Paola Gianoli, Pgi: “Dimissioni di natura del tutto privata”

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Con la fine del 2017, Paola Gianoli lascerà la presidenza della Pro Grigioni Italiano a Franco Milani, la cui intervista è stata pubblicata nella giornata di ieri.

 

Cominciamo anche con te con una domanda “scomoda”. Da tempo si ha l’impressione della presenza di alcuni dissapori all’interno della Pgi. Le tue dimissioni vanno in questa direzione?
Domande “scomode” per un’associazione che ha un mandato pubblico iscritto nelle leggi e che per questo mandato viene finanziata dalla Stato non possono esistere: la trasparenza è per noi un obbligo, non solo nei confronti dei soci.
Chi conosce la storia della Pgi sa bene che certi “dissapori” sono sempre stati all’ordine del giorno. La stessa nascita dell’associazione, cent’anni fa, non fa eccezione; e se penso a certe assemblee dei delegati di un ventennio fa, posso senz’altro affermare che la situazione è oggi molto più tranquilla e ordinata.
L’odierno dibattito interno alla Pgi riguarda essenzialmente una domanda che è vecchia come il Sodalizio stesso: quali siano i suoi obiettivi e che cosa si debba o non debba fare per raggiungerli, capendo anche che in ragione del mandato pubblico cui ho già prima fatto accenno non abbiamo “mano libera”.
A fine settembre il Consiglio nazionale ha adottato il postulato di Silva Semadeni che chiede una valutazione delle misure attivate in Svizzera e nei Grigioni per la promozione delle lingue minoritarie. La Pgi ha sostenuto con convinzione questo atto parlamentare ed è quindi anche pronta – volens nolens – a rimodellarsi in base alle conclusioni di questa valutazione. Mi rendo conto che questo forse possa non piacere a tutti, ma questo è il contesto normativo nel quale si muove la Pgi.
Per ritornare alla tua domanda: no, le mie dimissioni non hanno nulla a che vedere con la Pgi e sono di natura del tutto privata. Sono stata presidente per quattro anni, ovvero per il periodo di un mandato: anni intensi, ma che mi hanno anche arricchito da diversi punti di vista.

Quali sono le cose che hai fatto nei tuoi anni di operato e di cui vai più orgogliosa?
La primavera scorsa è stato creato a Coira un posto di corrispondente ATS in lingua italiana. Finalmente i nostri media possono contare su un approvvigionamento regolare di notizie provenienti dal resto del Cantone oltre che dal Grigionitaliano stesso. Anche l’attenzione della RSI nei confronti dei Grigioni sta migliorando, proprio grazie all’impegno del Sodalizio in questi anni. Ma questa è solo una piccola parte del lavoro che abbiamo svolto in diversi ambiti, dalla politica linguistica, alle manifestazioni all’editoria.
I meriti di ogni obiettivo raggiunto vanno a tutti coloro che sono stati e sono tuttora attivi in seno alla Pgi, dal Consiglio direttivo ai comitati sezionali, dai collaboratori dei Centri regionali e della Sede centrale ai redattori e membri delle commissioni, a tutti coloro che s’impegnano per la promozione della nostra lingua e per la tutela della minoranza a cui apparteniamo.

Quali sono invece le cose che avresti voluto fare e non sei riuscita?
Uno arriva con tante idee, con grande entusiasmo, tutto sembra fattibile, poi ci si rende conto che i tempi per raggiungere un obiettivo sono sempre lunghi e numerosi gli attori coinvolti, dal livello locale a quello nazionale. E le cose non vanno sempre come auspicato. Una grande delusione è stata la sentenza del Tribunale federale riguardo all’iniziativa contro l’insegnamento dell’italiano e del romancio nelle scuole elementari dei comuni di lingua tedesca. La questione andrà in votazione forse già l’anno prossimo. Ci sarà un grande lavoro da fare a livello dell’informazione, sperando che i cittadini stiano dalla nostra parte, dalla parte della solidarietà e della coesione tra le diverse parti del Cantone.
Le nostre rivendicazioni sono vecchie come la Pgi stessa: si adeguano ai tempi, ma fondamentalmente sono sempre le stesse. Spero che un giorno riusciremo ad assicurare stabilmente un rappresentante grigionitaliano in seno al Governo cantonale.

Pensi che Franco Milani sia la persona giusta per inseguire gli obiettivi della Pgi?
Assolutamente! È stato per dieci anni presidente della Pgi Valposchiavo e poi creatore di una nuova, “strategica” sezione in Engadina: conosce quindi bene le strutture della Pgi, ma anche le sfide che l’attendono. La sua elezione mi fa molto piacere! Direi che per la Pgi è una grande fortuna poter contare su una persona come Franco Milani.

Quali sfide lo aspettano nell’immediato?
La già menzionata iniziativa contro l’insegnamento dell’italiano nelle scuole di lingua tedesca del Cantone è probabilmente una delle sfide maggiori. Fonte di uguali preoccupazioni è anche l’iniziativa “No Billag”. Ma naturalmente anche gli obiettivi a lungo termine della Pgi continueranno ad avere la loro importanza.
Nel 2018 la Pgi festeggerà il suo centesimo anniversario di vita: sarà un’opportunità per farsi sentire e rendersi maggiormente visibili.


A cura di Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione