Innanzi tutto occorre onestamente, senza se e senza ma, ringraziare Reto Capelli. Per quanto mi consta sembra essere uno dei pochi se non l’unico che si espone e si esprime a favore della cittadinanza, ricordando anche i termini d’inoltro di eventuali osservazioni o proposte, specificamente sul tema Pianificazione locale. Tutto questo nell’interesse del futuro del nostro Comune e in un’ultima analisi della nostra amata Val Poschiavo.
Non tutti hanno il coraggio, riescono e possono manifestare quanto è abbastanza evidente e chiaro. Ho riflettuto molto se esprimere la mia chiave di lettura o se, per non volersi profilare, fosse più facile o fosse meglio non dire nulla. Mi sono deciso a scrivere, non tanto per me stesso, ma per i principi a cui tengo e per i quali lotto da anni; inoltre, dopo aver partecipato ad alcune serate informative organizzate dal nostro Consiglio comunale, durante le quali ho potuto esprimermi verbalmente – tra l’altro ricevendo apprezzamenti del tutto inaspettati per aver semplicemente detto le cose come sono e, inconsapevolmente, avendo rappresentato anche chi deve accettare in silenzio decisioni ingiuste, da un Paese qual è la Svizzera dove i diritti democratici dovrebbero essere il suo biglietto da visita. Dunque faccio capo a una famosa locuzione latina, di origini romane “verba volant, scripta manent”, cioè le parole volano, gli scritti rimangono.
La vita è troppo breve per non avere il coraggio delle proprie idee: ognuno di noi, dovrebbe poter agire secondo la propria coscienza e prima di andare a letto potersi guardare allo specchio!
Le nostre Autorità indubbiamente hanno seguito l’iter con la prima e, ultimamente, seconda esposizione pubblica della pianificazione locale: fondovalle. Hanno incaricato i pianificatori e si sono avvalsi delle competenze dell’avvocato Caviezel. Gli stessi, persone sicuramente diplomatiche e anche simpatiche, hanno percepito e percepiscono sicuramente una remunerazione per il lavoro che svolgono: sotto questo aspetto e sul piano formale non c’è nulla da eccepire. Ovviamente, chi è incaricato di svolgere un compito cerca di raggiungere i suoi obiettivi e non per forza si deve curare delle conseguenze dell’applicazione delle proprie proposte. Alla stessa stregua chi viene assunto per diminuire il personale di un’azienda non si può fare troppi scrupoli, le persone licenziate dovranno trovare una soluzione per se stessi e per le loro famiglie. Nel caso però di una riorganizzazione di un’azienda il discorso è un altro: la ditta deve funzionare bene, essere competitiva e presentare possibilmente degli utili a bilancio.
Dalle mie conoscenze, non posso affermare che nelle fasi iniziali la popolazione sia stata sufficientemente coinvolta; ma voglio credere che sia stato fatto tutto nel miglior modo possibile, anche perché – e bisogna ammetterlo – il compito è estremamente complesso e impegnativo per le nostre Autorità. Quello che posso dire secondo il mio parere e, sottolineo, sul piano formale, è che il tutto finora si è svolto e si sta svolgendo seguendo le cosiddette leggi superiori e, mi si permetta, sostanzialmente alla maniera dei funzionari.
Applicando alla lettera semplicemente le direttive dall’alto, per le autorità non restava e non resta null’altro da fare che andare ad esclusione, cercando tutte le argomentazioni presumibilmente oggettive per il “dezonamento” di vari terreni edificabili. In questo caso, non è difficilissimo per nessuno trovare dei fattori per quei lotti che generalmente non si trovano nel nucleo dei paesi (visto che lo stesso è già densamente costruito), ma si trovano piuttosto ai suoi margini; per poi comunicare al cittadino, per esempio, che il terreno si trova in una zona rurale, anche se in effetti si trova a due passi, magari di fronte alla chiesa che notoriamente è al centro del villaggio. In questo caso all’urbanizzazione non viene dato peso, così come agli investimenti per creare le condizioni di edificabilità: ad esempio l’allargamento della strada di accesso, per non parlare del costo d’acquisto del terreno per realizzare un sogno da lungo inseguito.
Al cittadino che ha usufruito, che è grato per tutto ciò che le autorità gli hanno messo a disposizione e offerto partendo dall’infanzia, che è stato ligio e che ha anche sempre pagato le imposte, si dovrebbe perlomeno dare la possibilità e l’opportunità di realizzare la sua casa dei sogni, anche imponendo una scadenza o, nel caso peggiore, di risarcirlo in modo congruo.
