La Tessitura Valposchiavo sta vivendo un momento di grande difficoltà. Anche per questo il direttivo ha deciso di organizzare, venerdì 12 gennaio alle ore 20:00, in Casa Torre, un incontro con il pubblico per cercare di affrontare il tema dinnanzi alla popolazione. Se non troverà una soluzione ai problemi (soprattutto, ma non solo, di natura economica) la Tessitura si avvierà a una ordinaria chiusura delle proprie attività. Abbiamo sentito Kaspar Howald, che ne è il presidente, per capire come si è arrivati allo stato attuale e di cosa avrebbe bisogno la storica realtà cooperativa valposchiavina per arrivare a un rilancio.

Qual è la radice dei problemi della Tessitura?
Da anni, la tessitura sopravvive grazie al molto volontariato, sia a livello di gestione del negozio che di direzione. Solo per un breve periodo, infatti, abbiamo potuto contare su una direzione professionale, con la quale non si è riusciti a risollevare le sorti dell’attività. Si è perciò tornati al volontariato. Sono tuttavia certo che per far funzionare la Tessitura sia necessaria una direzione professionale, solo che al momento i profitti non sono sufficienti per potersela permettere. Da quando sono diventato presidente, abbiamo provato a espandere l’attività, aumentando il numero delle tessitrici, ma anche questo tentativo non ha funzionato. Anzi, il disavanzo annuale è rimasto, e così, lentamente, abbiamo quasi prosciugato le nostre riserve.
Da qui l’idea della liquidazione?
Si tratta di una scelta dolorosa, ma che con grande probabilità dovremmo tuttavia compiere, per evitare scenari ben più spiacevoli, come l’insufficienza di liquidità per pagare gli stipendi delle tessitrici. Si tratta di una sconfitta da molti punti di vista: perdere un’attività storica, lasciare senza impiego delle donne che lavorano e vivono in Valposchiavo e, infine, liquidare una delle uniche due realtà di tessitura artigianale professionale di tutto il Cantone e non solo (l’altra è Tessanda in Val Müstair).
Avete pensato anche ad altre strade, come una riduzione del personale?
A dire la verità ridurre il personale, oltre a non essere una strada vincente, è praticamente impossibile: abbiamo due tessitrici che lavorano al 70/80% e un’apprendista. Si tratta del minimo, da un lato per coprire ferie o malattia, dall’altro per far fronte agli ordini che arrivano.
A quanto ammonta il disavanzo annuale? Come si è generato?
Si tratta di circa 40.000 franchi annui. Nonostante abbiamo risparmiato su tutto ciò che potevamo, le vendite non sono aumentate. È un po’ l’effetto di ritorno dopo gli anni del Covid, in cui non solo avevamo più turismo interno, ma una maggiore propensione alla spesa da parte di chi era rimasto fermo per un po’ e aveva forzatamente risparmiato. C’era una leggerezza negli acquisti che è gradualmente scomparsa. Non siamo solo noi ad aver avuto il problema, ne ha sofferto anche la Tessanda, che però essendo più grande e forte, ha saputo assorbire il colpo.
Eppure vedi un valore nella Tessitura, tant’è che hai scelto di esserne il Presidente…
Ero e sono convinto che la Tessitura giochi un ruolo importante, anche a livello turistico e culturale: si tratta di un arricchimento dell’offerta complessiva. Però la tessitura è un’attività economica e nonostante la sua duplice valenza, non può avere il sostegno di fondi pubblici né dal lato Cultura né dal Turismo, non essendo per esempio un Museo. O meglio, su singoli progetti è possibile ricevere finanziamenti, ma non per coprire i costi vivi.
Quali sono i prodotti della tessitura? Esiste anche una vendita online?
La tessitura si dedica principalmente a prodotti per la casa (cucina, bagno, arredamento, biancheria) e possiede due linee: la prima più tradizionale, con motivi decorativi conosciuti nell’arco alpino come ad esempio la linea Casa Tomé o la coperta poschiavina, la seconda sono prodotti con un design più contemporaneo come ad esempio la nuova linea bagno. Il sito (qualora avessimo la disponibilità) meriterebbe un restyling, ma non è così determinante: si tratta di prodotti che difficilmente si possono vendere online. Artigianali, d’alta qualità e con un prezzo importante, manufatti che il cliente preferisce vedere e toccare prima di comprare.
Riesci a vedere una via d’uscita?
In questo momento non molto, sono sincero. Non è solo un problema economico, ma anche di gestione: abbiamo faticato a trovare un comitato. Questo rappresenta il vero problema, un’autentica e attuale sfida. Tempo fa Tessanda si è trovata in una soluzione simile alla nostra, con l’assunzione di una direttrice (pagata) ha trovato una figura che è riuscita a far rinascere e ripartire con interesse e motivazione l’attività. Sintetizzando: ci servono soldi e volontà da parte di persone competenti. La nota positiva e il valore aggiunto sta nell’avere due giovani tessitrici e un apprendista brave e motivate, che sono davvero rare da trovare.
Voglio comunque invitare tutti a partecipare alla serata pubblica che si terrà questo venerdì 12 gennaio alle ore 20:00 in Casa Torre: la tessitura appartiene un po’ a tutta la Valposchiavo ed è giusto che in un momento delicato come questo si parli insieme della sua fine o, forse speriamo, del suo rilancio.