La nostra redazione ha incontrato i promotori del Punto Rosso per conoscere le motivazioni alla base del loro progetto, i vari passi compiuti e le ragioni di un epilogo che lascia a molti l’amaro in bocca.

Quali motivazioni vi hanno spinto a investire energie e risorse nella struttura da voi denominata Punto Rosso?
Le nostre intenzioni sono state pubblicate il 20 aprile 2020 nella documentazione di 13 pagine “VALPOSCHIAVO Palcoscenico ideale per una nuova esperienza turistica – culturale alpina”.
Per rispondere alla sua domanda: siamo partiti dal fatto che in Valle manca un posto adatto convenientemente attrezzato, un centro culturale, un luogo d’incontro e di aggregazione.
Abbiamo considerato anche aspetti legati al comparto turistico come la possibilità di presentare il territorio, il patrimonio storico, le grandi opere create in Valle durante il secolo scorso, l’organizzazione di eventi promozionali ecc. Condividiamo l’idea che promuovere la cultura e il turismo rappresenti non solo un’opportunità per valorizzare il territorio, ma anche uno strumento per favorire uno sviluppo economico sostenibile, per preservare l’identità locale e offrire nuove prospettive alla nostra gioventù.
Ecco questi, in sintesi, i motivi alla base della nostra visione, una scelta consapevole e ambiziosa.
In effetti alcuni hanno definito il Punto Rosso un progetto ambizioso, mentre altri lo hanno addirittura etichettato come un lusso superfluo.
Si, abbiamo sentito queste opinioni! Cosa dire? Secondo noi, creare una struttura dedicata alla diffusione della cultura e alla promozione del turismo non è un lusso, ma un investimento strategico per affrontare le sfide del futuro, preservare l’identità e valorizzare la diversità. Del resto chi non parte non arriva mai da nessuna parte.
Torniamo al progetto. Cosa avete fatto concretamente?
Prima di avviare lo studio vero e proprio, abbiamo stabilito alcuni presupposti fondamentali per promuovere un’iniziativa che, a nostro giudizio, rivestiva un rilevante interesse pubblico. In particolare, abbiamo ribadito la volontà di unire le forze per costruire insieme ponendo come condizioni imprescindibili la condivisione politica e unadeguato supporto finanziario. Noi promotori ci siamo assunti l’impegno di coordinare e promuovere lo sviluppo del progetto, raccogliere fondi e costituire, al momento opportuno, una Fondazione.
Con queste premesse siamo passati alla prima fase del progetto. La gestione è stata affidata al Dott. Gianluca Giuliani.
Per lo studio dei vari obiettivi sono stati istituiti due gruppi di lavoro: – uno allargato e uno ristretto -, con rappresentanti delle istituzioni pubbliche locali, di Valposchiavo Turismo, della Società Repower, della Ferrovia Retica e dell’Organizzazione UNESCO. I risultati sono stati sintetizzati nel documento di 33 pagine intitolato “Concetto sulla destinazione e gestione del Punto Rosso a Poschiavo.” Il riassunto è stato pubblicato anche sul vostro giornale il 22 marzo 2023: “Punto Rosso, un futuro da costruire insieme.”
I costi per questa prima fase sono stati coperti per ca. il 43 % dal Cantone e dall’Organizzazione UNESCO, mentre la restante parte è stata sostenuta da noi promotori.
La seconda fase del progetto avrebbe previsto la realizzazione di un concorso architettonico e l’incarico all’architetto prescelto di elaborare i piani, definire le priorità, stimare i costi e stabilire le tempistiche. La disponibilità di uno studio preliminare è essenziale, poiché consente di presentare il progetto agli interessati e ai potenziali finanziatori in modo chiaro e trasparente.
Per questa fase abbiamo pianificato e richiesto il sostegno del nostro Comune, con un contributo stimato nell’ordine di poche decine di migliaia di franchi.
Ma appunto, come recentemente comunicato, il Consiglio comunale ha deciso di non assumere un ruolo attivo. E in merito alla valenza strategica del progetto, ai valori aggiunti ecc., il Consiglio comunale ha preferito non rispondere.
Questo atteggiamento ha chiuso definitivamente le porte al Punto Rosso. In termini concreti, quali strategie adottare per attirare e coinvolgere nuovi sostenitori a favore di un progetto di grande rilevanza pubblica, se manca addirittura il necessario supporto e la condivisione da parte del proprio Comune?

Immagino che la delusione sia stata grande…
Non più di quel tanto. In effetti il Consiglio comunale non ha mai riservato particolari simpatie nei confronti del Punto Rosso. Era quindi prevedibile che la risposta potesse essere negativa. La delusione risente semmai del pretesto, prettamente formale e contraddittorio, adottato per giustificare la chiara volontà del non volere: la mancanza di un organo autonomo come la Fondazione.
Avete letto le interviste rilasciate a questa testata dai due membri del Consiglio comunale?
Come no! Abbiamo preso atto che ” Il Consiglio Comunale … per ovviare alla mancanza di spazi per attività ricreative è disposto ad ascoltare e valutare iniziative interessanti”. E ancora: “In futuro l’eventuale realizzazione di un centro socio-culturale sarà da valutare sulla base di proposte concrete”. Queste dichiarazioni sono talmente chiare da non lasciare scampo nemmeno ai più creativi: la nostra iniziativa, tra altro con ca. 3500 m2 di terreno, di cui ca. 1000 edificati e in una posizione strategicamente importante, non è stata considerata né interessante, né sufficientemente concreta!!
E adesso … cosa intendete fare?
Desideriamo innanzitutto ringraziare tutti coloro che hanno condiviso la nostra visione e sperare nella comprensione di quelli che, come noi, hanno riconosciuto nell’iniziativa un’opportunità da cogliere. Nonostante l’amarezza per il risultato finale, siamo comunque contenti di aver identificato e presentato una proposta concreta, che dir si voglia, mirata a soddisfare i bisogni della nostra comunità, della nostra Valle e dei numerosi ospiti.
Cosa intendiamo fare? Il 13 ottobre 2024 abbiamo comunicato l’abbandono del progetto e la chiusura definitiva del Punto Rosso. Nel frattempo, la struttura è stata venduta.
Sono senza parole e mi dico: proprio adesso, con il premio Wakker e i motivi per cui sia stato scelto Poschiavo…e le giuste parole di lode del Podestà sull’iniziativa privata anche in campo culturale – non può essere, ma è… (e comunque la speranza è l’ultima a morire – è assodato che manca un centro culturale e d’incontro adatto ai bisogni di Poschiavo, per cui ci si dovrà rimboccare la maniche e ricominciare da capo).
Non sei l’unico a rimanere senza parole Andrea…ma le parole spese a lodar la cultura nei saluti delle autorità agli eventi pubblici, nel vantarla quando aiuta a risplendere, diventano parole al vento se poi la maggioranza del nostro Consiglio non dimostra né interesse, né curiosità verso una promozione culturale , né tantomeno da prova di visioni e fantasia . Ci sono stati 4 anni di tempo per interrogarsi, chiedere, informarsi, visitare e argomentare sul Punto Rosso: il disinteresse della maggioranza politica detto sopra, i malcelati personalismi, forse persino le
invidie e le infondate accuse di speculazione hanno impedito una vera apertura e accoglienza del progetto.
Un occasione persa che lascerà una ferita dalla cicatrizzazione lenta, imbarazzante e visibile ancora a lungo. Peccato.