
Il busto “Grande tête mince” di Alberto Giacometti, fra i favoriti dell’asta di arte moderna di Sotheby’s, non ha trovato proprietario martedì sera a New York. Una notizia che non ha sorpreso il Centro Giacometti di Stampa, in Val Bregaglia.
La notizia del flop è stata comunicata ieri, fra gli altri, dall’agenzia italiana Adnkronos. Il busto “Grande tête mince” (“Grande tête de Diego”), creato e dipinto nel 1955, che raffigura il fratello di Giacometti, Diego, era stimato a oltre 70 milioni di dollari ma non ha trovato nessun acquirente.
Nonostante la mancata vendita sia già stata definita uno dei più grandi fiaschi del mercato dell’arte del 2025, ciò non ha davvero sorpreso il Centro Giacometti di Stampa, che conserva informazioni e documentazioni sull’operato della famiglia di artisti, ha detto il presidente dell’omonima fondazione Marco Giacometti a Keystone-ATS.
Aspettative troppo alte
“Probabilmente le aspettative erano troppo alte, una stima da parte di professionisti sarebbe forse giunta ad un valore più basso visto che con ‘Grande tête mince’ non si vendeva una delle mitiche sculture slanciate di Giacometti che tanto piacciono alla gente. È un’opera che richiede più passione e approfondimento per l’opera dell’artista bregagliotto”, precisa Giacometti.
La scultura è partita da 59 milioni di dollari, per arrivare con fatica a una timida offerta di 64,25 milioni, che però non era abbastanza per il venditore, rileva ancora l’Adnkronos.
“Si tratta comunque di importi molto alti e l’opera, come detto, non è del tipo ‘Homme qui marche’ o ‘Homme qui chavire’. Tutto ha un limite nel mercato. È una questione di domanda e offerta”, aggiunge il presidente della fondazione.
La mancata vendita non ha però solo risvolti negativi: “Come con il film ‘I Giacometti’ anche questo evento fa parlare degli artisti della famiglia di Stampa, e questo non può che farci piacere”, conclude Giacometti.