“Repower è come una ‘mamma’ per noi”

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Iniziativa “Sì ad energia pulita senza carbone”
Riceviamo e pubblichiamo: intervento in Gran Consiglio di Alessandro Della Vedova dell’11 febbraio 2013.

Quando, tempo addietro, mi sono chinato sulla tematica oggi in discussione, e mi sono messo a disposizione quale membro della commissione del Gran Consiglio che si occupasse dell’iniziativa «Sì ad energia pulita senza carbone», sapevo che per me in particolare si sarebbe trattato di una discussione estremamente complessa. Non si trattava infatti di considerare solo l’aspetto legato alla realizzazione della centrale termoelettrica a Saline Joniche, o prima ancora del sacrosanto obbligo imperativo di tutelare l’ambiente di quel territorio e la salute dei suoi abitanti, ma anche di valutare la posizione di chi, in qualità di podestà, si trova alla guida del Comune di Poschiavo, in cui ha sede Repower, una ditta internazionale attiva nella produzione, nella vendita e distribuzione di energia elettrica, anche e soprattutto in Italia.

Durante le riunioni della commissione preparatoria del Gran Consiglio, il consigliere di stato Mario Cavigelli ha subito evidenziato che l’accettazione dell’iniziativa da parte del popolo grigionese potrebbe avere conseguenze catastrofiche per il Cantone dei Grigioni. Esso, con un SI delle urne, potrebbe essere costretto a cedere il proprio pacchetto azionario di Repower. Ciò a causa delle clausole di un contratto fra gli azionisti che ne vincola l’operato in presenza di decisioni prese all’unanimità, come fu quella a suo tempo di investire nel progetto di Saline Joniche; quella decisione può dunque essere annullata solo con il parere unanime degli azionisti. Appresa la notizia, la mia schiena in qualità di podestà prima, e cittadino della Valle di Poschiavo poi, è stata percorsa da un brivido raggelante. Subito mi sono reso conto dell’incredibile perdita per il Cantone dei Grigioni se in futuro le sorti di Repower dovessero essere dettate da azionisti non grigionesi, ma soprattutto del reale pericolo e dell’incalcolabile danno per la nostra Valle. Via via mi sono tuttavia tranquillizzato nell’apprendere le considerazioni fatte dal membro del Governo Cavigelli inerenti agli aspetti tecnici del progetto termoelettrico di Saline Joniche.

L’area di Saline Joniche dove è progettata la centrale di Repower.

 

Si tratta di una centrale a carbone di ultima generazione, le cui emissioni sono meno della metà rispetto ai pur già severi limiti imposti dalla legislazione italiana, che sono, almeno in parte, addirittura più ristrettivi rispetto a quelli svizzeri. Per la gente della regione e per l’ambiente non sussistono dunque problemi di salute. Inoltre, Repower compenserà al 100% le emissioni di CO₂ nell’ambito delle regole contemplate dall’Unione Europea. La centrale di Saline Joniche aiuta l’Italia a essere meno dipendente da un vettore energetico molto costoso, il gas metano, con il quale si produce quasi la metà dell’energia elettrica di cui ha bisogno la penisola. Infine, sappiamo che Repower ha un’ottima reputazione anche in Italia, dove fornisce corrente e gas a più di 40’000 imprese.

Pur considerando i rassicuranti aspetti scientifici, tecnici e di tutela ambientale che caratterizzano il progetto di Saline Joniche, le possibili conseguenze negative per la Valle di Poschiavo non mi lasciano tuttavia affatto tranquillo. In virtù di capo dell’esecutivo di un Comune appartenente ad una regione periferica, che molto può dire in quanto ad energie rinnovabili, con la mente sono tornato alla discussione in Gran Consiglio dell’agosto scorso inerente alla strategia energetica del nostro Cantone. In quell’occasione ci siamo forse illusi di poter giocare un ruolo importante nel panorama cantonale. Ora ci accorgiamo che l’iniziativa «Sì ad energia pulita senza carbone», se accettata dal popolo, potrebbe mettere a repentaglio il futuro economico della nostra popolazione e le opzioni formative dei nostri giovani.

