Franco Milani, Pgi: “La presenza d’idee diverse non è un difetto, ma un’opportunità”

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Sabato 28 ottobre l’assemblea dei delegati della Pro Grigioni Italiano riunitasi a Berna ha eletto come suo nuovo presidente Franco Milani, che assumerà la carica all’inizio del 2018 prendendo il posto di Paola Gianoli. Classe 1966, di Poschiavo, diplomato in fisica all’ETHZ, dal 2013 è responsabile del settore approvvigionamento, vendita e marketing di St. Moritz Energie. Nell’ambito della Pgi è stato presidente della sezione valposchiavina dal 2006 al 2015; nello stesso 2015 è stato promotore della creazione di una nuova sezione nell’Engadina Alta, di cui ha poi assunto la presidenza.

 

Nell’ultimo periodo sono di dominio pubblico alcuni attriti all’interno della Pgi, anche valposchiavina. Ci sono dei cocci da sistemare?
Il fatto che in un’organizzazione composta da innumerevoli persone nascano delle opinioni discordanti non deve sorprendere; anzi ciò indica che l’associazione è attiva e deve prendere decisioni in merito a questioni concrete e sentite che, può succedere, non per forza trovano l’accordo di tutti. La presenza d’idee diverse non è un difetto, ma un’opportunità e una ricchezza. Con questo non voglio sminuire la presenza di alcune divergenze che ci sono state al nostro interno: mi voglio anzi impegnare perché il Sodalizio sia, ancora più di prima, basato sulla partecipazione e sul dialogo. Dobbiamo combinare con sintonia i Centri regionali con gli organi centrali e l’autonomia delle Sezioni con la condivisione degli obiettivi e lo spirito di gruppo. Obiettivi che la Pgi si è data fin dal principio, ormai cento anni fa, e che oggi si trovano iscritti nella Costituzione federale e nella Legge sulle lingue. Sono convinto che le persone attive nella Pgi, competenti, motivate e di cui ho grande stima, mi aiuteranno in questo intento. So che l’unione è difficile, ma una squadra che non fa squadra non è mai vincente. La Pgi ha sempre saputo reinventarsi e trovare il suo ruolo adeguato ai tempi e al contesto giuridico. La mia decennale esperienza quale presidente sezionale in Valposchiavo e poi anche in Engadina mi saranno d’aiuto.

Vanti molti anni di servizio all’interno della Pgi. La tua sembra essere una vera missione… Quali sono le motivazioni che ti sostengono?
Come molti giovani grigionitaliani, dopo la scuola dell’obbligo ho dovuto lasciare la Valposchiavo e adattarmi velocemente e faticosamente a un nuovo contesto culturale. Un’esperienza molto comune da noi e che ho inizialmente vissuto come penalizzante rispetto alla situazione della maggioranza tedescofona. Nel tempo ho però maturato la consapevolezza che il bagaglio linguistico-culturale grigionitaliano non è solamente un impedimento, bensì un valore e un arricchimento di cui andare fieri. Questa presa di coscienza merita di essere maggiormente percepita e valorizzata anche a livello di comunità, sia nelle nostre regioni, sia oltre. Crescere grigionitaliani non può essere fonte di discriminazione. Il servizio pubblico cantonale e federale deve tenere conto dell’enorme sforzo della comunità grigionitaliana per la propria integrazione e deve quindi venire incontro alle necessità di una minoranza che da sempre si prodiga per la coesione cantonale. Voglio impegnarmi per sviluppare questo fondamentale diritto e questo è il motivo principale che mi ha spinto a candidarmi alla presidenza della Pgi.

Nel primo discorso dopo la tua elezione hai sottolineato che la prossima sfida sarà combattere l’iniziativa popolare che intende abolire l’insegnamento dell’italiano nelle scuole elementari della parte tedescofona del Cantone. Ci sono altri temi scottanti in agenda?
Oltre a questa iniziativa cantonale c’è la votazione “No Billag” tesa a eliminare il canone radiotelevisivo: una proposta a mio avviso molto pericolosa che smantellerebbe un importante tassello del servizio pubblico in lingua italiana, ma anche nelle altre lingue nazionali. Voglio sottolineare che la Pgi ha già iniziato a muoversi per combattere questa insidiosa iniziativa, tanto più se si pensa che il Grigionitaliano soffre tuttora di una copertura mediatica sotto molti aspetti lacunosa e insoddisfacente: una questione che è sempre al centro dell’attività del Sodalizio, i cui sforzi, per esempio, hanno recentemente portato a un importante cambio di registro nell’informazione d’approfondimento televisivo della RSI.
La Pgi s’impegna inoltre su innumerevoli fronti per il riconoscimento del giusto peso che la lingua italiana deve avere nel servizio pubblico: basti citare la necessità di una maggiore presenza di personale di lingua italiana nei quadri superiori della pubblica amministrazione, l’utilizzo più esteso dell’italiano nelle informazioni del Cantone e della Confederazione, la creazione di scuole bilingui o un adeguato sostegno alla stampa e agli organi d’informazione regionali in lingua italiana.
A breve termine sarà altresì importante un giusto recepimento da parte dei comuni grigionitaliani delle novità previste della Legge cantonale sulla promozione della cultura.

Pensi che il lavoro fin qui svolto dalla Pgi stia andando nella direzione giusta?
Alla Pgi va riconosciuto il merito di avere sempre lottato per il bene di una comunità linguistico-culturale troppo spesso dimenticata. L’associazione è riuscita nell’ultimo decennio a trasformarsi da “distributrice di sussidi” a “fornitrice di prestazioni”. La creazione in Bregaglia, nel Moesano, in Valposchiavo e a Coira di Centri regionali dotati di personale professionista, il rafforzamento della Sede centrale nell’ambito della politica linguistica, il successo e l’ampia diffusione delle sue pubblicazioni sono solo alcuni esempi dell’intensa attività della Pgi. Naturalmente si può sempre fare meglio. Perciò, l’anno prossimo, stimolati dalla ricorrenza dei cent’anni di esistenza del Sodalizio, coglieremo l’occasione per chiederci se il lavoro fin qui svolto stia andando nella direzione giusta. Lo faremo con serenità e senza pregiudizi, valutando la necessità di modifiche o correzioni. Sono benvenuti i pareri e le opinioni di chi la Pgi la vive dall’esterno oltre che dall’interno: questi suggerimenti potranno anche essere utili di fronte all’occasione della valutazione esterna del nostro operato voluta dalla Confederazione sulla scia del postulato «Allegra, lunga vita al romancio e all’italiano» presentato dall’on. Silva Semadeni e accettato dal Consiglio nazionale a larga maggioranza solo poche settimane fa. I risultati di questa valutazione saranno giocoforza determinanti per capire quale sarà il futuro della Pgi.


A cura di Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione