi Negri

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Come visto nelle scorse settimane, l’edizione 2024 del Giro d’Italia farà tappa anche in Valposchiavo. Domenica 19 maggio 2024 durante lo svolgimento della quindicesima tappa, da Manerba del Garda a Livigno, la “Corsa Rosa” passerà da Aprica, raggiungendo Tirano, per poi passare da Poschiavo, affrontare il Passo della Forcola ed arrivare ai 2’385 metri del Mottolino dove è fissato il traguardo. 220 km per una delle tappe più impegnative di tutti i 21 giorni di gara, a cui il sito ufficiale del Giro d’Italia ha assegnato cinque stelle di difficoltà (il massimo).

“Il Bernina” ha voluto approfondire le tematiche legate a questa fondamentale tappa di una delle più importanti corse ciclistiche mondiali insieme a colui che da tanti anni è il promotore delle tappe del Giro d’Italia per la zona della Valtellina. L’aprichese Pierluigi Negri, direttore del Consorzio Turistico Media Valtellina.

Signor Negri, lei ha disegnato le tappe valtellinesi del Giro d’Italia 2024, ci può spiegare come funziona?
Certamente, sono circa 17 anni che collaboro con la Gazzetta dello Sport per tracciare le tappe del Giro d’Italia in Valtellina. Diciamo che in linea di massima si inizia sempre con una candidatura per le città di arrivo e partenza, una volta decise quelle si cerca di costruire le tappe. Chiaramente non è una cosa che faccio da solo a tavolino, ma una volta delineato il percorso arrivano in loco diversi ispettori, vengono effettuati sopralluoghi e quant’altro. Tutte cose che per fortuna per ora sono sempre andate a confermare i miei suggerimenti di percorso. Se devo essere sincero una cosa che ho sempre cercato di fare è far passare le tappe del Giro dove c’è l’asfalto da rifare, l’occasione della Corsa Rosa impone di rifarlo a regola d’arte, ma poi questa miglioria rimane a noi anche dopo. Un altro criterio importante che tengo in considerazione quando delineo le tappe è quello di far passare i ciclisti in territori che possano raccontare qualcosa delle nostre zone.

Da dove nasce la scelta della quindicesima tappa che passerà in Valposchiavo?
Quella di domenica 19 maggio 2024 sarà una tappa impegnativa, fortemente voluta, perché tengo molto alla Valposchiavo e alla collaborazione con gli amici della zona. Abbiamo un territorio simile, le collaborazioni nel turismo ci sono e il Trenino Rosso ha per noi italiani un impatto così importante che ho dichiarato più volte sia il secondo miracolo dopo la Basilica della Madonna a Tirano. Portare il Giro alle nostre latitudini è una svolta per il turismo di tutta la Valtellina, questa corsa smuove milioni di persone e portarne una parte nelle nostre zone è di grande aiuto; perché non coinvolgere anche gli amici svizzeri? L’arrivo poi sarà a Livigno, ed ho cercato in tutte le maniere di far rimanere più a lungo possibile la carovana in zona. Lunedì, infatti sarà giorno di riposo, con martedì la ripartenza da Livigno verso Bormio e lo Stelvio, tutti questi appassionati si fermeranno un giorno in più sul nostro territorio e perché no, potranno visitare anche la Valposchiavo.

Si ricorda altre edizioni della Corsa Rosa con un passaggio in Valposchiavo?
Ricordo una tappa con partenza da Bormio nel 2010 [Giro d’Italia 2010, 20a tappa Bormio-Passo del Tonale 178 km, Ndr] in un’edizione vinta dal nostro Ivan Basso, ciclista di origini valtellinesi. Vi è stata anche precedentemente una tappa con arrivo a Livigno nel 2005 [Giro d’Italia 2005 14a tappa Egna-Livigno 210 km, Ndr] e che prevedeva il giorno dopo la partenza sempre da Livigno; purtroppo nell’occasione il cattivo tempo impose la partenza da Tirano e conseguentemente il solo transito degli automezzi del Giro dalla Valposchiavo. Ho ancora negli occhi il dispiacere e la contrarietà dei tifosi accorsi lungo il percorso originale previsto nel vostro territorio. Inoltre, rammento che per come era stata organizzata ai tempi, senza giornate di riposo nel mezzo, la logistica da e per Livigno era stata molto difficoltosa. Ripartire la stessa sera e spostare così tante persone con mezzi pesanti sulle nostre “stradine di montagna”, con le dogane, la lontananza da altri centri, ecc., era stato arduo e impegnativo. Per il 2024 avere più giorni è una manna dal cielo. Arrivo, riposo e ripartenza di circa 2’000 persone (tante ne conta la Carovana Rosa) in Valtellina non è fattibile altrove se non a Livigno, neanche Tirano o Bormio (con 1200/1300 letti) sarebbe stato possibile.

Ci sono state delle difficoltà organizzative per questa tappa? 
Il passaggio in Valposchiavo non sarà facile a livello organizzativo, ci sono i vari tratti di strada con binari da mettere in sicurezza, per questi cercheremo collaborazione sul territorio; il 19 maggio sarà poi il Corpus Domini, non è facile dar spazio allo sport nel giorno di una festività nazionale, ma credo che per la Corsa Rosa tutto si appiani. Del resto anche il famoso giornalista Indro montanelli diceva: “Quando passa il Giro è sempre domenica”.

Il passaggio sulla Forcola a metà maggio implica anche una riapertura del passo anticipata e la possibilità di trovare la neve. Avete tenuto conto di questi due fattori e, soprattutto nel caso della neve, come verranno affrontati?
Riguardo alla Forcola ci siamo già mossi con il Podestà Jochum e il Sindaco di Brusio, i quali ci hanno confermato si sarebbero mossi al più presto con il Cantone; sono già state inoltrate tutte le domande del caso e sono fiducioso che avremo il via libera. Non dimentichiamoci che quel giorno ci saranno 200 televisioni collegate da tutto il mondo. Per quanto riguarda la neve, in tutta sincerità quando il Giro arriva dalle nostre parti, con passi così importanti la neve è un pensiero che non ci fa dormire di notte. C’è da dire, però, che se il tempo è brutto generalmente, è brutto per tutta la tappa, proprio per questo sulle tappe di montagna della Corsa Rosa c’è sempre un piano B, speriamo non vada utilizzato.

Secondo la sua esperienza, eventi come il Giro d’Italia quanto portano in termini turistici a località di confine come la Valtellina e la Valposchiavo?  
Guarda, indubbiamente ha un impatto molto forte su turismo. Ho per le mani un documento generale su quanto ha smosso il Giro 2023 in tutta Italia, credo che alcune cifre possano rendere l’idea: 620 milioni di euro di impatto immediato sul territorio, circa l’8% del turismo sportivo annuo in Italia. 15 milioni di euro per organizzarlo, 2,4 milioni di turisti che visiteranno le città delle tappe. E non parlo solo di alberghi e ristoranti, il Giro coinvolge associazioni culturali (musei, gallerie), commercianti locali, aziende legate al ciclismo, trasporti e tanto altro. Credo di aver risposto alla domanda.

Abbiamo già qualche indiscrezione sui grandi nomi che parteciperanno a questa edizione del Giro?
Purtroppo non è ancora il momento per fare nomi, attualmente le squadre stanno chiudendo le stagioni, diversi corridori faranno dei passaggi di team e le stesse squadre tendono a non dire più di tanto. Magari più avanti possiamo risentirci e diremo di più.

Ivan Falcinella
Membro della redazione