Cari amici provenienti dalla Calabria: dopo un’introduzione al tema in tedesco, mi rivolgo a voi in italiano, la lingua che ci accomuna, anche se apparteniamo a due Stati indipendenti. Lo faccio come rappresentante di una regione periferica, la Valle di Poschiavo, lontana dai centri del potere, così come lo è Saline Joniche. Probabilmente quanto vi sto per dire non vi sembrerà politicamente corretto, ma per qualche minuto mi sia consentito di dare libero sfogo ai sentimenti. In qualità di podestà del piccolo comune di Poschiavo, voglio esprimere tutta la mia preoccupazione per l’incombere di forti minacce, reali e non presunte, come quella di perdere quello che, oltre al resto, è anche un simbolo per i Grigioni. Repower è come una «mamma» per noi abitanti della Valle di Poschiavo; dà lavoro e garantisce l’esistenza a più di 200 famiglie solo nel mio piccolo Comune, che conta circa 3’500 anime.

Rappresenta inoltre il più grosso e importante contribuente per l’erario pubblico, oltre che essere sostenitore di svariate attività ludiche, culturali e sportive a favore della gente locale. Questi ultimi aspetti vanno ben oltre il mero valore materiale, quindi sono certo capirete la nostra riluttanza nel pensare di doverli perdere per sempre; forse ciò non accadrebbe nell’immediato, ma senza il fondamentale ruolo politico del Cantone quale garante, con il tempo questa diventerebbe una triste e per noi drammatica realtà. Per scongiurare questo serve che voi, cari amici calabresi, abbiate fiducia e vi convinciate che la società con sede a Poschiavo è una ditta seria. La mia coscienza mi impedirebbe di dire questo solo per mere questioni materiali e di opportunità. D’altronde, voglio credere che non sia un caso se il progetto di Saline Joniche sia stato approvato dal Governo italiano tramite il Decreto di Valutazione dell’Impatto Ambientale, con firma del Presidente del Consiglio Mario Monti.

Mi rivolgo ancora a voi, cari amici calabresi, ricordando quanto accomuna le nostre realtà di territori periferici, che devono combattere quotidianamente per fronteggiare le serpeggianti spinte centralistiche, alfine di garantirsi un futuro. Per regioni come le nostre, questo passa anche attraverso la disponibilità a realizzare grandi opere nel settore energetico. A questo proposito vi ricordo che in Valposchiavo Repower sta lavorando all’ambizioso progetto di pompaggio/turbinaggio denominato Lagobianco. Durante le fasi di costruzione la popolazione locale sarà certamente confrontata con forti disagi, ma la conforta il fatto di sapere che si tratta di un progetto che apre prospettive alle future generazioni, così come, con il massimo rispetto, mi permetto di credere sia il caso a Saline Joniche.

 

In questi frangenti, la vera domanda, pragmatica e scevra di ideologia è: quali sono le altre alternative per garantirsi un futuro come regioni periferiche, se dimentichiamo per un attimo le ricette da «Valle dell’Eden» prospettate da molti ambientalisti, tanto affascinanti quanto purtroppo di dubbia efficacia, viste le dinamiche che governano la nostra vita terrena? La vera sostenibilità passa dalla consapevolezza del proprio ruolo e dalla coscienza delle proprie azioni, che devono saper coniugare la tutela dell’ambiente con il benessere dell’individuo, alfine di garantirgli un’esistenza dignitosa. Noi tutti sappiamo che questo principio è il movente che anima e ispira Repower in tutti i suoi progetti, sia in Svizzera che all’estero. Stiamo quindi attenti che tutta questa vicenda non si trasformi in una lotta fra poveri, alimentata da un clima di contrapposizione che si basa unicamente su questioni ideologiche che, se pur idealmente ineccepibili, nella realtà dei fatti non risolvono purtroppo alla radice il problema delle emissioni di CO₂. Le posizioni rigide e fondamentaliste, se mantenute a oltranza, rischiano invece di penalizzare ancora una volta le fasce più deboli per inseguire un miraggio.

Per questo motivo chiedo al Parlamento di respingere l’iniziativa «Sì ad energia pulita senza carbone» e di accettare il controprogetto, che tiene conto in modo equilibrato di tutte le posizioni chiamate in causa: le speranze di molti abitanti di Saline Joniche, le aspettative degli ambientalisti, quelle di una società valida e seria come Repower, molto presente anche in Italia, e, infine, quelle del piccolo Comune di Poschiavo, di cui mi pregio di essere podestà. Ma soprattutto potremo assicurare la partecipazione del Cantone dei Grigioni in Repower. Solo così sarà possibile evitare di mettere a repentaglio in maniera dissennata la politica energetica grigionese.

 

Alessandro Della Vedova
Podestà di Poschiavo
Gran Consigliere