Troppo spesso purtroppo, nella nostra società, si fa leva sull’individualismo che eccelle, sulla contenuta memoria del cittadino, sulla limitata conoscenza della materia, sulla mancanza di tempo per documentarsi dovuta a impegni e a vicissitudini professionali, o private; si fa leva sulle non infinite disponibilità economiche, sul timore di esporsi. Così, alla fine, si riesce a far accettare decisioni inique, magari attendendosi ancora un grazie dal cittadino e, mi si passi la locuzione: Tout va très bien madame la marquise!
Ci sono alcuni punti che meritano un approfondimento e una dovuta riflessione.
La Costituzione federale, che è il riferimento giuridico elvetico, recita quanto segue in relazione alla proprietà:
Art. 26 Garanzia della proprietà
- La proprietà è garantita.
- In caso di espropriazione o di restrizione equivalente della proprietà è dovuta piena indennità.
Facciamo un passo indietro e prendiamo in esame la votazione del 3 marzo 2013 (motivo per cui ci troviamo a discutere), in merito alla Modifica della legge sulla pianificazione del territorio.
Il Consiglio federale mediante il classico libretto informativo allegato indicava quanto segue:
pag. 26; … si parla di riconversione (detta anche dezonamento) quando i terreni destinati alla costruzione vengono tolti dalle zone edificabili e per esempio riassegnati alle zone agricole.
pag. 28…I Cantoni e i Comuni utilizzano il denaro (Tassa sul plusvalore immobiliare per i fondi che vengono azzonati) per risarcire i proprietari che hanno maturato il diritto a un indennizzo perché, non essendo più edificabile in seguito a un dezonamento, il loro fondo ha perso valore.
Prima della votazione del 3 marzo 2013 si erano espressi anche i seguenti ex consiglieri federali:
Ueli Maurer, Simonetta Sommaruga e Doris Leuthard, dicendo quanto segue, questi audio messaggi sono ancora online sul sito della Confederazione:
In sostanza: la nuova pianificazione coordinata del territorio rispetta le differenze cantonali, permette di definire le zone edificabili dove sono necessarie e opportune in base alla domanda e, tramite la tassa sul plusvalore immobiliare prevista per i nuovi azzonamenti che garantisce ai Cantoni i mezzi finanziari necessari per gli indennizzi in caso di riconversione, fa in modo che siano mantenute le superfici agricole.
Naturalmente siamo contenti, e ci mancherebbe, per tutti quelli fortunati che non sono stati toccati dai cambiamenti pianificatori e che, paradossalmente, potrebbero anche guadagnarci aumentando il valore del loro terreno; o per quelli ai quali sono state accettate le loro proposte e integrate nella seconda variante della pianificazione (anche senza avere ancora garanzia assoluta di accettazione da parte del Governo cantonale); o ancora per chi non è proprietario e non è coinvolto direttamente dai cambiamenti.
A questo punto certi interrogativi sorgono spontaneamente.
Le nostre Autorità, oltre a rappresentarci onorevolmente in occasione di feste e ricorrenze e di avvenimenti importanti per la nostra comunità – e di questo siamo fieri e riconoscenti – non dovrebbero tutelare maggiormente, specialmente in queste occasioni, i diritti dei propri cittadini?
Se a un cittadino un bene viene legalmente sottratto o, se si preferisce, completamente svalutato: quali sono le conseguenze? Decine e anche centinaia di migliaia di franchi, dunque i risparmi di una vita del comune cittadino, andati in fumo. Il risultato che ne esce è un impoverimento dei cittadini e della comunità, comune compreso. Al contrario, concedendo un’auspicata licenza edilizia, indicando una scadenza: prosperità futura assicurata per l’economia, artigiani e comune compresi.
Penso che relativamente all’eventuale esproprio materiale, ricevere una risposta dalle nostre autorità per il tramite dell’avvocato Caviezel, vale a dire che saranno i giudici del Tribunale federale di Losanna a emanare le prime sentenze, e che queste saranno le basi per l’eventuale risarcimento, dopo essere passati da avvocati e tribunali con costi rilevanti a proprio carico, ecco: penso che questa risposta sia a dir poco imbarazzante, irrispettosa e lasci senza parole.
Voglio e vogliamo sperare in una maggiore sensibilità, considerazione e prospettiva in nome dei diritti dei propri cittadini, da parte delle nostre autorità.
Reto Godenzi
Bravo Reto, complimenti dli quanto hai scritto! La lettera è semplice ma per tutti comprensibile!