“Uncool” vibra con le sonorità magnetiche di Passepartout Duo

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Sabato scorso, 15 febbraio, Casa Hasler ha ospitato il Passepartout Duo, gruppo di musica contemporanea formato dalla pianista Nicoletta Favari e dal percussionista Christopher Salvito che, nelle ultime settimane, sono stati ospiti a Poschiavo di Uncool – Artisti in residenza. Il duo, attivo principalmente nel genere della musica d’ambiente, è noto per la sua capacità di mescolare la musica elettronica con sonorità acustiche, utilizzando strumenti musicali progettati e costruiti da loro stessi.

La performance si è articolata in due parti, ciascuna un riflesso delle esperienze e delle ricerche artistiche del duo, e ha trasportato il pubblico in un viaggio sonoro che fonde tradizione e innovazione.

La prima parte del concerto è stata ispirata da una recente residenza in Giappone del duo, un periodo che ha visto i due musicisti entrare in contatto con la tradizione e con artisti della scena musicale nipponica, in particolare all’interno del genere ambient. Questo tipo di musica, eseguita con strumenti elettronici che vanno dai sintetizzatori ai looper, dalla tastiera al taishōgoto, ha creato tra le mura di Casa Hasler un’atmosfera sospesa, invitando gli ascoltatori a chiudere gli occhi e immergersi nelle melodie fluttuanti e i timbri naturali. Impreziositi dalle modulazioni elettroniche, questi suoni hanno generato un senso di quiete e meditazione, conducendo il pubblico in una dimensione lontana e senza tempo.

La seconda parte della serata, invece, ha offerto al pubblico il frutto della loro residenza poschiavina, presentando al pubblico quello che Favari ha definito «un collage di musica dal passato e dal futuro», sulla quale i due musicisti continuano a lavorare, tra una residenza e l’altra in giro per il mondo. Sì perché il processo musicale del duo Passepartout risulta essere un’indagine continua, fatta di viaggi alla ricerca di nuove tradizioni musicali, nuovi suoni e nuovi strumenti – da Cuba al Giappone, dalla Norvegia all’India, dal Portogallo a Shangai. Un processo, questo, che prende avvio dagli strumenti stessi: l’indagine creativa del duo non si limita infatti alla composizione musicale, ma coinvolge anche la costruzione degli strumenti e l’esplorazione delle loro possibilità espressive. Per questo motivo, diversi degli strumenti impiegati dal duo sono ideati e costruiti dai musicisti ad hoc, come il chromaplane, o, perlomeno, vengono adattati alle esigenze elettroniche del loro suono, come nel caso del taishōgoto.

Quest’ultimo, ad esempio, è uno strumento a corde giapponese nato durante l’era dell’imperatore Taishō (1912-1926), da cui prende anche il nome. Come spiegato da Nicoletta Favari a fine esibizione, il suo sistema di tasti, simili a quelli di una macchina da scrivere, permette di modificare l’intonazione delle corde senza la necessità di padroneggiare tecniche complesse di diteggiatura. Questo strumento, che il duo ha recentemente adottato dopo il loro ultimo soggiorno nipponico, è stato impiegato nella seconda parte della performance, dove ha contribuito a una ricerca sonora che guarda sia alla musica tradizionale che alla sperimentazione.

Un altro strumento interessante, d’invenzione propria, è il chromaplane, cuore pulsante della prima parte, più elettronica, del concerto. Questo strumento, che all’apparenza somigila ad una semplice tavoletta di metallo, utilizza campi elettromagnetici per creare suoni attraverso il movimento sopra la sua superficie sensibile. Le sue sonorità, eteree e ipnotiche, oscillano tra fluidità e distorsione, generando una varietà di timbri che spaziano da tonalità morbide a rumori intensi e sperimentali. L’uso del chromaplane ha permesso al duo di creare paesaggi sonori astratti, caratterizzati dalla tipica qualità atmosferica della musica ambient che riesce a trasportare l’ascoltatore in un’altra dimensione.

La musica di Passepartout Duo è stata un invito a un viaggio sensoriale che va oltre i confini tradizionali della musica, tra l’intima connessione tra i musicisti e la tecnologia, tra il passato e il futuro, tra il suono e la calma. La performance di sabato è stata un’esperienza unica, che ha confermato la capacità del duo – e di Uncool – di creare e promuovere nuovi mondi immersivi e affascinanti, dove la ricerca e l’intuizione si fondono in composizioni – sonore, nel caso di Passepartout – uniche.