Lo rivedo sempre come l’uomo a un tavolino improvvisato

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Anche i grandi sono stati piccoli
Leggo con piacere dalla stampa locale oltre che di quella fuori zona, del ricordo di Piero Chiara e dell’eco positiva della sua opera e mi compiaccio ricordando i tempi in cui l’ho conosciuto di persona.

Occasioni, non uniche che mi riportano a tanti anni addietro, in quel di Lugano, dove lo incontravo spesso e non solo negli incontri culturali locali, cui partecipava sempre, ma anche perché parte di stesse Associazioni (vedi ASSI, PEN eccetera). Oggi, non per osare fare confronti, pensando a quei tempi, quando era vivo, mi piace ricordare che “anche i grandi sono stati piccoli”.

In questa ottica, in particolare, un primo incontro: lo rivedo nella allora Innovazione (oggi Magazzini Manor) al primo piano, salita la scala mobile, lì seduto a un tavolino, con davanti a sé un suo libro da vendere (forse “la Camera del Vescovo”). Evidentemente lì in attesa che qualcuno si interessasse e lo comperasse. Come qualcun altro degli occasionali clienti della Manor, ero stata attirata da quell’uomo dall’aspetto bonario. Già allora non più giovane, ma sempre dal bell’aspetto. Preso in mano il libro, come succede di solito, ci scambiamo due parole e, da evidenti stranieri, ci interessammo della reciproca provenienza. Saputo della mia origine valtellinese, il discorso si spostò subito sulla Tipografia Menghini di Poschiavo (che conoscevo allora, solo per sentito dire, ma evidente bene ai nostri giorni).

Ma in quella occasione si parlò solo di quel suo primo passo nella produzione di libri e ne parlò con l’entusiasmo di chi trova una strada aperta e spera di potersi immettere. Ne parlò con tanto entusiasmo che evidentemente non potei fare a meno di acquistare il libro che aveva in vendita. E non mi trovai pentita. Fu quella l’occasione per un primo passo anche nella conoscenza, quella che generalmente il buon libro ti fa amare, tanto che il suo ricordo, alimentato da altre sue opere, si è protratto fino ai nostri giorni, anche se oggi, solo di memoria; ne è la prova questo mio intervento.

Ecco perché mi piace ricordare come anche i grandi sono stati piccoli e mi compiaccio del suo successo, anche se io lo rivedo sempre, nei ricordi, come l’uomo seduto a un tavolino improvvisato per lui al primo piano della Manor ad aspettare che qualcuno si fermasse a guardare e a comperare un suo libro. Evidentemente ignaro a quel tempo del successo che sarebbe seguito e segue ai nostri giorni.

 

Luisa Moraschinelli