Da quest’anno aprile è mese del miele. La nuova iniziativa, promossa da Valposchiavo Turismo e Regione Bernina attraverso il calendario “Un anno insieme alla mia terra”, invita a riscoprire i prodotti del territorio e talvolta anche gli alimenti più antichi, come il miele.
È un’occasione, questa, per parlare non solo di api e fioriture, ma anche di un’impresa locale che da quarant’anni lavora instancabilmente per portare il miele svizzero e valposchiavino sulle tavole di tutta la Confederazione: Apimiel SA che, con sede a Brusio, è il secondo confezionatore di miele di tutta la Svizzera.
Una storia di famiglia
Apimiel nasce grazie a Ernesto Dotti che negli anni ’40 si appassionò di apicoltura. In seguito, il figlio Fernando insieme alla moglie Sandra trasformò questa passione in un’attività aprendo negli anni ’80 la sede che conosciamo ancora oggi. L’azienda è stata successivamente gestita dal figlio Ernesto Dotti per un periodo ed è attualmente composta da un team familiare. Il team è condotto da Ursula Dotti, titolare, affiancata a sua volta dal marito e da Claudio Lanfranchi, attivo dal 2012 come co-direttore, dopo aver maturato esperienza nel confezionamento alimentare. Claudio Lanfranchi ha portato in Apimiel competenze tecniche e un approccio rigoroso alla qualità, condividendo la cifra della filosofia dell’azienda: crescere, senza perdere il legame con il territorio e con la rete degli apicoltori.
Come nasce un barattolo di miele
In Svizzera, circa due terzi della vendita di miele è diretta: il piccolo produttore o hobbista ha una piccola rete distributiva e di conoscenze locali che permette una discreta sussistenza. Generalmente, quindi, gli svizzeri preferiscono acquistare miele locale direttamente dall’apicoltore. A spartirsi quel terzo di fetta di mercato sono pochi confezionatori che immettono i loro prodotti nella grande distribuzione: tra questi Apimiel è un’azienda leader. In particolare, Apimiel si affida a circa 150-200 apicoltori hobbisti, affiancati da una decina di professionisti. Ogni primavera, tra maggio e giugno, l’azienda invia una circolare con tutte le indicazioni necessarie: prezzi, modalità di consegna, criteri di qualità. I fornitori più piccoli portano il miele nei centri di raccolta sparsi in Svizzera, mentre per i maggiori, il ritiro avviene direttamente a domicilio.
Ogni lotto viene accettato solo se rispetta due condizioni fondamentali: il miele dev’essere di produzione propria e non deve contenere sostanze vietate. E per garantire che sia davvero così, intervengono controlli regolari, verifiche a campione e un sistema di rintracciabilità digitale che accompagna ogni fusto dalla raccolta fino allo scaffale del negozio.
Il procedimento
Una volta arrivato a Brusio, il miele viene pesato, analizzato e stoccato in un magazzino, costruito recentemente e organizzato con rigore geometrico. Ogni fusto, suddiviso per tipo di miele e provenienza, ha la sua “cella” identificabile per colonna, riga e ripiano. Qui, il miele è in attesa della trasformazione. Quando è il momento della lavorazione, il miele viene riscaldato delicatamente in camere calde ad aria circolante per ridurre la cristallizzazione. Poi passa nei miscelatori, dove resta in movimento continuo per mantenere la consistenza perfetta. Il confezionamento è un ciclo continuo: riempimento dei vasetti, termosaldatura (per i barattoli in plastica), tappatura, etichettatura e inscatolamento. Alla fine, ogni pallet viene conservato in celle frigorifere ed è pronto per essere spedito.
Qualità e analisi sotto controllo
Apimiel segue un protocollo di controlli accurati lungo tutta la filiera. I lotti superiori a 1500 kg sono sottoposti ad analisi chimiche per verificare l’eventuale presenza di residui di antibiotici e pesticidi. I lotti inferiori vengono raggruppati e sottoposti alle stesse analisi. Parallelamente vengono effettuate analisi polliniche, indispensabili per certificare un miele come monofloreale. Ogni varietà ha infatti una sua “firma botanica”, rilevabile nei granuli di polline contenuti naturalmente nel prodotto. Viene anche esaminata la conducibilità elettrica – che differenzia, ad esempio, i mieli di nettare da quelli di melata – e il tenore di umidità, cruciale per evitare fermentazioni. Un parametro chiave è anche il livello di HMF (idrossimetilfurfurale), indicatore di freschezza e corretta conservazione: questo parametro non deve superare i 40 ppm per il miele convenzionale, e i 15 ppm per quello biologico.
Formati e varietà
Apimiel propone diversi formati di confezionamento: vasetti da 250 o 500 grammi in vetro, oppure barattoli in plastica termosaldati da 500 grammi. Tra i prodotti di punta troviamo il miele grigionese, il miele svizzero, il miele ticinese, il miele BIO svizzero, il miele BIO 100% Valposchiavo e tanti altri
Le miscele vengono realizzate con attenzione, calibrando raccolti primaverili (colza, acacia, fiori) e raccolti estivi (castagno, tiglio, melata). Ogni lotto è il risultato di una composizione attenta che tiene conto non solo del gusto, ma anche dell’equilibrio tra sapori, colore e consistenza.